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Terza edizione “Al centro di Roma”, i prossimi appuntamenti (marzo-luglio) a Palazzo Venezia: si comincia con Carandini

Ministero della Cultura

Giunta alla sua terza edizione, la rassegna rappresenta un appuntamento ormai consolidato per gli amanti dell’arte, della storia e della cultura; un’iniziativa significativa che sottolinea l’impegno dell’Istituto nella divulgazione del patrimonio culturale come luogo virtuoso di incontro e socialità e conoscenza.

L’edizione di quest’anno prevede ben cinque cicli di incontri, a cadenza settimanale. Oltre agli appuntamenti dedicati alla storia, all’arte e all’architettura si aggiungono altri e tutti dedicati a Roma:

Giovedì 7 marzo, ore 18.00

Dal rivolere l’impero alla città antica dimenticata

CICLO: Paesaggi del centro di Roma
RELATORE
: Andrea Carandini, professore emerito di Archeologia e storia dell’arte greca e romana. Dal museo dell’impero mussoliniano a nessun museo della città capitale della Repubblica.

Biografia: Andrea Carandini è professore emerito di Archeologia e storia dell’arte greca e romana alla “Sapienza” Università di Roma, presidente del Consiglio superiore del Ministero della Cultura, presidente del FAI e collaboratore del Corriere della Sera.

Giovedì 14 marzo, ore 18.00

Roma vista dagli occhi inglesi: una lunga storia di fascino culturale CICLO: Una capitale internazionale: Roma e gli stranieri. RELATORE: Abigail Brundin, direttrice Accademia Britannica a Roma

Il fascino degli Inglesi per Roma è noto: il tempo passato in questa città ha avuto un profondo impatto sul paesaggio culturale britannico attraverso i secoli. La conferenza si focalizzerà sulle storie personali dei britannici che hanno viaggiato verso Roma attraverso diverse epoche, iniziando dal Grand Tour e finendo con la fondazione dell’Accademia Britannica (1901), spazio dove ancora oggi continuiamo a coltivare l’incontro culturale con la città.

Biografia: Abigail Brundin è professoressa di italianistica all’Università di Cambridge e fellow del St Catharine’s College, Cambridge ed è specializzata in letteratura e cultura dell’Italia nel primo periodo moderno. Dal 2021 è la direttrice dell’Accademia Britannica a Roma.

Giovedì 21 marzo, ore 18.00

Cristina di Svezia, una regina a Roma. CICLO: Figure di storia nella Roma di un tempo.
RELATORE
: Lisa Roscioni, professoressa di Storia moderna, “Sapienza” Università di Roma

Convertita al cattolicesimo e non più regina di Svezia da quando, nel 1654, aveva abdicato al trono, Cristina fu accolta a Roma nel Natale del 1655 con ogni fasto. In un’Europa appena uscita da una guerra trentennale che aveva suggellato per sempre la divisione del cristianesimo tra cattolici e protestanti, la sua conversione rappresentava una vittoria senza precedenti, anche se la sua personalità originale ed anticonformista fu fonte di non poche preoccupazioni per i pontefici. Lasciò comunque una traccia indelebile nella città e fu seppellita in Vaticano nel 1689

Biografia: Lisa Roscioni, storica e saggista, insegna Storia moderna alla “Sapienza” Università di Roma. Ha pubblicato La badessa di Castro. Storia di uno scandalo, Bologna, il Mulino, 2017; Lo smemorato di Collegno. Storia italiana di un’identità contesa, Torino, Einaudi, 2009; Il governo della follia. Ospedali, medici e pazzi in età moderna, Milano, Bruno Mondadori, 2011.

Giovedì 28 marzo, ore 18.00

Strutture
CICLO: Costruire raccontare architettura
. RELATORE: Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori, architetti

La conferenza, dal titolo “Strutture”, analizzerà il rapporto tra Astrazione e Costruttività attraverso il concetto di struttura, termine polisemantico attorno al quale ruota la ricerca dello studio. Se la struttura (portante) è, da una parte, un elemento essenziale dell’architettura, senza la quale non potrebbe costruirsi; dall’altra, rimanda ad un concetto intrinsecamente astratto che concerne la costituzione e la distribuzione di elementi che, in rapporto di correlazione e d’interdipendenza funzionale, formano un complesso organico. Nel termine struttura convivono pertanto i due poli apparentemente opposti di astrazione e costruzione che trovano una sintesi nella forma- architettura. La lezione verterà sull’analisi delle implicazioni metodologiche e culturali di una concezione strutturale dell’architettura.

