La terza dose di vaccino anti Covid potrebbe presto diventare necessaria per tutti. Nel frattempo, le somministrazioni sono state avviate su determinate categorie di cittadini, dai fragili agli over 60. Lo scopo è quello di contrastare la riduzione nel tempo dell’efficacia dei vaccini e di fare in modo che la copertura sia più elevata possibile man mano che ci si avvicina all’inverno, un periodo in cui i contagi potrebbero risalire. Ma chi deve fare la terza dose? Quando? Come? Ecco la guida completa.
Perché fare la terza dose?
Secondo gli studi, l’efficacia di tutti i vaccini contro il contagio da Covid-19 diminuisce con il passare del tempo, anche se rimane elevata quella contro l’infezione grave. In base ai dati, il calo avviene a distanza di 6-9 mesi dalla somministrazione della seconda dose e riguarda soprattutto i cittadini in età più avanzata il cui sistema immunitario risponde meno ai vaccini. Dato che ci stiamo avvicinando all’inverno, periodo in cui i contagi aumentano per via delle condizioni meteorologiche, si è pensato dunque di somministrare una dose aggiuntiva ai cittadini più a rischio. Lo scopo è quello di potenziare la risposta del sistema immunitario che, così facendo, può aumentare il livello di difesa raggiunto in precedenza.
Dose addizionale e booster sono la stessa cosa?
No. Il ministero della Salute fa una distinzione tra “dose addizionale” e “dose booster”. La prima va somministrata ad almeno 28 giorni di distanza dall’ultima dose ricevuta dai pazienti. Si tratta di “una dose aggiuntiva di vaccino a completamento del ciclo vaccinale primario, somministrata al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria” ai soggetti immunodepressi. Per dose booster, invece, “si intende una dose di richiamo dopo il completamento del ciclo vaccinale primario, a distanza di un determinato intervallo temporale, somministrata al fine di mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria, in particolare in popolazioni connotate da un alto rischio, per condizioni di fragilità che si associano allo sviluppo di malattia grave, o addirittura fatale, o per esposizione professionale”.
Chi deve fare la terza dose?
In base alle indicazioni fornite dall’Ema e a quanto stabilito dal Governo Italiano, per il momento la terza dose deve essere somministrata a immunocompromessi, over 80, residenti nelle Rsa, personale sanitario, fragili e over 60. “Ci si può vaccinare con la terza dose a partire dai 60 anni. E invito tutti gli over 60 a farla, a partire dal personale sanitario e dalle Rsa, per chi siano passati i 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale. Io penso che questo sia fondamentale per proteggere ancora meglio i nostri cittadini”, ha spiegato il ministro della Salute, Roberto Speranza.
Quali vaccini vengono utilizzati?
Pfizer e Moderna, anche nel caso in cui le prime due dosi siano state effettuate con il vaccino AstraZeneca.
Quando si deve fare la terza dose?
Per la stragrande maggioranza dei cittadini, la terza dose coincide con la cosiddetta dose booster e deve essere effettuata a distanza di almeno sei mesi dalla seconda dose.
Come prenotarsi?
Dal 20 settembre è partita la somministrazione delle dosi addizionali destinate a 3 milioni di pazienti fragili. Una settimana dopo è arrivato l’ok all’inoculazione per over 80, Rsa e sanitari. Tutte le Regioni si stanno organizzando per gestire le prenotazioni delle dosi booster destinate agli over 60. In Lombardia le prenotazioni per quest’ultima categoria partiranno 27 ottobre tramite la piattaforma dedicata, il call center o il servizio “Postamat” (per chi è cliente di Poste Italiane). Nel Lazio gli over 60 vaccinati da almeno 180 giorni possono prenotare la terza dose sul sito predisposto dalla Regione, così come in Sicilia. In generale, per prenotar il vaccino occorre utilizzare gli stessi canali già usati per le altre due dosi.
Dovremo fare tutti la terza dose?
Per il momento no, ma presto la situazione potrebbe cambiare. “Verosimilmente la terza dose sarà necessaria per tutti”, ha anticipato il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, su Radio Capital. “Entro l’anno si procederà a somministrare la terza dose per anziani e personale sanitario. Poi da gennaio al resto della popolazione, scaglionato in base a quando è stata somministrata la prima e la seconda dose”, ha aggiunto.
Regole diverse per Johnson & Johnson
Per chi ha ricevuto il vaccino mododose Johnson & Johnson le regole potrebbero essere diverse diverse. In questo caso, a prescindere dal tempo trascorso dalla prima e dall’età del vaccinato (quindi anche per gli under 60), potrebbe presto essere necessario un richiamo del vaccino allo scopo di aumentare la difesa immunitaria contro il Covid. Il motivo è presto detto: con una sola dose è più difficile indurre una memoria immunitaria. “Il vaccino J&J è uno dei vaccini vettore adenovirale, come quello di Astrazeneca, monodose. È in corso un processo di revisione da parte di Fda e successivamente ci sarà certamente anche di Ema, qualora arrivassero indicazioni, come è largamente possibile, di somministrare una seconda dose: un vaccino Rna messaggero avrebbe anche il vantaggio di genere una risposta immunologica anche migliore” come Pfitzer o Moderna, ha detto il presidente del Css e coordinatore del Cts, Franco Locatelli, durante la trasmissione “Che Tempo Che Fa” su Rai3.