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Terzo Settore, ok alla riforma: ecco le novità per 6 milioni di persone

La Camera ha dato il via libera definitivo, con 239 voti a favore e 78 contrari, alla nuova normativa sul Terzo Settore, ovvero quello degli enti privati costituiti per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, che operano senza scopi di lucro.

Per la prima volta da vent’anni, dunque, anche se bisognerà attendere i decreti attuativi, viene valorizzato e riorganizzato il variegato mondo del no profit, fondamentale, secondo la vice presidente della Camera Marina Sereni, “Per uno sviluppo sostenibile, comunitario e partecipato”.

Una riforma che riguarda 1,7 milioni di persone organizzate nelle oltre 44 mila associazioni sparse sul territorio e circa 6,6 milioni di cittadini che in Italia si dedicano al volontariato in diversi modi informali, con l’obiettivo di valorizzare le risorse di coloro che lavorano nelle imprese sociali nel nostro Paese, e le risorse di un settore che può contare sul 6,4% delle unità economiche attive del paese e che può rappresentare un motore potente, se regolato con la giusta attenzione.  

Molto soddisfatti i rappresentanti  del Forum nazionale del Terzo Settore: “Molti gli aspetti positivi – osserva il portavoce Pietro Barbieri – dal tentativo di superare la frammentazione all’istituzione di un registro nazionale unico, necessario a contribuire alla trasparenza, alla revisione delle misure di agevolazione fiscale. Ulteriore aspetto di apprezzamento è che le politiche di governo, promozione e indirizzo siano in capo alla Presidenza del Consiglio dei ministri”.

Ma quali sono le novità della riforma? 

Il servizio Civile nazionale
Di cruciale importanza soprattutto la parte relativa al servizio civile universale, per puntare a coprire tutta la richiesta di volontariato da parte dei ragazzi tra i 18 e i 28 anni. Quest’anno, ad esempio, a fronte di 160 mila richieste, i posti a disposizione erano circa 50mila. Grazie ad un bando in arrivo nei prossimi giorni verranno aggiunte 40mila nuove posizioni.

Un opzione, quella del servizio civile, che secondo la deputata Pd Francesca Bonomo, una delle promotrici della riforma, potrebbe essere “particolarmente importante per i Neet, i giovani che non studiano e non lavorano”. Nella riforma l’indennità corrisposta al volontario rimarrà uguale: 433,80 euro al mese netti.

Con la riforma, però, sono stati inclusi nel servizio civile anche gli stranieri che risiedono in Italia da almeno cinque anni e verrà data anche la possibilità di trascorrere almeno due mesi in una regione diversa o un altro Stato europeo.

Il Codice del Terzo Settore
La riforma prevede la stesura di un Codice del Terzo settore che conterrà le disposizioni generali che si applicano a tutti gli enti, la definizione delle forme e delle modalità di organizzazione, le forme di tutela dei lavoratori e della loro partecipazione ai processi decisionali.

Per riorganizzare il sistema di registrazione degli enti verrà creato un registro unico del terzo settore, che verrà istituito presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Saranno quindi obbligati a iscriversi al registro tutti gli enti che si avvalgono di fondi pubblici o privati raccolti attraverso pubbliche sottoscrizioni, e anche di fondi europei.

I centri di servizio per il volontariato
Gli enti del Terzo settore potranno gestire i centri di servizio per il volontariato e forniranno supporto tecnico, formativo e informativo per promuovere e rafforzare la presenza e il ruolo dei volontari nei diversi enti del Terzo settore. Inoltre la legge vuole superare il  sistema degli Osservatori nazionali per il volontariato e per l’associazionismo di promozione sociale e passare all’istituzione del Consiglio nazionale del Terzo settore, come organismo di consultazione a livello nazionale.

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