Biografia: Labics è uno studio di architettura e urbanistica con sede a Roma, fondato nel 2002 da Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori. Il nome dello studio – Labics – esprime il concetto di laboratorio, banco di prova per idee avanzate. Combinando l’approccio teorico con la ricerca applicata, il campo di interesse dello studio si estende dalla piccola scala degli interni alla scala dei masterplan urbani, attraversando le diverse scale e complessità del progetto.

Giovedì 4 aprile, ore 18.00

Botteghe oscure: storia di una strada millenaria CICLO: Paesaggi del centro di Roma. RELATORE: Daniele Manacorda, archeologo

Via delle Botteghe oscure è una delle strade più famose di Roma. La conferenza ne tratteggerà la lunga storia a partire dall’età romana, quando l’area sorgeva fuori delle mura della città ai margini della vasta pianura del Campo Marzio. Sulla base dei risultati delle ricerche condotte per decenni nell’isolato cosiddetto della Crypta Balbi, le vicende della strada accompagneranno quelle del quartiere circostante lungo l’età imperiale, nei secoli del Medioevo, che ne videro prima la destrutturazione e poi la ripresa, quando le Botteghe, non ancora oscure, divennero la strada dei mercanti: un lungo e stretto rettifilo, su cui si affacceranno palazzi e chiese del Rinascimento, fino al suo allargamento novecentesco, che le diede il volto di un’arteria centrale del traffico cittadino.

Biografia: Daniele Manacorda ha insegnato Archeologia negli atenei di Siena e Roma 3. Si è occupato di storia urbana (Crypta Balbi, Archeologia e storia di un paesaggio urbano, 2001; Paesaggi di Roma medievale, 2021; Roma. Il racconto di due città, 2022), di cultura materiale, dei metodi dell’archeologia (Lezioni di archeologia, 2008) e del suo ruolo nella società contemporanea (Il mestiere dell’archeologo, 2020; I libri degli altri, 2021), di politiche del patrimonio culturale (L’Italia agli italiani, 2014; Posgarù, 2022).

Martedì 9 aprile, ore 18.00

“Tu solus Didacus in Urbe”. Il secondo soggiorno di Velàzquez a Roma CICLO: Viaggi e soggiorni di artisti a Roma. RELATORE: David García Cueto, direttore del Dipartimento di pittura italiana e francese (fino al 1800) del Museo Nazionale del Prado

In occasione dell’anno santo 1650, molti illustri personaggi furono presenti a Roma. Tra essi si trovò Diego Velázquez, all’epoca pittore del Re di Spagna. L’artista aveva la commissione di acquistare e far fare nella capitale pontificia una serie di sculture per il sovrano, tornando così a una città che aveva conosciuto venti anni prima. Ora, come sottolineano le fonti, non sarà lì per imparare, ma per insegnare, sopratutto il modo radicalmente moderno dei suoi ritratti. Diversi personaggi della corte pontificia, con il papa Innocenzo in primo luogo, saranno da lui effigiati, meritando che come pittore fosse da alcuni considerato “solus in Urbe”.

Biografia: David García Cueto ha studiato storia dell’arte all’Università di Granada dove poi è stato professore tra il 2012 e il 2020 . I suoi studi si sono concentrati sui rapporti artistici e culturali tra Spagna e Italia nel XVII secolo e sull’arte spagnola del Secolo d’Oro. È stato primo ricercatore in due progetti nazionali di ricerca e sviluppo: La copia pittorica nella monarchia ispanica, XVI-XVIII secolo (2015-2018) e L’esposizione artistica nella monarchia ispanica, XVI-XVIII secolo (2019-2020). È curatore del volume che raccoglie

i risultati del primo progetto di ricerca: Copie di capolavori di pittura nelle collezioni di Austria e del Museo del Prado (2021). Dal 2020 è direttore del dipartimento di pittura italiana e francese (fino al 1800) del Museo Nazionale del Prado.

