Il sistema europeo EISAC.it (European Infrastructure Simulation and Analysis Centre) per il controllo di eventi estremi che minacciano le opere pubbliche, debutta in Italia. Benché concepito per essere applicato in tutti i Paesi Ue a garanzia della sicurezza territoriale ed ambientale, soltanto in questi gironi parte in Italia grazie ad ENEA, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS).
I tre Enti hanno firmato un accordo per renderlo operativo su tutto il territorio nazionale. L’Italia sarà, così, il primo Paese a gestire un sistema integrato di monitoraggio del rischio delle infrastrutture critiche. L’accordo firmato da Mario Nobile, direttore generale per la Digitalizzazione del MIMS, dal Presidente dell’ENEA, Gilberto Dialuce e dal Presidente dell’INGV, Carlo Doglioni userà tecnologie molto avanzate in grado di rafforzare la sicurezza di strade e ferrovie.
Non sfugge , purtroppo, il collegamento con la tragedia del Ponte Morandi di Genova del 2018, che con questi sistemi, forse si sarebbe potuta evitare. È evidente, tuttavia, che l’Italia incamminata sulla strada della transizione ecologica e digitale avesse necessità di mettere in campo azioni di questo tipo ormai da tempo. Per fortuna sulle manutenzioni si stanno muovendo anche altre istituzioni e banche sia a livello locale che centrale. Certamente, ha detto il Ministro Giovannini , “innovazione e digitalizzazione sono valide alleate per creare un sistema infrastrutturale che sia sempre più sicuro”. Non si penserà solo alle infrastrutture tradizionali, ma ad una vera e propria info-struttura che permetterà attraverso i dati di proseguire sulla strada della resilienza e della transizione digitale ed ecologica. Una mappa per capire eventi naturali estremi collegati all’intero sistema di trasporti e mobilità esposto a incendi, terremoti, inondazioni, criticità climatiche. D’altra pare il programma europeo con il EISAC.it è nato per questo.
La collaborazione con gli Enti di gestione
Gli Enti lavoreranno in sintonia con ANAS, RFI e con tutti gli operatori privati in regime di concessione. Tutti avranno a disposizione i dati per studiare anche i danni da usura. Per due Enti partner del Ministero il compito è in un certo senso facilitato. ENEA, per esempio, già sviluppa modelli e sistemi di analisi di reti elettriche, acqua e gas, telecomunicazioni. “Stiamo sviluppando anche sistemi di supporto alle decisioni, modelli di simulazione di eventi avversi, contromisure efficaci per ridurne l’impatto e la gestione efficiente delle crisi” aggiunge Gilberto Dialuce. Quanto all’INGV la sua missione è proprio di tenere sotto osservazione i rischi sismici, vulcanici e da maremoto.
Abbassare i rischi nel segno della transizione digitale
Tra i punti rilevanti del protocollo d’intesa, c’è anche la gestione e l’utilizzo dell’Anagrafe Nazionale delle Opere Pubbliche (AINOP), con dati sismici, idraulici, idrogeologici e meteorologici. L’Anagrafe sarà al centro del nuovo sistema di gestione della sicurezza sia come destinatario delle informazioni che verranno acquisite sulle opere, sia come fornitore di dati per abbassare il rischio. Fabio Pistella, che avrà il compito di coordinare le attività di ENEA e INGV, spiega che quando si parla di infrastrutture ci riferiamo ad un “un sistema ormai totalmente interconnesso per cui è diventato necessario predisporre misure di protezione sistemica e non più verticali. A questo riguardo ENEA metterà a disposizione la piattaforma di supporto alle decisioni operative per mitigare tutti i tipi di rischi ambientali, climatici, strutturali.