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Tessera sanitaria senza chip: cosa cambia e perché sono a rischio anche carte d’identità e bancomat

Imagoeconomica

Arriva la tessera sanitaria senza chip. Una scelta “obbligata” che porta a una maggiore difficoltà di accesso ad alcuni servizi nel campo di sanità e rifiuti. Il via libera è stato dato dal ministero dell’Economia e delle Finanze con un decreto risalente al 1° giugno. “La novità – spiega in una nota il ministero dell’Economia e delle Finanze – è dovuta alla carenza di materiali semiconduttori per la produzione dei microchip, generata dalla grave crisi internazionale”, difficoltà che sta incidendo anche su altri settori, come quello delle automotive, della telefonia e della tecnologia.

Perché la nuova tessera sanitaria non ha il microchip?

La “crisi del microchip” è iniziata a causa delle restrizioni dovute alla pandemia che hanno imposto una brusca frenata alle consegne e hanno decretato la chiusura di alcuni stabilimenti. Pesa in particolare la dipendenza commerciale dalla Cina, i cui rapporti sono stati messi a dura prova dalla politica “zero-Covid”. La crisi è stata poi alimentata dal conflitto tra Russia e Ucraina. I due paesi in guerra sono infatti esportatori di palladio e neon, componenti indispensabili per le industrie di semiconduttori e chip. A questo problema si è aggiunto recentemente l’embargo di forniture di materie prime della Cina ai danni di Taiwan, leader nell’assemblamento dei microchip. In questo momento, infatti, l’offerta non riesce più a tenere il passo della domanda: rispetto a 5 anni fa, i tempi di consegna dei chip necessari per i sistemi di sicurezza bancaria informatica si sono dilatati fino a raggiungere le 52 settimane contro le 27 settimane pre-Covid.

Ma il problema non riguarda solo le tessere sanitarie. La mancanza di semicondutori rischia di diventare un problema anche per la produzione di bancomat, carte di credito e carte di identità elettroniche

Tessera sanitaria senza chip: cosa cambia

Le nuove tessere sanitarie senza microchip varranno come Codice fiscale e Tessera europea assistenza malattia (Team), da utilizzare in caso di problemi di salute incontrati nel corso di viaggi all’interno della Comunità Europea, ma non avranno le funzionalità della Carta nazionale dei servizi, ovvero identificazione e autenticazione online e firma elettronica avanzata nei rapporti con le pubbliche amministrazioni. Funzioni sovrapponibili a quelle della Spid, l’identità digitale “immateriale” composta da nome utente e password.

Se per l’acquisto di farmaci non dovrebbero esserci intoppi, visto che le farmacie usano il codice a barre, il vero problema sarà quello di fissare le visite specialistiche, dato che questo servizio è a disposizione con il “passaggio” nelle smart card dispositivi che leggono, appunto, i microchip. E non sarà più possibile impiegare la tessera in quei Comuni che richiedono la Cns per lo smaltimento di immondizia e rifiuti.

Come prorogare quella scaduta

Chi, pur avendo ricevuto la nuova tessera, è in possesso della vecchia e vuole continuare a usarla per accedere ai servizi della pubblica amministrazione può farlo. Prima della scadenza bisogna estendere la durata del certificato di autenticazione fino al 31 dicembre 2023 attraverso un software pubblicato sul portale del Sistema tessera sanitaria gestito dal ministero dell’Economia e delle Finanze. Ma c’è un problema, per estendere la validità della precedente carta è fondamentale essere in possesso del codice Pin fornito all’atto dell’invio del documento che molti non avranno conservato. Altrimenti rimane l’opzione Team, che permette di accedere alle cure in tutta Europa, oppure, per molti servizi online (ma non tutti) si possono utilizzare le carte d’identità elettroniche o il servizio Spidocchiantesi.

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  • Credo che riuscire avere una sola tessera per accedere a tutti i servizi della P.A. sia un passo avanti per dare opportunità a tutti specie gli anziani. Lo Spid con il cambio quasi continuo della pW è impossibile ripristinarlo se non hai una perfetta dimestichezza colo P.C.,