Cresce il consumo di elettricità degli italiani e torna ai livelli pre pandemia. Un numero su tutti: nel mese di settembre l’Italia ha consumato 27 miliardi di kWh di energia elettrica. A dirlo è Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale. Il valore è in crescita dell’1,9% rispetto allo stesso mese del 2020 e superiore del 2% rispetto a quello del 2019. A livello industriale, l’indice IMCEI, che prende in esame e monitora in maniera diretta i consumi industriali di circa 530 clienti cosiddetti energivori connessi alla rete di trasmissione elettrica nazionale (grandi industrie dei settori cemento, calce e gesso, siderurgia, chimica, meccanica, mezzi di trasporto, alimentari, cartaria, ceramica e vetraria, metalli non ferrosi), ha registrato un +8,1% rispetto a settembre di un anno fa, grazie alla crescita di quasi tutti i comparti. Nel dettaglio, il mese di settembre ha avuto lo stesso numero di giorni lavorativi (22) e una temperatura media mensile superiore di circa 0,4°C rispetto a settembre del 2020. Il dato della domanda elettrica, destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura, è in crescita dell’1,3%.
A livello territoriale, la variazione tendenziale di settembre è stata ovunque positiva: +2,9% al Nord, +0,7% al Centro e +0,6% al Sud. In termini congiunturali, il valore destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura ha fatto registrare una flessione dell’1,1% rispetto al mese precedente (agosto 2021). Nei primi nove mesi del 2021, la domanda elettrica in Italia è in crescita del +6,2% rispetto all’omologo periodo dello scorso anno (invariato il dato in termini rettificati). Nel mese di settembre la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per circa l’85% con produzione nazionale e per la quota restante (15%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In particolare, la produzione nazionale netta (23,1 miliardi di kWh) ha registrato una diminuzione del 6,2% rispetto a settembre 2020. Le fonti rinnovabili hanno coperto complessivamente il 31% della domanda mensile. In lieve aumento le fonti di produzione geotermica (+0,9%) e fotovoltaica (+0,4%); in flessione tutte le altre (idrica -23,3%; eolica -26,2%; termica -1,5%).
Per quanto riguarda il saldo import-export, la variazione è pari a +100% per un effetto combinato dell’aumento dell’import (+70,6%) e di una riduzione dell’export (-61%). L’indice IMCEI elaborato da Terna conferma anche per questo mese il forte incremento dei consumi industriali rispetto ai valori sia dello scorso anno (+8,1% su settembre 2020) sia del periodo pre-Covid (+4,1% su settembre 2019).
Ma c’è anche qualche dato negativo. Mentre crescono a doppia cifra i settori di siderurgia, meccanica e metalli non ferrosi, si registrano segnali di flessione limitati ai comparti dei mezzi di trasporto, dell’alimentare e della chimica. Con dati destagionalizzati e corretti dagli effetti di calendario, l’indice IMCEI ha fatto registrare una variazione congiunturale negativa del 3,6% rispetto al mese precedente (agosto). Considerati i valori anomali dei consumi elettrici registrati a partire da marzo 2020, per effetto dell’entrata in vigore delle misure anti-Covid, anche per questo mese Terna ha ritenuto opportuno condurre un’analisi statistica supplementare prendendo come riferimento l’anno 2019. Secondo i dati di Terna, il valore di fabbisogno elettrico di settembre 2021 risulta in aumento del 2% rispetto a settembre 2019. Il valore dei primi nove mesi del 2021 è in flessione dell’1,1% rispetto all’omologo periodo del 2019.