Una telefonata tra tre interlocutori particolari: Volodymyr Zelensky a un capo del telefono, Donald Trump, fresco di rielezione, ed Elon Musk all’altro. Nel corso della chiacchierata, durata circa 25 minuti, non sarebbero stati discussi i dettagli del piano di pace che il tycoon ha in mente per porre fine alla guerra, ma il presidente ucraino avrebbe ricevuto una doppia rassicurazione: gli Usa continueranno a sostenere l’Ucraina (occorrerà però vedere come e quanto) e Starlink, la società del miliardario sudafricano, continuerà a sostenere Kiev con la sua rete di satelliti Starlink.
Musk partecipa alla telefonata tra Trump e Zelensky
Che avrebbe avuto un ruolo di primo piano alla Casa Bianca dopo la vittoria di Donald Trump era indubbio. Ma che Elon Musk avrebbe addirittura affiancato il presidente eletto anche in dossier chiave come la guerra in Ucraina ha sorpreso molti. Un dettaglio che conferma quanto potrebbe essere influente nella prossima amministrazione l’uomo più ricco del mondo, che in attesa di guidare il nuovo ministero per l’efficienza governativa continua a vedere i titoli delle sue aziende spinti dal trionfo di The Donald: Tesla è tornata a valere oltre 1.000 miliardi.
Trump e Musk rassicurano Zelensky
Tornando alla geopolitica, il portale Ukrainska Pravda, riprendendo l’americano Axios, segnala che il colloquio a tre sarebbe “andato bene”. “Uno scambio rassicurante. Non ha lasciato in Zelensky alcun senso di disperazione”, commenta il portale.
Ora si attende un colloquio fra Trump e Vladimir Putin, che si è già detto pronto a rispondere alla chiamata e a parlare con il neo presidente.
Ecco il piano di pace di Trump sull’Ucraina
Nel frattempo il Wall Street Journal e il Financial Times hanno fornito nuovi dettagli sul piano di pace di Trump. Il primo punto stabilisce il congelamento dell’attuale status quo, con la Russia che si terrebbe le terre occupate sia nel 2014-15 che dal 2022, che corrispondono complessivamente a circa il 20% del territorio ucraino, comprese la Crimea, il Donbass con Mariupol, tutta la fascia di territorio lungo il mare di Azov sino a Kherson e larga parte della regione di Zaporizhzhia. Gli ucraini potrebbero però cedere ciò che ancora controllano dal 6 agosto della regione russa di Kursk in cambio di altre zone occupate dai russi.
Prevista anche la creazione di una fascia demilitarizzata di circa 1.000 Km su cui pattuglieranno le truppe europee (non americane). Infine, il fronte alleato prometterà a Putin che per i prossimi 20 anni l’Ucraina non entrerà nella Nato.
Le nomine di Trump
Trump è al lavoro anche sul fronte interno. Il presidente eletto ha già nominato la figura più importante di quella che dal 20 gennaio 2025 sarà la sua squadra: la sua co-campaign manager Susie Wiles sarà la prima donna chief of staff della Casa Bianca, una delle cinque figure più potenti di Washington. “Susie è forte, intelligente, innovativa ed è universalmente ammirata e rispettata. Continuerà a lavorare instancabilmente per rendere l’America di nuovo grande”, ha detto Trump.
Soprannominata “Ice Baby” per la sua lucida freddezza, sempre dietro le quinte, la 67enne Wiles è una veterana della politica, dalla campagna di Reagan nel 1980 a quelle di Ron DeSantis, con cui ha rotto tornando da Trump, con il quale aveva già lavorato nel 2016. Secondo la Cnn, ha accettato a condizione di poter esercitare più controllo su chi può contattare lo Studio Ovale, che nella prima presidenza del tycoon era un porto di mare. Una delle sue capacità è “creare ordine nel caos”, come dice lei stessa: per ora quindi sembra la garanzia di un’amministrazione più disciplinata.
Trump, secondo il Financial Times, avrebbe inoltre chiesto inoltre a Robert Lighthizer, un falco anti-Cina fautore dei dazi, di tornare a fare il rappresentante americano per il Commercio mentre potrebbe offrire il ruolo di segretario al Commercio a Linda McMahon, la miliardaria co-presidente del transition team e alla guida della Small Business Administration nella precedente presidenza del tycoon. Il governatore del North Dakota Doug Burgum, suo ex rivale nelle primarie, è in pole come zar dell’energia. Nella royal family invece, dopo il passo indietro di Ivanka (unica apparizione elettorale la notte della vittoria) e del marito Jared Kushner, potrebbero ottenere un ruolo senior i figli Eric e soprattutto Don Jr., che vuole riempire il governo con “persone che non pensano di saperne più di mio padre”, quindi fedeli yes man.