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Telefónica, il governo spagnolo acquisirà il 10% del capitale. Settore tlc in fermento e trascina anche Tim in Borsa

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Dalla Spagna arriva una nuova scossa alle telco europee, inclusa Tim. Il governo spagnolo ha annunciato l’acquisizione, attraverso la Sociedad estatal de participaciones industriales (Sepi), di una quota fino al 10% del capitale di Telefónica, posizionandosi così come il principale azionista dell’operatore. Questa operazione segna il ritorno dello Stato nel capitale di Telefónica dopo ben 26 anni dalla sua completa privatizzazione e avrà diritto a uno o due membri nel consiglio di amministrazione, scrive El Pais. Una mossa audace che promette di ridefinire gli equilibri nel settore delle telecomunicazioni spagnolo, soprattutto nei confronti dei sauditi che avevano rilevato una partecipazione significativa dell’operatore.

La mossa spagnola spinge al rialzo il titolo Telefónica (+3,73%) a 3,70 euro per azione, con conseguente effetto positivo anche sul titolo di Telecom Italia a Piazza Affari (+4,82%) a 0,29 euro per azione, nonostante il Ftse Mib sia in calo dello 0,43%.

La mossa spagnola in risposta a Saudi Telecom: cosa è successo?

L’investimento, stimato intorno ai 2 miliardi di euro secondo i prezzi di mercato, mira a garantire una maggiore stabilità azionaria a Telefónica, consentendole di perseguire i propri obiettivi strategici, precisa una nota del governo. La mossa spagnola è una risposta al gruppo saudita Stc, che lo scorso settembre aveva annunciato l’acquisto del 4,9% del capitale con un’opzione per l’acquisizione di un altro 5% attraverso strumenti finanziari convertibili, diventando così il primo azionista.

L’annuncio ha colto di sorpresa sia il board di Telefónica sia il governo, che deve dare il via libera per completare l’acquisizione del 9,9%. Da allora, vari membri dell’esecutivo, guidati dalla vicepresidente e ministra dell’Economia, Nadia Calvino, hanno manifestato l’impegno nell’utilizzare “tutti i meccanismi necessari” per proteggere “gli interessi strategici della Spagna”, in particolare quelli legati ai contratti dell’operatore spagnolo nel settore della Difesa. Tra questi figura l’ingresso della Sepi nel capitale della compagnia.

La Sepi ora procederà “con le procedure necessarie per minimizzare l’impatto sul prezzo delle azioni di Telefónica e completare l’acquisizione del volume desiderato”, ha spiegato in una nota. Al momento, le banche Bbva e CaixaBank sono gli azionisti di riferimento di Telefónica, ma detengono insieme meno del 10% del capitale.

Tim in rally a Piazza Affari con il settore tlc in fermento

Tim si trova al centro di un contesto dinamico, rafforzato dalle conferme delle partecipazioni al progetto rete da parte di F2i e della Fondazione Crt. Non solo. Anche l’offerta di Iliad per le attività italiane di Vodafone galvanizza il settore e l’operatore italiano. Secondo gli analisti, la mossa di Iliad potrebbe influenzare le trattative tra Fastweb e Vodafone, aumentando l’appeal speculativo su Tim. In questo contesto, si ipotizza che Iliad possa considerare una joint venture o esplorare alternative con Vivendi (che ha citato in giudizio Tim) per uno scenario più ampio di riassetto dell’ex monopolista. Tuttavia, questa opzione è considerata più intricata poiché qualsiasi riassetto post cessione di NetCo dovrà garantire un presidio pubblico degli altri asset strategici rimasti, come Tim Entreprise (datacenter e Telsy) e Tim Sparkle. La corsa di F2i sulla rete, con l’obiettivo di raggiungere 1 miliardo di raccolta per affiancare KKR nella partita in corso, aggiunge ulteriore dinamismo al panorama. La situazione si complica, ma il mercato resta in fermento, con tutti gli occhi puntati su Tim e le mosse che determineranno il futuro del settore.

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