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Tempo scaduto, sulle elezioni ora in campo il Quirinale

Il premier Paolo Gentiloni è salito al Quirinale intorno alle 15. Si mette in moto la macchina procedurale che porterà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella allo scioglimento delle Camere e alle elezioni. Data prevista il 4 marzo.

Tempo scaduto, sulle elezioni ora in campo il Quirinale

Finita la conferenza stampa di fine anno, il premier Paolo Gentiloni è salito al Quirinale. Un colloquio durato quasi un ora nel corso del quale il Presidente del consiglio ha dichiarato conclusa la sua missione di governo.

Nel pomeriggio, il Capo dello Stato ha incontrato i presidenti del Senato e della Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini. Adesso, in base a quanto previsto dalla Costituzione (articolo 88), si attende la stesura del decreto di scioglimento del Parlamento. Il provvedimento sarà poi inviato al premier uscente, che lo dovrà controfirmare.

Oggi, 28 dicembre, finisce dunque la XVII legislatura e ha inizio la fase elettorale, con il voto previsto il 4 marzo.

E’ stato lo stesso Gentiloni, in conferenza stampa ad esprimere il suo rammarico per non essere riuscito a varare la legge sullo ius soli, ma non c’erano i numeri in Parlamento. E occorre prenderne atto. “Il modo migliore per archiviare lo Ius soli per molti anni – ha commentato – sarebbe stato quello di farlo bocciare in aula in Parlamento”.

La regia passa ora a Sergio Mattarella che, verificata l’impossibilità di procedere con l’attuale Parlamento, con ogni probabilità firmerà oggi stesso il decreto di scioglimento delle Camere al 31 dicembre.

Per completare e chiudere la giornata, si riunirà il consiglio dei ministri (intorno alle 18,30) per fissare la data delle elezioni che dovranno avvenire tra 45 e 75 giorni dallo scioglimento di Camera e Senato. Sta al governo indicare il giorno: ma la data appare ormai certa, il 4 marzo 2018. Il Cdm indicherà anche la data della prima riunione delle nuove Camere, presumibilmente il 23 marzo.

Da qui alle elezioni, il Governo Gentiloni continuerà ad occuparsi dell’ordinaria amministrazione e degli affari correnti. Le dimissioni ufficiali arriveranno infatti alla formazione delle nuove Camere (fine marzo).

 

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