Giovedì 18 aprile, ore 18.00

Reimmaginare vecchi e nuovi mondi: l’American Academy in Rome CICLO: Una capitale internazionale: Roma e gli stranieri. RELATORE: Aliza S. Wong, direttrice American Academy di Roma

Per 130 anni, l’American Academy in Rome ha aperto le sue porte ad artisti, architetti, scultori, storici dell’arte, scrittori, compositori, designer, archeologi, storici e tutti gli altri pensatori creativi nel campo delle arti e delle discipline umanistiche che hanno trovato ispirazione e innovazione nella Città Eterna. E se da un lato i vincitori del Rome Prize si sono dilettati nel contesto storico e nella realtà della caotica bellezza di Roma, dall’altro hanno anche celebrato l’idea di Roma, la portata delle possibilità e delle impossibilità rese immaginabili grazie al luogo in cui ci troviamo, all’aria che respiriamo, alle strade che percorriamo. L’American Academy in Rome è una delle poche accademie straniere ad accogliere non solo studiosi e artisti della propria nazione ma anche creativi globali, compresi quelli del paese ospitante, l’Italia. E nell’accogliere questo pantheon di borsisti, Roma e l’American Academy hanno ospitato 452 Guggenheim Fellows, 74 vincitori del Premio Pulitzer, 52 MacArthur Fellows, 13 vincitori del Grammy, 9 vincitori del Premio Pritzker, 9 Poet Laureates e 5 Premi Nobel.

Biografia: Aliza S. Wong, attuale direttrice dell’American Academy in Rome, è docente di storia, direttrice di studi europei e preside ad interim dell’Honors College della Texas Tech University di Lubbock. Campo della sua ricerca è l’Italia moderna e il Mediterraneo, con particolare riferimento a tematiche su razza, nazione, cultura e identità. Ha vinto numerosi premi per l’insegnamento e la ricerca, oltre ad aver ricevuto riconoscimenti per il suo lavoro a favore della diversità, dell’equità, dell’inclusione e dell’appartenenza, tra cui la nomina a donna dell’anno Lubbock YWCA per il suo lavoro sulla giustizia sociale (2018) e a professore Minnie Stevens Piper della Fondazione (2019).

Giovedì 9 maggio, ore 18.00

Beato Angelico, oggi
CICLO: Viaggi e soggiorni di artisti a Roma
. RELATORE: Carl Strehlke, storico dell’arte

Nel 1955 si tengono a Roma in Vaticano e a Firenze grandi mostre celebrative del pittore rinascimentale fiorentino Fra Giovanni da Fiesole in occasione del cinquecentenario della sua morte avvenuta a Roma nel convento della Minerva. Frate domenicano era conosciuto dai membri del suo stesso ordine, fin da poco dopo la sua morte, come Beato Angelico, così come il teologo Tommaso d’Aquino era definito Doctor Angelicus. Negli anni Sessanta la grande scrittrice Elsa Morante si chiedeva: Fra Giovanni era un rivoluzionario? Dopo la mostra del 1955 e dalla domanda provocatoria di Elsa Morante guardiamo all’arte del frate in un modo nuovo. Questo sarà l’argomento della conferenza: come vediamo oggi Beato Angelico in rapporto alla società artistica e religiosa del suo tempo. E per rispondere alla domanda di Elsa Morante: sì, era un rivoluzionario.

Biografia: Carl Strehlke, nato e cresciuto a Boston, ha completato i suoi studi alla Columbia University di New York e ha lavorato per trentacinque anni come curatore della collezione di dipinti europei John G. Johnson al Philadelphia Museum of Art. Ha curato mostre a Parigi, Madrid, Filadelfia e New York su San Francesco, la pittura rinascimentale senese, il Beato Angelico, Pontormo e Bronzino. Ha scritto anche il catalogo della Collezione Johnson e, con Machtelt Brüggen Israëls, il catalogo dei Bernard e Mary Berenson a Villa I Tatti, il Centro per gli studi sul Rinascimento italiano dell’Università di Harvard a Firenze. Attualmente è impegnato in una prossima mostra sul Beato Angelico per Palazzo Strozzi a Firenze che aprirà a settembre 2025.

