Continuano a calare i consumi elettrici.
Secondo i dati di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, a gennaio 2023, l’Italia ha consumato complessivamente 26,2 miliardi di kWh di energia elettrica, un dato in flessione del 4,6% rispetto a gennaio del 2022.
I dati in dettaglio
Gennaio ha avuto un giorno lavorativo in più e una temperatura media mensile superiore di 1,5°C rispetto a gennaio 2022. Il dato della domanda elettrica, destagionalizzato e corretto, è in diminuzione del 4,3%.
Il calo si è registrato su tutto il territorio nazionale: -4,2% al Nord, -5,1% al Centro e -5,2% al Sud e nelle isole. La richiesta elettrica è rimasta stazionaria rispetto al mese precedente (+0,1%).
La domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’81,9% con produzione nazionale e per la quota restante (18,1%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. La produzione nazionale netta è risultata pari a 21,6 miliardi di kWh, in diminuzione del 13,7% rispetto a gennaio 2022. Le fonti rinnovabili hanno coperto complessivamente il 28,2% della domanda elettrica. In calo la produzione di fotovoltaico -13,9%, eolico -10,5%, idrico -10,9% e geotermico -4,4%. Scende anche la generazione termica (-14,9% rispetto a gennaio 2022).
La produzione delle fonti rinnovabili è stata così suddivisa nel mese di gennaio: 30,9% eolico, 28,2% idrico, 19,8% biomasse, 14,9% fotovoltaico e 6,2% geotermico. Per quanto riguarda il saldo import-export, la variazione è pari a +86,1% per un effetto combinato di un aumento dell’import (+59,5%) e di una diminuzione dell’export (-45,3%).
In base alle rilevazioni, comprese tutte le fonti rinnovabili, a gennaio 2023, l’incremento di capacità in Italia è pari a 297 MW, un valore in crescita (+170%) rispetto allo stesso periodo del 2022.
Primi segnali di ripresa per il comparto industriale
L’indice IMCEI, relativo ai consumi industriali di gennaio 2023, ha fatto registrare una flessione dell’8,5% rispetto allo stesso mese del 2022, ma una crescita del 3,5% rispetto a dicembre 2022. È il primo aumento registrato dopo due mesi consecutivi di flessione. In particolare, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, hanno registrato un aumento i consumi dei settori degli alimentari, della chimica, dei mezzi di trasporto, delle ceramiche e delle vetrarie; valori negativi, invece, per i comparti della siderurgia, della meccanica, della cartaria, dei metalli non ferrosi e del cemento, calce e gesso.