Tutto il mondo è Paese, verrebbe da dire. Dopo le recenti dimissioni dell’irreprensibile presidente federale tedesco Christian Wulff per una vicenda di favori personali, tocca ora al presidente della Repubblica ungherese, Pal Schmitt, finire nell’occhio del ciclone ed essere costretto a lasciare la poltrona.
In questo caso, ad essere fatale a Schmitt è stata la sua tesi di dottorato, che secondo le accuse risulterebbe per l’80 per cento copiata. Inizialmente il capo dello Stato magiaro aveva attaccato il Senato accademico dell’Università Semmelweis, la sua Alma Mater, che la scorsa settimana aveva riconosciuto che la tesi di dottorato dell’ex olimpionico di scherma era per la gran parte frutto di un copia-e-incolla di citazioni di uno studioso bulgaro e uno tedesco.
Oggi però il dietrofront: pur confermando di avere la “coscienza pulita”, Schmitt ha annunciato le sue dimissioni al Parlamento di Budapest. “In base alla Costituzione – ha detto il presidente -, il capo della Repubblica deve rappresentare l’unità della nazione ungherese. Io, purtroppo, sono diventato un simbolo di divisione. Sento che è mio compito lasciare l’incarico“.
L’opposizione aveva ripetutamente chiesto le dimissioni di Schmitt, anche in quanto stretto alleato del discussissimo primo ministro Viktor Orban.