E quest’anno proprio per la Vinci (che quando gioca al meglio sembra una Navratilova non mancina) è stato davvero fantastico. E non soltanto in doppio. Visti i quarti di finale raggiunti proprio in quest’ultimo torneo (eliminata proprio dal Sara). A conferma del fatto che il doppio fa bene soprattutto al singolo. Ne sa qualcosa la Errani, che proprio grazie alla lunga pratica del doppio ha ottenuto miglioramenti straordinari in singolo. Di qui una finale a Parigi una semifinale a New York.
Il paragone con i maschietti Pietrangeli e Sirola (l’unica coppia Italiana a vincere, a Parigi, uno slam) potrebbe venire naturale. Ma va meglio per la Vinci, i cui risultati richiamano quelli del doppista fiumano (Orlando Sirola): tanto affidabile in doppio, quanto capace di grandi exploit in singolare. Come quando Orlando sul due a due, fuori casa, battè l’americano Barry Mac Cay, portandoci alla finalissima di Davis, poi persa contro l’Australia. Quanto a Sara, più che Pietrangeli, a me ricorda Beppe Merlo, singolarista di quei tempi: fragile sul servizio, micidiale nei colpi di anticipo dentro il campo. Il tennis è fatto spesso di ricordi e inutili paragoni. Soprattutto per vecchi e nostalgici frequentatori dei campi.