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Televisione, i servizi streaming superano la Pay Tv: Netflix, Disney e Amazon al top. Il Rapporto di Mediobanca

Pixabay

Il primo trimestre del 2024 ha segnato una crescita dell’1,7% nei ricavi globali del settore Media & Entertainment, in leggero calo rispetto al 2,1% dell’anno precedente. Tra i trend più significativi, spicca la forte crescita dei servizi di streaming, che hanno registrato un aumento del 12,5%, arrivando a rappresentare il 20,4% del fatturato complessivo del settore. Questo sorpasso ha visto lo streaming superare per la prima volta la Pay Tv tradizionale, scesa al 20,1% con una contrazione del 3,2%. Parallelamente, la produzione e distribuzione di contenuti ha subito una flessione dell’8,1%, in parte a causa del prolungato sciopero di attori e sceneggiatori a Hollywood.

È quanto emerge dal Report Media & Entertainment dell’Area Studi Mediobanca, che esamina i principali operatori dal 2019 al 2024, inclusi i 21 maggiori player privati mondiali e una comparativa tra i maggiori gruppi televisivi pubblici europei.

Streaming in crescita: Netflix, Disney e Amazon al top

Nel primo trimestre del 2024, gli abbonamenti alle principali piattaforme di streaming sono cresciuti del 2,4%. Netflix continua a dominare il mercato con quasi 270 milioni di utenti, detenendo il 26,9% del mercato S-Vod e registrando un incremento del 3,6% rispetto a dicembre 2023. Walt Disney, con i suoi servizi Disney+, Hulu ed Espn+, segue con circa 230 milioni di abbonati, mentre Amazon ha superato i 200 milioni. Warner Bros. Discovery e Paramount Global completano la top five con rispettivamente quasi 100 milioni e oltre 70 milioni di abbonati.

Fusioni e acquisizioni: la corsa al consolidamento

La diminuzione dell’8,1% nei ricavi della produzione e distribuzione di contenuti è stata influenzata dal lungo sciopero di Hollywood, che ha fermato gli studios per 118 giorni nel 2023. Per fronteggiare l’espansione dello streaming, i principali operatori statunitensi stanno attuando strategie di consolidamento. Negli Stati Uniti, sei grandi fusioni sono state completate dal 2018 e nel luglio 2024 è stata approvata la fusione tra Paramount e Skydance. Anche in Europa si osservano movimenti simili, come l’Opa di Canal+ su MultiChoice e l’acquisizione da parte del Gruppo Mfe di una quota significativa di ProSiebenSat.1.

Performance dei colossi internazionali

Nel 2023, i 21 maggiori operatori privati internazionali hanno generato ricavi aggregati di 361,6 miliardi di euro, con un aumento del 2% rispetto al 2022, l’85% dei quali provenienti dagli Stati Uniti. Comcast guida la classifica con ricavi di 110 miliardi di euro, seguita da Walt Disney e Netflix. Vivendi è il primo gruppo non statunitense nella Top 10, con 10,5 miliardi di euro, mentre Rtl Group si posiziona al nono posto con 6,2 miliardi di euro. L’ebit margin medio è stato dell’11,8% nel 2023, in calo di 0,6 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Netflix e Comcast si distinguono per l’elevata redditività, rispettivamente al 20,6% e 19,2%, mentre altre società come ViaPlay, Warner Bros. Discovery, Paramount e ProSiebenSat.1 hanno registrato una redditività negativa.

In Italia giro d’affari da 8,9 miliardi nel 2023

In Italia, il settore radiotelevisivo ha visto un incremento dell’1,6% nel 2023, raggiungendo 8,9 miliardi di euro. La Tv in chiaro ha generato 4,8 miliardi di euro (+0,2%), la Tv a pagamento 3,4 miliardi di euro (+3%) e la radio 0,6 miliardi di euro (+4,9%). Nonostante ciò, la Pay Tv tradizionale continua a perdere terreno, con una contrazione del 4,9%, mentre i servizi S-Vod mostrano una crescita a doppia cifra (+10,4%). Lo streaming rappresenta ormai il 53% dei ricavi della Tv a pagamento. Rai, Sky e Mediaset rimangono i principali operatori del mercato italiano, contribuendo per il 77% dei ricavi totali del settore. Rai si conferma leader con 2,7 miliardi di euro di ricavi, seguita da Sky (2,1 miliardi di euro) e Mediaset (2 miliardi di euro).

Canone Rai: il più basso d’Europa

Per il 2024, si prevede una crescita del 2% dei ricavi complessivi dei principali operatori italiani, sostenuta dalla ripresa del mercato pubblicitario (+5%) e dall’incremento degli abbonamenti streaming. Tuttavia, con il mercato S-Vod vicino alla saturazione e il potere d’acquisto dei consumatori in diminuzione, si prevede una crescente competizione nel segmento A-Vod e Subscription AD-supported.

Infine, il rapporto evidenzia la necessità di un adeguamento delle normative sul canone televisivo per riflettere le nuove modalità di fruizione multidevice e il cambiamento nella fruizione dei contenuti. In Italia, il canone Rai è il più basso tra i principali Paesi europei, a soli 0,25 euro al giorno per abbonato, rispetto alla media europea di 0,34 euro. In confronto, la TV pubblica tedesca costa 0,60 euro al giorno e quella britannica 0,51 euro. A livello europeo, il processo di abolizione del canone continua: nel 2022, solo 10 Paesi (37%) lo riscotevano, contro circa il 50% nel 2019. L’ultima nazione ad abolire il canone è stata la Francia, nel 2022.

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