Sara Errani, la piccola grande donna del tennis italiano, è in finale agli Internazionali d’Italia. C’è arrivata battendo l’una dopo l’altra la cinese Li Na, attuale numero 2 del mondo, e ieri la serba Jankovic, già numero 1 del mondo e, attualmente pronta a rientrare nelle prime 5. In finale la Errani se la vede con Serena Williams, la più forte del mondo in classifica, e con la quale ha perso l’anno scorso per 6-0 6-1 nella semifinale del Roland Garros. Appare chiaro che Sara non parte da favorita.
Ma prima di provare a spiegare quali saranno le scarne possibilità di capovolgere un pronostico, parliamo di Sara e delle due formidabili partite che le hanno consentito di essere la prima italiana, dal 1950 (mi pare vi arrivò Annalisa Bellani) ad approdare alla finale del torneo di Roma. La Errani è alta un metro e 63 cm, le sue colleghe, nel peggiore dei casi si avvicinano al metro e 80. Serve la prima di battuta a 120 km all’ora. In pratica a due terzi di velocità rispetto a Serena Williams che talvolta arriva a 190. Si comprende quindi che la tennista romagnola ha finora incontrato non indifferenti handicap di partenza rispetto alle sue colleghe concorrenti. Eppure è stata nelle prime 10 del mondo e sta per rientrarvi. Riesce a dare il meglio di sè in tornei di altissimo livello, come Parigi e Roma. In teoria è un miracolo. Ma nel tennis talvolta i miracoli si possono spiegare.
Già, bene le gambe, benissimo il cranio, ma il servizio? E’ questo certamente il maggior hanicap con il quale ha dovuto fare i conti la carriera della Errani. Spesso ha rimediato recuperando in risposta quel che perdeva in battuta. E poi tenendo molto alta la percentuale delle sue, pur non velocissime, prime palle. Eppure, proprio a Roma Sara si è presentata con una battuta, se non nuova di zecca, almeno corretta e semplificata. La Errani ha accorciato il movimento. Non procede al mulinello preliminare e parte per il servizio tenendo già la testa della racchetta dietro la schiena. Il tutto si traduce in un minore sforzo fisico, in un maggior controllo dell’effetto da dare alla palla, e in una più rapida uscita dalla zona di servizio, per trovarsi subito pronta dinanzi alla aggressività della risposta dell’avversaria. Senza contare che a quest’ ultima arriva una palla che magari viaggia soltanto attorno ai 100 km all’ora, ma sale molto in alto e così crea più di un fastidio nella ribattuta.
Può funzionare tutto questo con l’aggressiva risposta di Serena Williams. La riposta sulla carta è orientata verso il negativo. Ma nel tennis tutto è possibile. Nella sua semifinale Serena ha sofferto con un lungo passaggio a vuoto che ha consentito alla sua avversaria di recuperare un set. certo su sara pesa come un macigno il risultato negativo della semifinale di Parigi, ma la sua sapienza tattica potrebbe anche far diventare il centrale del Foro Italico un autentico campo dei miracoli. Nel quale, come ci ha raccontato Collodi, Pinocchio perdeva i suoi zecchini d’oro per gli inganni del gatto e la volpe. Ma nel quale la Errani potrebbe capovolgere un pronostico ostile con intelligenza tennistica ed acume tattico. Ultima notizia: la Errani con Roberta Vinci è in finale anche nel torneo di doppio. Troppa grazia sant’Antonio! Ma in tempi di abbondanza vale il detto per il quale “de minimis non curat pretor”