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Telefonica muove e spiazza Telecom Italia, che affonda in Borsa

Ma quanti convitati di pietra al tavolo di Telecom Italia. Nel giorno in cui il Cda si accinge a registrare i conti del secondo trimestre, da cui dovrebbe emergere la ripresa del fatturato nel fisso ed il miglioramento sul fronte del debito, esplodono vere e proprie bombe attorno al futuro dell’ex incumbent delle tlc italiane, che, per ora, stanno affondando il titolo in Piazza Affari, sotto del 4 % abbondante. 

La sorpresa, più che dalla Banca centrale cinese (nuovo azionista con un investimento di 300 milioni per il 2% abbondante del gruppo), arriva da Telefonica, per ora ancora socio leader di Telecom Italia, anche se nessun manager del colosso spagnolo è presente nel board capitanato da Giuseppe Recchi. E così il Cda dovrà fare a meno di una spiegazione diretta da parte degli spagnoli per il fulmine a ciel sereno che ha sconvolto i piani di Maro Patuano e di altri soci.

In sintesi, stamane prima dell’apertura dei mercati il gruppo francese Vivendi, capitanato da Vincent Bolloré (vicepresidente e secondo azionista di Mediobanca) ha annunciato di aver ricevuto un’offerta dal gruppo spagnolo Telefonica per acquisire la controllata brasiliana Gvt a 20,1 miliardi di reais (6,7 miliardi di euro) al 60% in contanti, il resto in azione di Vivo, la controllata brasiliana del gruppo madrileno. 

Vivendi ha anche comunicato che la società prenderà in considerazione questa offerta al fine di “decidere quale azione intraprendere”. Nel comunicato si aggiunge anche che “se l’offerta verrà accettata, Vivendi avrà anche l’opportunità di acquistare l’8,1% di Telecom Italia”. 

A tal proposito, Telefonica precisa che “potrebbe offrire, qualora Vivendi fosse interessata a una partecipazione stabile, azioni ordinarie di Telecom Italia, pari a una quota dell’8,3% del capitale con diritto di voto, direttamente o attraverso strumenti convertibili”. 

Di recente, grazie ad un’emissione convertibile in azioni Telecom, la stessa Telefonica aveva ridotto dal 15 all’8,1% la presenza diretta nel capitale dell’azienda italiana. 

L’affondo di Telefonica smaglia la tela tessuta dall’ad Marco Patuano nelle sue missioni in terra carioca. Non sono certo un mistero i colloqui tra i vertici di Telecom e quelli di Gvt e della casamadre Vivendi per studiare un’integrazione oltreoceano tra la compagnia di telefonia mobile del gruppo italiano, Tim Brasil, e Gvt, società di telefonia fissa. Una fusione vista di buon occhio dalle autorità antitrust di San Paulo e dal governo brasiliano, favorevole alla nascita di un competitor integrato che non andasse a scapito della concorrenza. Già si era ventilata l’ipotesi di un aumento di capitale di Tim Brasil piuttosto che uno scambio di azioni tra Telecom e Vivendi.

Ma si sono fatti i conti senza l’oste: Telefonica, che non ha mai nascosto l’ostilità verso la nascita di un concorrente temibile, si è mossa in anticipo. Se l’offerta verrà accettata, il gruppo spagnolo si rafforzerà in Brasile, il suo mercato più importante, e riuscirà al tempo stesso a superare il veto posto dalle autorità antitrust brasiliane al doppio controllo di Vivo e di Telecom Italia. La società madrilena continuerà d avere una quota italiana, largamente minoritaria, affiancata a quella di Vivendi, sua alleata in terra carioca. 

E Telecom Italia? Sulla carta non cambierà nulla. Ma, senza l’asse con Gvt, l’appeal strategico della partecipazione brasiliana cala. Il gruppo potrà comunque partecipare al consolidamento del mercato, ma solo come venditore. In Italia, intanto, verrebbe meno buona parte del valore speculativo della public company: non è difficile immaginare che Bolloré, vice presidente in Mediobanca, sarebbe in grado di pilotare le quote in uscita da Telco presso soci affidabili e non ostili. 

Restano da capire, infine, gli effetti sul fronte delle alleanze televisive. Telefonica è presente nella piattaforma Premium di Mediaset, dove vorrebbe entrare anche Vivendi. Un’eventuale accoppiata franco-spagnola potrebbe favorire l’incontro tra la piattaforma digitale di casa Fininvest, fornitrice di contenuti, e la stessa Telecom, finora alleata di Sky.  

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