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Terremoto in Turchia e Siria: due forti scosse di magnitudo 7.8 e 7.5, migliaia di morti e feriti. Erdogan: “Il più grande disastro dal 1939”

La prima fortissima scossa è avvenuta nella notte, la seconda alle 11.24 di stamattina. 120 scosse di assestamento. Terremoto avvertito anche in Libano. Si temono fino a 10mila vittime

Terremoto in Turchia e Siria: due forti scosse di magnitudo 7.8 e 7.5, migliaia di morti e feriti. Erdogan: “Il più grande disastro dal 1939”

Fortissime scosse di terremoto hanno colpito il sud est della Turchia e il nord della Siria. Tragico il bilancio, purtroppo per il momento solo parziale: sono oltre 2.300 le vittime del disastro, migliaia i feriti. Secondo le stime dell’Usg, il sito americano sul monitoraggio sismico, si potrebbero raggiungere 10mila vittime. La prima scossa, di magnitudo 7.8, è avvenuta nella notte, alle 4:17 ora locale (le 2:17 in Italia). La seconda, di magnitudo 7.5, è avvenuta alle 11.24, ora italiana. In mezzo 120 scosse di assestamento, 43 delle quali di magnitudo 4,3 o superiore.

In base ai dati dell’Ingv e dell’Usgs, il primo sisma avvenuto alle ha avuto ipocentro a circa 25 km di profondità ed epicentro nella provincia di Gaziantep, città del sud est della Turchia a una cinquantina di chilometri dal confine siriano. Il secondo è stato localizzato a 4 km a sud-est di Ekinozu, nella provincia di Elazog, ad una profondità di 10 km. La zona si trova a circa 200 km di distanza in linea d’aria a nord-est del primo sisma. 

Il sisma è stato avvertito anche in Libano. Il ministro degli interni libanesi Bassam Mawlawi ha riferito che non ci sono vittime in Libano ma ha dato ordine alla protezione civile di mettere in sicurezza i civili nelle aree dove sono presenti edifici e infrastrutture pericolanti. Nel frattempo, alle 11.23 ora locale, un terremoto di magnitudo 4,6 della scala Richter ha colpito anche Cipro. 

“Stiamo affrontando il più grande terremoto che abbiamo visto in 24 anni in questa regione. Finora si sono verificate 100 scosse di assestamento. Circa 53 di loro sono più di 4 gradi (sulla scala Richter). Sette di loro sono più di 5 gradi. Possiamo dire che questi terremoti continueranno nei prossimi giorni”. ha affermato il dottor Haluk Özener, direttore dell’osservatorio Kandilli e istituto di ricerca sui terremoti, come riporta la Bbc in lingua turca.

Nel frattempo è stato revocato l’allarme tsunami diramato in Italia dopo il sisma.  Le previsioni indicavano un possibile arrivo dell’onda in Italia alle 6.30, lungo le coste calabresi. Per questa ragione e a scopo cautelativo, dalle 6.30, era stata interrotta la circolazione ferroviaria iniziando dalle regioni meridionali di Sicilia, Calabria e Puglia. 

La situazione in Turchia dopo il terremoto

In Turchia, secondo l’ultimo bollettino, i morti sarebbero 1.500, almeno 7.600 i feriti, ma il bilancio – avvertono le autorità – è destinato a salire. Il terremoto ha colpito in particolare le province di Adana, Malatya, Gaziantep, Diyarbakir, Hatay, Adiyaman, Osmaniye, Sanliurfa e Kahramanmaras. 

“Il terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito la Turchia la notte scorsa è stato il più grande disastro registrato nel Paese dal 1939”: ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, come riporta il Guardian. Secondo i media, il leader turco si riferiva al terremoto di Erzincan, che provocò la morte di circa 33.000 persone 84 anni fa. Il terremoto di İzmit del 1999, di magnitudo 7.6, si ritiene che abbia ucciso più di 17.000 persone.

Centinaia gli edifici distrutti dal sisma: oltre alle abitazioni, è quasi completamente crollata la Chiesa dell’Annunciazione di Iskenderun, cattedrale cattolica risalente al 19esimo secolo. Ridotto in macerie il castello di Gaziantep, struttura di epoca romana costruita nel terzo secolo. Le operazioni di soccorso continuano, si stima che moltissime persone siano ancora sotto le macerie e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan viene costantemente informato sulla situazione. Gravemente danneggiato anche il porto di Iskenderun, nel sud della Turchia.

