Per il terzo anno consecutivo un’italiana è in finale al Roland Garros, il più importante torneo di tennis sulla terra rossa. Dopo Francesca Schiavone (vincitrice due anni fa e seconda, sconfitta da Na Li, l’anno scorso) questa volta tocca a Sara Errani. La tennista romagnola (è nata a Bologna ma cresciuta a Massa lombarda in provincia di Ravenna) ha sconfitto l’australiana Samantha Stosur, capovolgendo il pronostico. Era la sesta volta che la incontrava in carriera. Aveva perso sempre, l’ultima volta il mese scorso a Roma. Ma l’incontro con la maggiore posta in gioco è stato quello di oggi vinto per 7-5, 1-6, 6-3. E a fare la differenza questa volta è stata la grande tenuta di gara di Sara. La quale giocherà domani anche la finale del doppio assieme alla tarantina Robertina Vinci.
Proviamo a descrivere molto rapidamente il match. La “formichina” (copyright di Gianni Clerici) perde il servizio in apertura del primo set e va sotto di 0 a 2. Recupera subito portandosi sul 2 pari e si va avanti a servizi. Ma sul 5 pari Sara strappa la battuta all’australiana e chiude 7 a 5. Nel secondo set cambia tutto. La Stosur gioca cinque game “da paura” e si porta 5 a 0. Errani prova a reagire per non arrivare a cominciare il terzo in condizioni di eccessiva difficoltà e sudditanza psicologica. Guadagna un gioco sul proprio servizio, e poi perde 6 a 1. La Stosur va via di testa all’inizio del terzo. Sara si porta sul 3 a 0. Ma l’australiana reagisce, picchia ancora più forte, e guadagna il 3 pari, strappando il servizio all’Errani.
A questo punto è chiaro che a vincere sarà chi ha più tenuta nervosa. E la nostra ha veramente nervi d’acciaio. Gli ultimi tre game li gioca tutti di testa, mandando in confusione l’avversaria, e chiude così 6 a 3. All’australiana, che si è vista sfuggire dalle mani il match almeno tre volte, non resta che pensare che il tennis è davvero un sport crudele. E dalle mie parti diciamo “fetente”.
Parliamo un attimo dell’Errani e della sua straordinaria crescita (dovrebbe portarsi a ridosso delle prime 10 in classifica mondiale) in quest’anno. E’ alta soltanto un metro e sessantaquattro (più o meno come Berlusconi), e le tenniste di solito sono molto alte. Sopperisce, oltre che con la testa e la tenuta nervosa, con la grande capacità di anticipare i colpi (prendere la palla il più possibile quando sale). Poi un espediente tecnico concordato con il suo coach, lo spagnolo Pablo Lozano: gioca con una racchetta che è lunga un centimetro più delle altre. Per averla ha dovuto pagare trentamila dollari di penale, secondo quanto previsto dal contratto con la marca della racchetta precedente. Ma io credo che Sara abbia soprattutto tratto grande vantaggio dall’aver giocato tanti tornei di doppio. Quest’anno con la Vinci ne ha già vinti tre.
Il doppio è una specialità oggi poco praticata dai migliori singolaristi. Eppure giocando il doppio si migliora in molte cose che servono al singolo. Prima di tutto il servizio e la risposta. Colpi fondamentali nei quali la Errani (e lo si è visto in questo torneo) è davvero migliorata tanto. Nel doppio il tennista è costretto a rispondere in modo intelligente, migliorando nell’anticipo e nel tocco di palla, perché in caso contrario il suo compagno sarà preso “a pallate” dall’avversario. Lo stesso vale per la battuta.
E adesso le due finali. Il doppio sarà anche una prova in vista delle prossime Olimpiadi di Londra, dove Sara e Roberta possono puntare ad una medaglia. Quanto alla finale del singolo di sabato prossimo Sara si presenta ancora una volta sfavorita da classifica e pronostico. Ma con tante possibilità di sovvertirlo, visto lo straordinario torneo giocato sin qui.