Giovedì 16 maggio, ore 18.00

Progettare e proteggere. CICLO: Costruire raccontare architettura RELATORE: Laura Andreini, architetto

Non vi è contrapposizione tra il costruire e il racconto, ma un medesimo obiettivo che concorre alla realizzazione di uno stesso disegno e cioè abitare la terra in armonia con ciò che vi è attorno attraverso comportamenti che non ricercano la mimesi ma la comprensione, non l’intransigenza della rinuncia ma la possibile coesistenza tra ciò che ci è dato e ciò che dobbiamo fare per meritarlo. Questo approccio guarda ai luoghi come paesaggi circolari abitati da viventi differenti e con pari dignità e ai territori come ambienti da abitare e arricchire non come risorse da estrarre. Il progetto architettonico, letto secondo queste aspirazioni, permette di guardare agli attori del processo di trasformazione del territorio con una rinnovata fiducia perché mostra la via di un ricercato equilibrio tra le necessità di tutela di ogni patrimonio derivato dall’esistente, sia esso naturale che storico-architettonico, e le esigenze di una società che sviluppa le proprie idee e soddisfa i propri bisogni attraverso azioni consapevoli, altrimenti definite sostenibili. Conseguentemente il progetto si trasforma in un testo critico pensato per raccontare introspettivamente un’architettura che trasforma il dialogo con il territorio nella ragione e nel fine ultimo del suo disegno.

Biografia: Laura Andreini è architetto e professore associato di Composizione Architettonica e Urbana presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze, dove nel 1990 è laureata con il massimo dei voti e ha conseguito il titolo di dottore di ricerca nel 1997. Nel 1988 insieme a Marco Casamonti e Giovanni Polazzi fonda a Firenze lo studio Archea, al quale nel 2001 si aggiunge Silvia Fabi. Archea Associati è uno studio di progettazione nel quale collaborano oltre 180 architetti, operativi nelle sedi di Firenze, Roma, Milano e Genova. Grazie anche alla collaborazione con le società partner di Pechino, Dubai, Tirana e San Paolo, lo studio ha realizzato opere di Urban Planning, Landscaping, Architettura, Design, Yacht design, Interior Design e Graphic Design, in tutto il mondo. Dal 2003 ricopre la carica di vicedirettore di “Area”, rivista internazionale di architettura e arti del progetto, edita attualmente dal gruppo Tecniche Nuove di Milano. Nell’aprile 2018 inizia una collaborazione con il Museo Novecento di Firenze che le affida la curatela del ciclo di mostre e conferenze dal titolo “Paradigma. Il tavolo

dell’architetto”. Nel 2011 la casa editrice Forma le affida l’ideazione e la direzione della collana “ONE” dedicata
all’architettura italiana contemporanea. Dal gennaio 2012 ricopre il ruolo di Direttore editoriale della stessa casa editrice ed è curatrice della collana “On the road”, pubblicata da Forma Edizioni e dedicata alle città del mondo.

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Giovedì 23 maggio, ore 18.00

Chi fu Pio XII? Il papa dei tempi difficili CICLO: Figure di storia della Roma di un tempo. RELATORE: Andrea Riccardi, storico

Pio XII è una figura complessa e controversa: promotore di Roma “città aperta”, protettore delle vittime dei totalitarismi, papa dei “silenzi” di fronte alla Shoah, fine diplomatico, tormentato nelle decisioni, oppositore del comunismo, oppure cercatore instancabile della pace… Tante sono state le interpretazioni e le letture del personaggio: dalla “leggenda nera” al processo di beatificazione non concluso. L’analisi storica della sua figura e del ruolo della Santa Sede, negli anni drammatici della seconda guerra mondiale, del dopoguerra e del comunismo internazionale, affronta un nodo di grande rilevanza della storia del Novecento.

Biografia: Andrea Riccardi, storico, studioso del fenomeno religioso, ha insegnato in diverse università italiane ed europee. Noto anche per essere il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, dal 2015 è Presidente della Società Dante Alighieri per la diffusione della lingua e cultura italiane nel mondo. Acuto osservatore del presente, è una delle personalità più affermate della ricerca storica e religiosa.

