Nel 2013 nel comparto termale italiano è proseguita la fase recessiva iniziata negli ultimi anni ed aggravata dalla situazione economica. E’ quanto emerge dalla lettura dei dati economici effettuata dall’Area Research & IR di Banca MPS, che ha cercato di analizzare le peculiarità del settore. Secondo il UNWTO nel 2013 il turismo internazionale ha registrato un incremento di introiti, che raggiungono la cifra di 3.200 mld di $ (+5% a/a) e di arrivi che toccano quota 1,087 mld (+5% a/a ). L’Europa si conferma come l’area che ha attratto il maggior numero di turisti (563,8 mln), seguita da Asia (248,7 mln), Americhe (168,2 mln), Africa (55,9 mln) e Medio Oriente (50,8 mln).
All’interno di questo comparto il turismo del “benessere” mondiale ha un valore stimato nel 2013 di circa 439 mld di $, classificandosi al secondo posto dopo solo il turismo cultura (800 mld di $); questo segmento – che comprende anche il turismo termale e le Spa di lusso – ha un’incidenza pari al 14% sul totale delle entrate turistiche a livello mondiale. Secondo il rapporto globale Turismo Wellness Economy, il comparto è destinato a crescere in media del 9,9% all’anno per i prossimi cinque anni, quasi il doppio del turismo globale.
Oltre la metà della crescita nel turismo del benessere fino al 2017 sarà generata dall’Asia, dall’America Latina e dal Medio Oriente con una crescita superiore al 20% annuo. Europa e Nord America guidano il turismo benessere internazionale outgoing, con cinque Paesi (Stati Uniti, Germania, Giappone, Francia e Austria) che nel 2013 rappresentano il 63% del mercato globale. Tra le nuove tendenze vi è quella della “vacanza salutare”, all’insegna della cura e bellezza del proprio corpo. Il turismo termale è una componente fondamentale del turismo del benessere, rappresentando il 41% del mercato globale.
Il comparto termale attualmente si caratterizza per varie attività che vanno dall’imbottigliamento di acque, ai tradizionali servizi sanitari, ai servizi benessere e fitness, comprese le attività cosmetiche. In Italia le imprese classificate come aziende termali sono circa 380, e offrono, complessivamente, 28.000 posti letto, di cui, quasi il 50%, localizzato nel Nord Italia. Il Veneto è la prima regione italiana con 85 aziende termali. Secondo i dati Istat, relativi alla capacità degli esercizi ricettivi, i comuni “termali” in Italia sono 170, con circa 3.700 strutture ricettive. Dopo un ottimo 2011, dove si è registrato un dato molto positivo per l’affluenza nelle località termali il 2012 è stato un anno di crisi. Doppia flessione sia degli arrivi (-0,7% a/a) che delle presenze (-3,6% a/a), nemmeno il dato degli stranieri ha saputo mitigare il risultato finale.
Gli italiani continuano a mantenere più del 55% degli arrivi e delle presenze nel comparto, anche se gli stranieri scelgono sempre più il Bel Paese per trascorrere qualche giorno alle “terme”. Nel 2012 i ricavi totali del “settore termale allargato” in Italia sono in flessione arrivando a 719,3 mln di euro (-6% a/a rispetto al 2011) causata principalmente dalle cure termali (-7,8% a/a) mentre per gli altri beni e servizi si sono riscontrate tendenze meno sfavorevoli (-4,4% a/a). Il settore termale non può che essere legato alla valorizzazione del territorio, passando dall’innovazione e dagli investimenti e la proposta ai clienti (specialmente a quelli provenienti dall’estero) di strutture di alta qualità, facendo sistema con gli altri operatori del territorio e con le istituzioni per valorizzare i patrimoni naturali.
Le potenzialità per un piazzamento migliore a livello internazionale del sistema termale italiano dovranno passare da una migliore valorizzazione del tesoro culturale ed artistico che detiene il nostro Paese, considerato da tutti il “Bel Paese”. Unica incognita è arriva dal mondo delle SPA, beauty farm etc. che potrebbero erodere il mercato. Quindi alleanza o diversificazione?