Terna e Ubi hanno collocato sul mercato due green bond da 500 milioni di euro l’uno, entrambi destinati a investitori istituzionali.
La durata dell’obbligazione emessa dalla società che gestisce la rete elettrica è di sette anni, con scadenza fissata al 10 aprile 2026. Molto alta la domanda, che ha superato di circa sette volte l’offerta.
Sul bond sarà pagata una cedola pari all’1,000%. L’obbligazione sarà emessa a un prezzo pari al 99,886%, con uno spread di 78 punti base rispetto al tasso di midswap e uno spread indicativo più basso di circa 100 punti base rispetto al Btp di pari durata. Il costo effettivo per Terna dell’emissione risulta, quindi, pari all’1,02% rispetto a un costo medio complessivo del debito consolidato di Piano pari all’1,6%.
Per il green bond di Terna sarà presentata richiesta per l’ammissione a quotazione alla Borsa del Lussemburgo.
Al titolo è stato attribuito un rating BBB+ da Standard and Poor’s, Baa2 da Moody’s e BBB+ da Fitch. L’emissione obbligazionaria è stata collocata da un sindacato di banche composto da Banca Imi, Bnp Paribas, Citi, Goldman Sachs, Mediobanca, Santander e Unicredit.
Per quanto riguarda invece il green bond di Ubi, il titolo ha scadenza a cinque anni e, spiega la Banca, andrà a rifinanziare un portafoglio selezionato di project finance (0,5 miliardi di euro su un totale di 1,3 miliardi) nei settori delle energie rinnovabili, focalizzato essenzialmente (86%) su energia solare ed eolica.
Ubi pubblicherà ogni anno, per tutta la durata del bond, un report sull’allocazione dei proventi e sui benefici ambientali generati dai progetti finanziati.
La domanda, proveniente da circa 150 investitori, ha raggiunto quota 1,5 miliardi di euro, di cui il 73% dall’estero, principalmente da Francia (35%), Germania/Austria (13%), Paesi Nordici (12%), UK/Irlanda (6%) e Spagna/Portogallo (5%). Prevalente la sottoscrizione da parte dei fondi (68%).
La cedola fissa dell’1,5% sarà riconosciuta in via posticipata il 10 aprile di ogni anno a partire dal 2020.
“Questa emissione inaugurale – spiega Victor Massiah, consigliere delegato del gruppo – rappresenta un passo ulteriore nel perseguimento di una strategia aziendale sempre più inclusiva di temi di sostenibilità”.