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Tetto al prezzo del gas ed embargo sul petrolio russo in due fasi: le ipotesi al Consiglio europeo straordinario

Il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia prende forma. Le ipotesi: stop petrolio russo in due fasi e un price cap temporaneo su energia. Si lavora anche per lo sblocco del grano ucraino

Tetto al prezzo del gas ed embargo sul petrolio russo in due fasi: le ipotesi al Consiglio europeo straordinario

Gas, petrolio, grano, sicurezza e difesa: sono i temi sul tavolo del Consiglio europeo straordinario. Una due giorni in cui i Ventisetti sono chiamati a decidere sul sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia bloccato da settimane per il mancato accordo sull’embargo al petrolio russo. Secondo alcune fonti diplomatiche ci sarebbe un’apertura sul tetto al prezzo del gas, tanto caro al premier italiano Mario Draghi (che avrà un incontro con Macron e Scholz prima del Vertice europeo), e all’embargo del petrolio russo anche se è presto per cantar vittoria. Centrale anche la questione delle navi cariche di grano che devono essere sbloccate per scongiurare una crisi alimentare che non avrebbe precedenti. Qualcosa si muove, a livello di dichiarazioni, ma bisogna ancora vedere cosa decideranno i Ventisette e se daranno seguito a quanto raggiunto durante la riunione degli ambasciatori Ue.

In ogni caso, il sesto pacchetto di sanzioni sarà finalizzato formalmente dopo il vertice europeo, presumibilmente in una nuova riunione dei rappresentanti dei Ventisette. Nel pacchetto sono state confermate le misure restrittive nei confronti di ulteriori personalità russe e l’esclusione dal sistema Swift di altri istituti finanziari di Mosca, come Sberbank, e un divieto di trasmissione a tre emittenti controllate dal Cremlino, finora esclusi. Ma andiamo a vedere cosa bolle in pentola.

Il tetto europeo al prezzo del gas

Un punto a favore dell’Italia nella sua battaglia per introdurre un tetto al prezzo del gas a livello internazionale. Roma ha ottenuto un’apertura sul tema dopo l’opposizione durata mesi da parte dei Paesi nordici, Germania e Olanda in primis sempre dette assolutamente contrari a un provvedimento di questo tipo.

Nelle conclusioni del summit straordinario europeo si legge che “il Consiglio europeo invita la Commissione a esplorare con i partner internazionali le modalità per frenare l’aumento dei prezzi dell’energia, compresa la fattibilità dell’introduzione di tetti ai prezzi temporanei”. Inoltre si invita l’esecutivo a “proseguire rapidamente i lavori per l’ottimizzazione del funzionamento del mercato dell’energia elettrica europea in modo da resistere alla futura volatilità dei prezzi”. Questo perché il prezzo dell’elettricità viene determinato in base alla fonte energetica più cara, attualmente il gas, non tenendo conto delle diverse fonti e dei diversi prezzi.

Tuttavia, come precisato dal commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, durante il summit europeo non verranno prese decisioni sul possibile tetto al prezzo del gas, ma si potrebbe decidere di dar mandato alla Commissione Ue “per analizzare la possibilità di farlo” in modo da calmierare i prezzi delle bollette.

Embargo sul petrolio russo: si pensa a due fasi

Sembrerebbe esserci un primo compromesso sull’embargo alle importazioni di petrolio russo: si parte da un accordo raggiunto dagli ambasciatori che dovrebbe prevedere una rinuncia a partire dal 2023 del metano russo che arriva dal mare (oltre due terzi del totale delle importazioni), ma anche su questo, secondo fonti diplomatiche, si profilerebbe un’introduzione progressiva e non immediata, da concludersi entro l’anno. Invece, rimarrebbe in funzione il principale oleodotto che collega la Russia con il cuore dell’Europa, Druzhba (noto come “oledotto dell’amicizia”), in modo da venire incontro ad alcuni paesi dipendenti dalle fonti fossili russe.

Tuttavia, è difficile che questo possa rappresentare un duro colpo per l’economia russa e di certo non la convincerebbe a interrompere la guerra. Però sarebbe primo passo per sbloccare il pacchetto di sanzioni al palo da un mese. Alla base c’è il veto dell’Ungheria che non ha nessuna intenzione di rinunciare al petrolio russo perché sarebbe devastante per la sua economia. Ma anche altri paesi, come Repubblica Ceca, Croazia e Slovacchia, sono preoccupati dall’embargo sul petrolio russo, dato che non hanno accesso al mare e per loro sarebbe difficile da rimpiazziare. Si profila però una deroga esplicita per questi Paesi, mentre dovrebbe esserci un “impegno politico” da parte di Germania e Polonia a uno stop progressivo dell’uso del petrolio russo via oleodotto per mantenere eque condizioni di fornitura (e di prezzi) nella Ue.

La crisi del grano ucraino

Questione delicata perché coinvolgerebbe anche Mosca, ma in cambio vuole un allentamento delle sanzioni. Ci sono 20 milioni di tonnellate di grano ucraino bloccate nei depositi ucraini perlopiù che sono a Odessa. Le navi non possono percorrere il mar Nero perché minato e pattugliato dalle navi russe. L’Ue sta cercando di sbloccare la situazione con misure attive per facilitare le esportazioni agricole dell’Ucraina via terra, ma sarà decisamente più complicato.

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