A smorzare la polemica, lanciata dal Movimento 5 Stelle, ci ha pensato la stessa Protezione Civile: “Le donazioni raccolte tramite il numero solidale 45500 – ha spiegato l’ente che sta gestendo l’emergenza terremoto e neve nel Centro Italia – , nonché i versamenti sul conto corrente bancario attivato dal Dipartimento della protezione civile, confluiscono nella contabilità speciale intestata al commissario straordinario aperta presso la Tesoreria dello Stato”.
I soldi non vengono ancora utilizzati per un semplice motivo: la raccolta a meno di proroghe, possibili vista la situazione, si chiuderà il 29 gennaio, quindi domenica prossima, secondo quanto stabilito da un accordo senza scopo di lucro con gli operatori Tim, Vodafone, Wind, 3, Postemobile, Coopvoce, Infostrada, Fastweb, Tiscali, Twt, Cloud Italia, Uno Communication e Convergenze Spa. “Fino a che non si sa con esattezza quanti soldi siano stati raccolti (finora la cifra si aggira comunque attorno ai 28 milioni di euro, per ora) non si può decidere quali progetti finanziare”, dice ancora la Protezione Civile.
“Le somme servono a finanziare gli interventi di ricostruzione nei territori – spiega l’ente diretto da Fabrizio Curcio -. Quindi è esclusa ogni utilizzazione per scopi emergenziali. Alla fine della raccolta viene nominato un Comitato di garanti, che ha il compito di valutare e finanziare i progetti presentati dalle Regioni in accordo con i Comuni interessati. Del progetto viene seguito anche tutto l’iter della realizzazione. Ad esempio in Emilia, dopo il terremoto del 2012, i fondi solidali sono stati usati per ricostruire scuole e palestre”.