Via libera del Consiglio dei ministri al nuovo decreto per affrontare l’emergenza dopo il terremoto. Il testo, che dovrebbe essere pubblicato lunedì in Gazzetta Ufficiale, conterrà una nuova definizione del cratere del sisma e provvedimenti su agricoltura, scuola e beni culturali. L’obiettivo principale, come ha spiegato il premier Matteo Renzi nei giorni scorsi, è quello di “snellire ulteriormente i tempi, le procedure, la burocrazia” come hanno chiesto con insistenza i sindaci.
Intanto, continuano le scosse tra Marche, Umbria e Lazio. Nella notte se ne sono registrate circa 75, dopo le 105, tra cui una di magnitudo 4.8, della notte precedente. Nelle tendopoli, inoltre, ci sono nuovi disagi dovuti alla pioggia e al fango. Al momento sono oltre 28mila le persone assistite dalla Protezione Civile, dopo le scosse più forti di terremoto, quelle del 24 agosto, 26 ottobre e 30 ottobre.
Nel dettaglio, sono oltre 19mila le persone assistite nell’ambito del proprio comune: di queste, più di 17.500 in palazzetti, centri polivalenti e strutture allestite ad hoc, mentre oltre 1.600 trovano alloggio in strutture ricettive messe a disposizione sul territorio. Sono, poi, circa 8.400 le persone accolte presso le strutture alberghiere lungo la costa adriatica, mentre circa 500 persone fra Lazio, Marche e Umbria sono assistite in tenda.
Intanto, sul fronte politico, Silvio Berlusconi chiede al premier Matteo Renzi di convocare un tavolo sull’emergenza sismica: “Se prevenire i terremoti non è possibile è però doveroso fare tutto il possibile per andare incontro al bisogno delle vittime. Il governo non ha riunito ancora un tavolo, non ci ha detto come intende agire. Non si può perdere tempo”.
Renzi, dal canto suo, incalza l’Unione europea: “E’ impensabile che, per la stabilità europea, crollino le scuole”, ha detto nel corso di un intervento al Politecnico di Milano ad un incontro con il rettore. Il piano Casa Italia, secondo il premier “è destinato a sopravvivere a questo governo”.
Dall’Ue arriva la disponibilità al supporto da parte del presidente della Commissione Ue Juncker e i commissari alla gestione delle crisi e alle politiche regionali Stylinides e Cretu, che si dicono “pronti ad aiutare con misure concrete” come il meccanismo Ue di protezione civile e il Fondo di solidarietà “se l’Italia ne fa richiesta”. Per farlo, almeno in relazione al sisma del 24 agosto, la data ultima è il 16 novembre. La stima di spesa del Tesoro per la messa in sicurezza del territorio e degli edifici pubblici e per la ricostruzione si aggira intorno ai 6 miliardi di euro.