Peter Löscher è già alla porta. In un inusuale comunicato stampa del weekend, Siemens ha reso nota “la partenza anticipata dell’attuale presidente e amministratore delegato”. Questa la risposta del colosso tedesco al crescente disagio degli investitori e agli ultimi modesti risultati. Ora la palla dovrebbe passare – secondo i ben informati – a Joe Kaeser, direttore finanziario dell’azienda.
L’improvviso allontanamento di Löscher, secondo il Wall Street Journal, rischia di lasciare Siemens nel caos. Un trambusto pericoloso a livello globale per il produttore di apparecchi medicali, turbine eoliche e treni, uno dei più grandi gruppi industriali al mondo, di fondamentale importanza anche nel mercato italiano.
La decisione del board è arrivata dopo una giornata di incontri all’aeroporto di Monaco, con una rapidità sconcertante, dato che in Baviera i cambi al vertice sono programmati anche anni prima.
L’allontanamento di Löscher fa seguito a una serie di delusioni finanziarie e passi falsi strategici. La ciliegina sulla torta è stato il taglio – qualche giorno fa e per la seconda volta in pochi mesi – di una previsione sul corrente esercizio, spedendo le azioni della società in picchiata: il conglomerato aveva avvertito che non avrebbe raggiunto probabilmente il suo obiettivo di un margine di profitto dei settori di almeno il 12%.
L’era Löscher si conclude dunque in modo amaro. L’austriaco era arrivato al timone in uno del momenti più difficili per Siemens, ancora scossa da uno dei più grandi casi di corruzione aziendale della storia (il colosso tedesco era stato accusato di aver pagato sistematicamente tangenti ad alti ufficiali in tutto il mondo – inclusi due ex presidenti dell’Argentina – per accaparrarsi contratti).
Primo straniero al comando di Siemens, Löscher ha avuto poche esitazioni a mettere in discussione la cultura teutonica dell’azienda. Celebre la sua frase di insediamento, quando definì il management della multinazionale di Monaco “troppo bianco, troppo di sesso maschile, troppo tedesco”.