Terna incassa e rilancia. La società che gestisce la rete di trasmissione dell’energia in Italia vede il proprio utile incrementarsi di 513,6 nel 2013 (+10,8% rispetto al 2012), raggiungendo i 4,3 miliardi complessivi negli 8 anni di vita, e conferma il dividendo per gli azionisti a 0,20 centesimi, destinando una somma ancora superiore al Piano strategico 2014-2018.
Nei prossimi 5 anni il Gruppo Terna prevede infatti di investire 5 miliardi di euro di cui 3,6 in attività regolate per la sicurezza e l’ammodernamento della Rete elettrica, e dei quali l’81% sarà destinato proprio allo sviluppo della Rete. A quello presentato oggi a stampa e analisti dall’ad Flavio Cattaneo e dal presidente Luigi Roth, si aggiunge poi il Piano di Sviluppo più ampio, che prevede investimenti complessivi per 8,1 miliardi di euro, di cui 5,6 miliardi di euro nei prossimi 10 anni, che saranno destinati alla riduzione delle congestioni interzonali in favore della piena integrazione nel sistema elettrico delle fonti di energia rinnovabile e a garantire sicurezza e qualità del servizio elettrico.
Una cifra, otto miliardi, pari a quella già investita dal 2005 ad oggi, che è stata utile a colmare il gap infrastrutturale fra l’Italia e il resto d’Europa attraverso la realizzazione di 2.500 km di nuove linee e 89 nuove stazioni elettriche e a generare per le famiglie e le imprese italiane 5,4 miliardi di risparmi, che saliranno fino a 15 miliardi con i benefici futuri. Terna ha dunque reso possibile una riduzione del costo del servizio di trasmissione, nonostante sia inferiore alla media europea anche la remunerazione degli investimenti e soprattutto mentre è superiore il costo dell’energia: il Pun medio del 2013 costa infatti il 30% in più in Italia, circa 63 euro/MWh contro 42 euro/MWh della media Ue.
Ecco perché, dovendo importare energia dall’estero perché costa meno, è importante migliorare la rete infrastrutturale. Così come è stato fatto l’anno scorso in Piemonte con la nuova interconnessione capace di scambiare energia con la Francia attraverso una innvoativa tecnologia a impatto ambientale zero: l’opera, del valore di oltre 400 milioni di euro, rientra nelle attività di acquisizione previste nel Piano strategico quinquennale, così come il possibile deal di Tamini Group, azienda di Melegnano che produce trasformatori per centrali elettriche e che nel 2012 ha fatturato 130 milioni.
Oltre alle attività tradizionali e alle acquisizioni, Terna punta anche sulle attività definite non tradizionali, che hanno già generato nel periodo 2005-2013 1,3 miliardi di euro soprattutto grazie alla valorizzazione degli asset in Brasile, primo Paese estero dove il gruppo è andato a fare affari, e alle realizzazione e vendita di impianti per il fotovoltaico. Anche il questo caso il gruppo guidato da tre anni da Flavio Cattaneo (il cui mandato scade quest’anno e potrebbe far finire il manager lombardo nel toto-nomine delle grandi società statali), non si accontenta e rilancia: nel Piano aumenta l’impegno fino a 1,3 miliardi di euro per le attività non tradizionali, con un occhio particolare all’America Latina e soprattutto al Cile. “Stiamo lavorando su Paesi come il Cile – ha detto Cattaneo in conferenza stampa – perché abbina stabilità e prospettive di crescita, con grosse potenzialità su rinnovabili e infrastrutture di trasmissione”.
Il Cile potrebbe rappresentare dunque il mercato del prossimo futuro, ma c’è anche l’ipotesi Grecia, Paese con caratteristiche da “ri-emergente”, che secondo il Fmi nel 2015 crescerà di quasi il 3%, aprendo spiragli a investimenti stranieri. Come ad esempio quello per partecipare all’asta per la privatizzazione delle rete di trasmissione, che dovrebbe partire entro l’estate di quest’anno: “Siamo interessati – ha detto l’ad Cattaneo -, ma l’asta non è ancora partita; ci sarà comunque una manifestazione di interesse, la Grecia è vicina all’Italia ed è già interconnessa”.
Cattaneo ha infine elencato tutti gli altri dati relativi al 2013, molto positivi. I ricavi consolidati dell’esercizio ammontano a 1.896,4 milioni di euro e registrano una crescita di 90,5 milioni di euro rispetto al 2012 (+5%). I costi operativi, pari a 415,3 milioni di euro sono sostanzialmente in linea rispetto all’esercizio precedente (-0,5 milioni di euro, -0,1%), pur con una diversa distribuzione delle voci di spesa. L’Ebitda (Margine Operativo Lordo) dell’esercizio si attesta a 1.481,1 milioni di euro, con un incremento di 91 milioni di euro rispetto ai 1.390,1 milioni di euro del 2012 (+6,5%). L’incremento dei ricavi e la sostanziale stabilità dei costi si riflette sull’Ebitda margin che passa dal 77% del 2012 al 78,1% dell’esercizio 2013. Gli ammortamenti dell’esercizio crescono di 22,8 milioni di euro rispetto al 2012, principalmente per l’entrata in esercizio di nuovi impianti. L’Ebit (Risultato Operativo), pertanto, si attesta a circa 1.037,7 milioni di euro, in crescita di 68,2 milioni di euro (+7%) rispetto al 2012. La situazione patrimoniale-finanziaria consolidata al 31 dicembre 2013 rileva un Patrimonio netto di Gruppo in crescita a 2.940,6 milioni di euro (2.788,3 milioni di euro al 31 dicembre 2012). Infine Terna, a fine 2013, ha raggiunto i 3.445 dipendenti.