Telefonica, il gigante spagnolo delle telecomunicazioni, ha annunciato oggi di aver raggiunto un accordo con i sindacati che prevede un taglio di un massimo di 6500 posti di lavoro entro tre anni, precisando che si assumerà “la totalità dei costi” del piano di esuberi. L’operatore ha dichiarato che questa mossa “garantisce visibilità e competitività dell’impresa nei prossimi anni”.
Le negoziazioni erano iniziate due mesi fa e finalmente si è raggiunto un accordo, approvato da quasi l’80% delle parti sociali e che sarà presentato alle autorità del lavoro per la sua arpprovazione. Telefonica dovrà legare i salari alla produttività diventando la seconda impresa spagnola, dopo Iberdorola, a prendere questa misura.
Il Governo ha imposto che fosse la società di tlc ad assumersi tutti i costi, compresi i fondi necessari per coprire i sussidi per la disoccupazione dei lavoratori. L’impresa spagnola si impegna a creare 680 nuovi posti di lavoro, corrispondenti al 7% dei 30.000 dipendenti che conta l’impresa. I 6.500 esuberi corrispondono al 20% della massa salariale di Telefonica in Spagna.
Il colosso iberico ha registrato nel 2010 profitti per 10,7 miliardi di euro, con un utile netto in crescita del 30,8%. E’ il secondo operatore telecom in Europa, dopo Vodafone, e a fine marzo contava 285,6 milioni di clienti nel mondo, circa il 6,1% in più rispetto a un anno fa. Questa la motivazione principale dell’iniziale disapprovazione dei sindacati. Anche il Governo di Zapatero si era detto sorpreso dal piano di esuberi, che arriva proprio mentre la Spagna vive una pesantissima crisi economica con un tasso di disoccupazione che ormai supera il 21%.
Telefonica: 6.500 esuberi in tre anni
Sono finite le negoziazioni: i sindacati maggioritari del colosso iberico hanno approvato l’accordo che consentirà a migliaia di dipendenti di uscire con il 68% del salario lordo. Per quelli che rimangono lo stipendio si lega alla produttività.