Cresce la tensione sul mercati obbligazionari dei Paesi periferici della zona euro. L’annuncio delle nuove elezioni in Grecia e il mancato accordo per un governo europeista, che portano con sé la minaccia di un’uscita dall’euro da parte di Atene, fanno infiammare gli spread. In Italia si stanno toccando punte che non si registravano da metà gennaio. Il differenziale tra i Btp decennali e i corrispettivi Bund tedeschi questa mattina ha già superato i 440 punti base, per poi riscendere a 437. Il rendimento del titolo italiano a 10 anni è al 5,84%, mentre il bond a 2 anni segna un 3,59%.
Ma è la Spagna ad essere davvero nell’occhio del ciclone. Le sofferenze del sistema bancario e i preoccupanti dati macro-economici, fanno pensare che la situazione del Paese iberico sia più difficile di quanto non sembri al primo ministro Mariano Rajoy. In attesa dell’asta dei Bonos di questa mattina, lo spread con il Bund ha sfiorato i 490 punti, per poi attestarsi a quota 487.
In Francia, dopo il “freddo incontro” tra il nuovo premier Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel, lo spread non ha subito grandi variazioni, e continua a mantenersi sui 141 punti, vicino ai massimi da inizio anno.