In attesa di capire quali saranno le ricette per la crescita che l’Europa metterà in campo, stretta tra l’avanzata populista di Hollande (che vuole ricondizionare il fiscal compact) e l’asse Roma-Berlino (per cui la revisione del patto di bilancio non è all’ordine del giorno), le Borse europee si riprendono ma mancano gli spunti positivi per continuare il deciso rally degli ultimi giorni: chiudono in territorio positivo Londra a +0,38% e Francoforte a +0,55%, mentre Parigi cede lo 0,26% e Milano arretra dello 0,66%. Milano rimane indietro trascinata al ribasso da uno spread che in giornata ha superato i 400 punti base e che alla chiusura viaggiava a quota 395 punti. Il differenziale con il bund è tornato sulla strada del rialzo dopo l’asta Bot: nonostante la buona domanda, i tassi sul semestrale sono saliti all’1,7%. Domani è attesa l’asta dei Btp quinquennali e decennali per 5 miliardi.
Sulle piazze europee, nervose fin dalla mattinata, ha pesato il dato sulla fiducia nelle prospettive economiche di Eurolandia, diminuito più del previsto. Poi sono arrivate cattive notizie anche sul fronte del lavoro Usa: le richieste di sussidi di disoccupazione sono diminuite meno del previsto. Cui si è aggiunto il brusco calo dell’indice Chicago Fed sull’economia. Meglio delle attese invece i dati sui compromessi per l’acquisto di case negli Usa cresciuti a marzo del 12,8%. A Wall Street, cauta soprattutto per i dati sul lavoro, alla chiusura dei mercati europei gli indici si muovono contrastati: il Dow Jones sale dello 0,32% mentre il Nasdaq cede lo 0,10%. Si è già spento l’effetto Fed che ha confermato la politica di tassi bassi fino al 2014 ma comunque ha escluso un nuovo quantitative easing. Il cambio euro dollaro si porta a 1,3233.
CADE FIAT NONOSTANTE L’EXPLOIT DI CHRYSLER
DOMANI L’ASSEMBLEA MPS SANCISCE L’ARRIVO DI PROFUMO
Giornata in rosso per le principali banche di Piazza Affari: Unicredit –2,77%, Intesa –0,95%, Ubi -2,95%, Mps -2,96%. Domani a Siena è in programma l’assemblea che sancirà la svolta al vertice con l’arrivo di Alessandro Profumo alla presidenza e il passaggio di Fabrizio Viola da direttore generale ad amministratore delegato. Ma sul fondo del Ftse Mib ci sono alcuni titoli industriali. A partire dal tonfo di Fiat (-5,13%) dopo i conti del primo trimestre 2011 nonostante gli utili quadruplicati di Chrysler e la conferma dei target 2012. Già perché il gruppo ha chiuso con utili a 379 milioni ma senza la sponda d’oltreoceano il bilancio si sarebbe chiuso con una perdita di 273 milioni di euro mentre la previsione media degli analisti era di un utile netto di 205 milioni. Sale inoltre l’indebitamento netto industriale del gruppo a 5,8 miliardi di euro dai 5,5 miliardi di euro alla fine del 2011.
In forte calo anche Finmeccanica (3,99%) travolta dalle vicende giudiziare che coinvolgono anche l’ad Giuseppe Orsi. Diasorin cede il 4,86% e Buzzi Unicem il 4,46%. In evidenza a Piazza Affari sul Ftse Mib Tenaris (+4,56%) spinta dai risultati del primo trimestre, Fiat Industrial (+1,69%) che continua il rally innescato ieri anch’essa grazie agli ottimi conti, e Salvatore Ferragamo (+4,12%) e Lottomatica (+2,4%) che festeggia la revisione al rialzo dell’outlook d S&P.
FONSAI, CONCAMBI: CDA PREALLERTATO PER DOMANI
AI FRATELLI LIGRESTI 7,8 MILIONI PER GLI INCARICHI
In attesa del board di oggi per l’insediamento del nuovo cda per attribuire le deleghe e a formare i comitati interni, Fonsai (-4,35%) continua il lavoro e gli incontri sui concambi per l’integrazione con Unipol. Domani si riunisce anche il cda di Premafin. Intanto emerge dalla relazione sulle remunerazioni di Premafin (-4,35%) il quadro completo dei compensi 2011 pagati ai tre fratelli Ligresti per le loro cariche in Premafin e nelle controllate compresa Fonsai che ammontano a circa 7,8 milioni di euro complessivi: Giulia Ligresti ha ricevuto 2,95 milioni, di cui 2,12 milioni per la presidenza della holding. A Jonella Ligresti sono andati 2,6 milioni, in gran parte riconducibili alla presidenza di Fonsai mentre Paolo Ligresti ha ricevuto 1,7 milioni di euro e 632 mila franchi svizzeri.