Giovedì 6 giugno, ore 18.00

Re, imperatori e fondatori: i culti dei sovrani e il Campo Marzio. CICLO: Paesaggi del centro di Roma
RELATORE
: Paolo Carafa, professore ordinario di Archeologia Classica e prorettore per il Patrimonio archeologico, “Sapienza” Università di Roma

Nell’incessante fluire dei paesaggi della città antica, storie e messaggi particolari – legati alla persona e all’agire del fondatore e dei successivi re e imperatori – si fissavano in alcuni luoghi specifici. La memoria delle tradizioni, miti, eventi e uomini, la sua conservazione e la sua trasformazione erano affidate ad architetture e contesti topografici che definivano lo spazio e la sua percezione. Tra questi, templi, santuari e sepolcri rivestivano un ruolo particolarmente importante. Fin dall’età molto antica, la pianura compresa tra Tevere, Quirinale e Campidoglio, con le pendici di queste alture, fu scelta come luogo privilegiato per ospitare memorie e culti di sovrani.

Biografia: Paolo Carafa è professore ordinario di Archeologia classica e prorettore ai Beni archeologici della “Sapienza” Università di Roma. Ha creato un Sistema Informativo Archeologico (brevettato) e ha coordinato progetti di ricerca dedicati all’architettura e alla storia dei paesaggi urbani e rurali di Roma, del Lazio antico, dell’Etruria, della Magna Grecia e di Pompei. Ha pubblicato più di 150 contributi tra monografie, edizioni, libri di consultazione, articoli e altre opere.

Giovedì 13 giugno, ore 18.00

Nel segno di Goethe? Miti, presenze ed esperienze tedesche nella Città Eterna CICLO: Una capitale internazionale: Roma e gli stranieri. RELATORE: Martin Baumeister, direttore dell’Istituto Storico Germanico di Roma

Così come parecchie altre comunità straniere, anche i Tedeschi mantengono una relazione particolare con Roma, ‘città eterna’ in grado di sollecitare rapporti intensi, carichi di emozioni ed aspettative, come nessun’altra realtà urbana all’estero. La conferenza mira dunque a ricostruire il percorso che negli ultimi duecento anni i Tedeschi hanno vissuto con una città non solo immaginata, rappresentata, studiata, ma anche vissuta e persino occupata. Passando idealmente per luoghi testimoni della presenza tedesca nell’Urbe, spesso oggi quasi dimenticati, se ne analizzerà lo sguardo, uno sguardo che pur cambiando al ritmo dei più generali cambiamenti sembra riportare a galla sempre gli stessi stereotipi. La Roma dei tedeschi si configura così come uno specchio dei loro desideri e sogni, un grande schermo di proiezione, un luogo utopico, ma anche una realtà quotidianamente vissuta e un laboratorio ininterrotto degli studi umanistici.

Biografia: Martin Baumeister è direttore dell’Istituto Storico Germanico dal 2012. Fino al 2017 è stato titolare della cattedra di Storia europea contemporanea all’Università Ludwig Maximilian di Monaco di Baviera. I suoi attuali ambiti di ricerca riguardano la Storia contemporanea dell’Europa del Sud e del Mediterraneo, la Storia urbana e la Storia del Cristianesimo

Giovedì 20 giugno, ore 18.00

Adelaide Ristori a Roma. Una primattrice e scrittrice globale CICLO: Figure di storia nella Roma di un tempo. RELATORE: Carlotta Sorba, storica

Nella sua vita lunga, densissima e più che mai nomade, l’attrice Adelaide Ristori si trova a vivere in prima persona molti degli eventi che segnano il processo di unificazione nazionale: dalla Repubblica romana nel 1849 alla guerra del 1859, dall’impresa dei Mille fino alla morte di Cavour. E poi a seguire, con una partecipazione spesso attenta e informata come si rileva in primo luogo nella sua corrispondenza, i percorsi complessi della vita del nuovo stato di cui diventa ambasciatrice culturale nel mondo. Moglie del marchese Giuliano Capranica del Grillo, con cui vive uno stretto e fruttuoso sodalizio teatrale, risiede per lunghi periodi nella capitale dove, dopo l’ultima tournée negli Stati Uniti nel 1885, si trova a scrivere i suoi Ricordi artistici, un progetto editoriale complesso, presto oggetto di traduzione in francese e in inglese, che segna il culmine della sua celebrità globale.

Biografia: Carlotta Sorba insegna Storia culturale all’Istituto Universitario Europeo (Firenze) e all’Università di Padova. Specialista di storia del XIX secolo ha lavorato particolarmente sul rapporto tra teatro, società e politica. Intorno a tale tema ha pubblicato Teatri. L’Italia del melodramma nell’età del Risorgimento (Il Mulino 2001) e Il melodramma della nazione. Politica e sentimenti nell’età del Risorgimento (Laterza 2015). Di recente ha curato, con Alberto Mario Banti e Vinzia Fiorino, un Lessico della storia culturale (Laterza 2023).