La situazione in Siria

Tragico il bilancio provvisorio anche in Siria, dove le vittime accertate per il momento sono 810. Migliaia i dispersi e i feriti. La ong di protezione civile siriana White Helmets (Caschi Bianchi) ha dichiarato lo stato di emergenza nel nord-est del Paese e ha lanciato un appello alle organizzazioni umanitarie internazionali affinché intervengano con aiuti in tempi rapidi.

Le reazioni dal mondo 

Papa Francesco è rimasto “profondamente addolorato per l’ingente perdita di vite” provocata dal terremoto nella zona del sud-est della Turchia, assicurando a tutti i colpiti “la sua vicinanza spirituale”. E oltre alla sua “vicinanza” e al suo “cordoglio”, esprime incoraggiamento al personale di soccorso. Analoghi sentimenti il Pontefice li manifesta anche per le vittime causata dal terremoto nella zona del Nord-Ovest della Siria. Lo si legge in due telegrammi inviati, a nome del Papa, dal cardinale Pietro Parolin ai nunzi apostolici in Turchia e in Siria, mons. Marek Solczynski e card. Mario Zenari.

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen ha espresso “Piena solidarietà dopo il terribile terremoto di questa mattina. Ci uniamo al dolore delle famiglie delle vittime”.

“Un terremoto devastante ha scosso la Turchia e la Siria questa mattina, causando la morte di centinaia di persone e il ferimento di molte altre. I nostri pensieri sono rivolti alle popolazioni della Turchia e della Siria. L’Ue è pronta ad aiutare”: lo scrive in un tweet l’Alto Rappresentante per la Politica Estera Josep Borrell. “Dieci squadre di ricerca e soccorso in ambiente urbano sono state rapidamente mobilitate da Bulgaria, Croazia, Cechia, Francia, Grecia, Paesi Bassi, Polonia e Romania per sostenere i primi soccorritori sul campo. Anche l’Italia e l’Ungheria hanno offerto le loro squadre di soccorso alla Turchia”, si legge in una nota firmata da Borrell e dal commissario europeo alle Emergenze, Janez Lenarcic. “Il centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell’Ue è in contatto diretto con le autorità della Turchia per coordinare ulteriori aiuti, se necessario”, prosegue la nota in cui si specifica che è stato attivato anche il sistema satellitare Copernicus dell’Ue per fornire servizi di mappatura di emergenza.

“Gli Stati Uniti sono profondamente preoccupati per le notizie del terribile terremoto di oggi in Turchia e in Siria. Siamo pronti a fornire tutta l’assistenza necessaria. Il Presidente Biden ha incaricato l’USAID di valutare le opzioni di risposta degli Stati Uniti per aiutare le persone più colpite. Continueremo a monitorare da vicino la situazione in coordinamento con il governo della Turchia”, ha dichiarato la Casa Bianca in un comunicato.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso su Twitter le sue condoglianze alle vittime del terremoto ha offerto assistenza: “Siamo al fianco del popolo turco in questo momento difficile. Siamo pronti a fornire l’assistenza necessaria per superare le conseguenze del disastro”.

Si dice pronto a fornire assistenza anche il presidente russo Vladimir Putin. Il Cremlino, come riporta Tass, ha citato il telegramma di condoglianze di Putin al leader turco Recep Tayyip Erdogan: “Siamo pronti a fornire l’assistenza necessaria in seguito al terremoto”.  “La Russia è vicina al popolo siriano colpito duramente dal terremoto di questa notte”, si legge nel messaggio inviato dal presidente russo Vladimir Putin al suo collega siriano Bashar al Assad, secondo una trascrizione dell’agenzia governativa siriana Sana. 

Farnesina: “No vittime o feriti italiani”

“A seguito del violento terremoto che questa notte alle 4:17 ha colpito le regioni della Turchia meridionale e della Siria settentrionale, l’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri ha preso contatto con i connazionali presenti nel paese e sta agendo in stretto raccordo con le rappresentanze diplomatico-consolari italiane dell’area per verificare le condizioni delle comunità italiane nelle zone colpite. Al momento non risultano feriti o morti tra i connazionali“, precisa la Farnesina. 

“A tutti gli italiani presenti nelle zone colpite a qualsiasi titolo, anche temporaneamente, si richiede di registrarsi sul sito “Dove siamo nel mondo” e scaricare la APP “Unità di Crisi” per cellulari, attivando la geolocalizzazione”.

(Ultimo aggiornamento: ore 18 di lunedì 6 febbraio)

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