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Terna: a giugno consumi elettrici in calo del 9,2%. Cresce la capacità installata delle rinnovabili

Prosegue il recupero della produzione idroelettrica e la crescita del fotovoltaico grazie alle maggiori precipitazioni registrate a giugno e all’aumento delle nuove installazioni

Terna: a giugno consumi elettrici in calo del 9,2%. Cresce la capacità installata delle rinnovabili

Anche a giugno, gli italiani hanno consumato meno energia elettrica rispetto al 2022. Secondo i dati di Terna, nel mese di giugno la domanda di elettricità in Italia è stata pari complessivamente a 25,4 miliardi di kWh, un valore in diminuzione del 9,2%. Cresce il peso delle fonti rinnovabili che hanno prodotto complessivamente 11,3 miliardi di kWh, coprendo il 44,3% della domanda elettrica (contro il 35% di giugno 2022) merito del recupero della produzione idroelettrica. Si sono ridotti anche i consumi industriali, che hanno fatto registrare una riduzione dell’5,8% rispetto a giugno dello scorso anno. Positiva la variazione dei comparti dei mezzi di trasporto e degli alimentari mentre tutti gli altri settori, in particolare la chimica, hanno avuto variazioni negative.

Terna: forte aumento della capacità eolica e fotovoltaica installata

La capacità installata da fonte eolica e fotovoltaica in Italia ha raggiunto, nel mese di giugno, 39,5 Gw. Considerando tutte le fonti rinnovabili, nel primo semestre 2023 l’incremento di capacità in Italia è pari a quasi 2,5 Gw, un valore superiore di circa 1,4 Gw (+120%) rispetto allo stesso periodo del 2022. Negli ultimi 18 mesi le installazioni mensili di nuova capacità rinnovabile sono sostanzialmente quintuplicate, passate dai 110 Mw mensili di gennaio 2022 ai quasi 500 Mw mensili di giugno 2023.

Consumi elettrici: confronto tra 2023 e 2022

Dal confronto tra il primo semestre 2023 e l’analogo periodo del 2022 emergono sostanziali differenze. La domanda di energia elettrica in Italia risulta in calo del 5,3% (-4,3% il dato rettificato), variazione negativa anche dell’Indice Imcei (elaborato dall’azienda, che prende in esame i consumi industriali di circa 1.000 imprese “energivore), pari a -6,4%, e della produzione termoelettrica (-16,6%). In aumento, invece, la produzione di energia da fonti rinnovabili (+4,3%) e il dato dell’importazione (+17,6%). 

Nel dettaglio, giugno ha avuto lo stesso numero di giorni lavorativi (21) e una temperatura media mensile inferiore di ben 2,3°C rispetto a giugno del 2022, che ha comportato una contrazione dei consumi per raffrescamento stimabile in circa 1,3 TWh. Il dato della domanda elettrica, destagionalizzato e corretto dall’effetto della temperatura, è quindi in calo del 4,9%. A livello territoriale, la variazione tendenziale di giugno 2023 è stata ovunque negativa: -8,8% al Nord, -10% al Centro e -9,6% al Sud e Isole.

In termini congiunturali, il valore della richiesta elettrica, destagionalizzato e corretto dall’effetto temperatura, risulta sostanzialmente stabile (+0,1%) rispetto a maggio 2023. Complessivamente nel secondo trimestre 2023, il dato del fabbisogno destagionalizzato risulta in flessione dell’1,4% rispetto al primo trimestre.

Rinnovabili: prosegue il recupero della produzione idroelettrica

Nel mese di giugno 2023 la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’87,3% con la produzione nazionale e, per la quota restante (12,7%), dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. La produzione nazionale netta è risultata pari a 22,3 miliardi di kWh, in diminuzione del 7,9% rispetto a giugno 2022. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 44,3% della domanda elettrica, la cui produzione è stata così suddivisa: 43,5% idrico, 31,4% fotovoltaico, 12,1% biomasse, 9,2% eolico, 3,8% geotermico.

Il recupero della produzione da fonte idrica e la crescita del fotovoltaico hanno giovato della maggiore piovosità e all’aumento del parco installato di circa 3,8 Gw rispetto a giugno 2022. In forte flessione la produzione da fonte termica (-22%) ed eolica (-19,1%); in leggero aumento la produzione geotermoelettrica (+1,6%). Per quanto riguarda il saldo import-export, la variazione è pari a -17,2% per un effetto combinato della diminuzione dell’import (-12,7%) e dell’aumento dell’export (+97,5%).

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