Giovedì 27 giugno, ore 18.00

Piazze – Fenomenologia dell’inatteso CICLO: Costruire raccontare architettura. RELATORE: Giuseppe Grant, architetto. Può una singola soluzione formale risolvere un sistema complesso come lo spazio pubblico? Può l’architettura intesa come fondale lasciar emergere desideri e modelli relazionali d’uso dello spazio pubblico sopiti nel tempo?
Nel dibattito architettonico è necessaria una riflessione ampia sul ruolo dell’architetto “con” e non “per” nei modelli di processo di costruzione dello spazio pubblico come “sistema aperto”, democratico e flessibile, capaci di coinvolgere simultaneamente il singolo individuo e la comunità lasciando ampio spazio all’improvvisazione nella creazione collettiva di spazi che accolgono l’inatteso.

Biografia: Orizzontale è un collettivo di architetti con base a Roma, il cui lavoro attraversa architettura, paesaggio, arte pubblica e autocostruzione. orizzontale promuove dal 2010 progetti di spazi pubblici relazionali, dando forma ad immagini di città dismesse o inedite. Questi progetti sono stati terreno di sperimentazione per nuove forme di interazione tra gli abitanti e i beni comuni urbani e al tempo stesso occasione per mettere alla prova i limiti del processo di creazione architettonica. Orizzontale ha costruito e sviluppato progetti in Italia, Spagna, Germania, Austria, Grecia, Ucraina, Portogallo, Olanda. “8 1⁄2”, il teatro mobile costruito da orizzontale nel 2014, è risultato vincitore del premio internazionale Young Architects Program (“YAP MAXXI 2014”) indetto dal Museo MAXXI e dal MoMA PS1. Nel 2016 orizzontale vince il concorso per la rigenerazione di Piazza della Comunità Europea ad Aprilia, indetto da MiBACT e CNAPPC. Il progetto è realizzato ed è stato premiato nel 2020 con il Premio Urbanistica dall’INU. Nel 2018 alla Biennale di Venezia orizzontale riceve dal CNAPPC il riconoscimento “Giovane Talento dell’Architettura Italiana 2018” che premia il migliore studio under 35 italiano. Dal 2020 orizzontale fonda e cura VUOTO, uno spazio transmediale di riflessione e dibattito sulla città e lo spazio pubblico. Il lavoro di orizzontale è stato esposto in mostre internazionali, tra cui la Biennale di Architettura di Venezia, la Biennale di Vienna e la Triennale di architettura di Oslo. Nel 2023 è presente alla 18. Mostra Internazionale di Architettura all’interno dell’esposizione The Laboratory of the Future, curata da Lesley Lokko presso le Corderie dell’Arsenale, e nel Padiglione Italia, nella mostra Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri curata da Fosbury Architecture. Orizzontale è composto da: Jacopo Ammendola, Juan López Cano, Giuseppe Grant, Margherita Manfra, Nasrin Mohiti Asli, Roberto Pantaleoni, Stefano Ragazzo.

Giovedì 4 luglio, ore 18.00

«Questi meravigliosissimi sassi antichi»: Tiziano a Roma (1545-1546) CICLO: Viaggi e soggiorni di artisti a Roma. RELATORE: Marsel Grosso, professore associatodi Storia dell’arte moderna, Università degli studi di Padova.

Tra l’autunno del 1545 e l’estate del 1546 Tiziano compì un viaggio a Roma, ospite del pontefice Paolo III e del suo potente nipote, il cardinale Alessandro Farnese, con l’aspettativa di ottenere un beneficio ecclesiastico per suo figlio Pomponio. A Roma i suoi entusiasmi furono tutti per l’arte classica, che ebbe il privilegio di vedere sotto la guida di Giorgio Vasari e di Sebastiano del Piombo. Nonostante la mancanza di documenti grafici relativi a questo soggiorno tra le rovine dei monumenti antichi e le collezioni d’arte, alcuni passi di lettere del cardinale Pietro Bembo, di Pietro Aretino e della biografia vasariana (1568) – che nel corso della conferenza verranno letti e commentati – sono in tal senso sufficientemente espliciti. Proprio nell’Urbe Tiziano creerà una delle pagine più alte di stile di tutta la sua carriera, il Ritratto di Paolo III con i nipoti Alessandro e Ottavio Farnese di Capodimonte, e sul versante della pittura profana porterà a compimento la Danae, conservata nello stesso museo napoletano. È intorno a questo capolavoro che Vasari diede vita al suggestivo racconto dell’incontro con Michelangelo, tutto incentrato sull’acceso dibattito tra disegno e colore, forma e natura.

Biografia: Marsel Grosso è professore associato di Storia dell’arte moderna all’Università degli Studi di Padova. I suoi ambiti di ricerca riguardano la pittura veneta e la letteratura artistica del XVI secolo, in particolare di Tiziano di cui ha ricostruito la fortuna critica nell’Italia spagnola, del rapporto di Vasari con la cultura figurativa veneziana, e di Tintoretto nel passaggio tra quarto e sesto decennio del Cinquecento, in cui si compie l’incontro del pittore con la letteratura contemporanea (Aretino, Doni, Sansovino).

Giovedì 11 luglio, ore 18.00

Roma medievale: una prospettiva archeologica. CICLO: Paesaggi del centro di Roma. RELATORE: Andrea Augenti, professore di Archeologia medievale, Università di Bologna

Da alcuni decenni le indagini archeologiche su Roma si sono moltiplicate, e hanno messo a fuoco numerosi aspetti dell’evoluzione urbana. Sono state scavate chiese, abitazioni private, aree pubbliche, impianti artigianali e altro ancora. In questo modo la nostra conoscenza della città a partire dal V secolo è molto cambiata, e Roma è diventata uno dei centri di riferimento rispetto al tema dello sviluppo delle città in Italia e in Europa. In questa occasione verranno affrontati alcuni argomenti particolarmente interessanti e significativi dello sviluppo dell’area urbana, alla luce delle scoperte archeologiche e delle riflessioni più recenti compiute dagli archeologi e dagli storici.

Biografia: Andrea Augenti insegna Archeologia medievale all’Università di Bologna. Ha condotto indagini archeologiche a Roma, Volterra, Samarcanda, Classe (Ravenna) e attualmente dirige gli scavi della città abbandonata di Cervia. E’ membro della Società degli Archeologi Medievisti Italiani, fellow della Society of Antiquaries of London e fa parte del Comitato Scientifico del Parco Archeologico del Colosseo e della Fondazione RavennAntica. Ha pubblicato numerosi libri, tra cui Archeologia dell’Italia medievale (Laterza, 2016).

Giovedì 18 luglio, ore 18.00

Alle origini dell’École française de Rome: saperi umanistici, collaborazioni internazionali e sociabilità romana.. CICLO: Una capitale internazionale: Roma e gli stranieri. RELATORE: Brigitte Marin, direttrice dell’École française

Com’è noto, Roma è un luogo eccezionale per la concentrazione di istituzioni accademiche straniere. La conferenza si propone di analizzare le circostanze che hanno portato alla creazione dell’École française de Rome, un istituto di ricerca e formazione alla ricerca in storia, archeologia e scienze sociali. Fin dai primi anni della sua esistenza, il destino di questa istituzione nazionale è stato plasmato dal potenziale di collaborazione scientifica offerto dalla città di Roma, dai legami instaurati con la società locale e dalla sua ubicazione a Palazzo Farnese, ove l’École convive con l’ambasciata di Francia in Italia da centocinquanta anni. Più specificamente, tre decreti successivi, emanati tra il 1873 e il 1875, riflettono appunto la lunga relazione vissuta dalla Francia con Roma e con le sue antichità, lo sviluppo delle conoscenze archeologiche e le vicende politiche internazionali.

Biografia: Brigitte Marin è direttrice dell’École française de Rome dal 2019 e docente ordinaria di Storia moderna all’Università di Aix-Marseille, directrice d’études all’École des hautes études en sciences sociales e socia straniera dell’Accademia di Scienze morali e politiche della Società nazionale di Scienze, Lettere e Arti in Napoli. I suoi studi riguardano la storia urbana, sociale e culturale dell’Italia moderna, e più specificamente quella della città di Napoli nel XVIII secolo.

Informazioni e Prenotazioni

Ingresso gratuito sino ad esaurimento posti.
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