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Telefonata Draghi-Putin: l’Italia insiste per il cessate il fuoco, il gas russo si può pagare in euro

Quaranta minuti al telefono tra Draghi e Putin: Palazzo Chigi ha insistito per arrivare al più presto al cessate il fuoco mentre lo zar ha concesso il pagamento del gas in euro

Telefonata Draghi-Putin: l’Italia insiste per il cessate il fuoco, il gas russo si può pagare in euro

La telefonata Draghi-Putin è durata meno di un’ora. Si tratta del primo contatto diretto tra i due leader da quando il 24 febbraio scorso è iniziata la guerra in Ucraina. Al centro del colloquio i pagamenti del gas russo in rubli e l’andamento delle trattative tra Mosca e Kiev. Un tema che è stato affrontato anche in una nuova telefonata tra il leader russo e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Secondo quanto riferisce il Cremlino i due hanno stabilito di tenere negoziati addizionali in materia di pagamento del gas e di non alterare i termini dei contratti.

Anche perché per il passaggio al pagamento in rubli “ci vorrà tempo” a causa di questioni tecniche da sistemare”, stando alle ultime dichiarazioni del portavoce presidenziale russo, Dmitry Peskov. Dunque, la conversione non partirà dal 1° aprile come aveva dichiarato il Cremlino a inizio settimana e Putin ha concesso che per ora i pagamenti per il gas russo possano avvenire in euro.

Telefonata Draghi-Putin: “Serve al più presto un cessate il fuoco”

Il Presidente Draghi ha sottolineato l’importanza di stabilire quanto prima un cessate il fuoco, per proteggere la popolazione civile e sostenere lo sforzo negoziale. Il premier italiano ha ribadito la disponibilità del governo italiano a contribuire al processo di pace, in presenza di chiari segni di de-escalation da parte della Russia. Da parte sua, il presidente russo ha descritto il sistema dei pagamenti del gas russo in rubli e informato Draghi sui progressi dei negoziati tra i rappresentati russi e ucraini, riuniti il giorno prima a Istanbul. C’è ancora molta strada da fare (come il nodo su Donbass e Crimea ad esempio), ma la rinuncia di Kiev ad entrare nella Nato è un primo passo.

I due leader hanno concordato sull’opportunità di mantenersi in contatto.

Colloqui del fronte orientale: Cina-Russia e “il nuovo ordine mondiale”

il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il suo omologo cinese Wang Yi che hanno condannato come “illegali” le sanzioni dell’Occidente e concordato di “rafforzare il coordinamento politico estero” bilaterale e di “ampliare i contatti bilaterali e multilaterali”. Russia e Cina “parlano con una sola voce negli affari globali con l’obiettivo di andare verso un ordine mondiale multipolare, giusto e democratico”, ha detto Lavrov.

“Ci sforziamo per la pace senza limiti, salvaguardando la sicurezza senza limiti e opponendoci all’egemonia senza limiti”, ha aggiunto Wang, per il quale le relazioni bilaterali “non sono conflittuali e non sono mirate verso terzi”, e che continueranno ad essere orientate verso l’esercizio del “vero multilateralismo”. E che “intendiamo interagire con ognuna delle parti interessate per concludere a breve il conflitto armato fra Russia e Ucraina”, ha infine precisato Wang. Sullo sfondo permangono però i dubbi dell’Occidente sul ruolo del Dragone nel conflitto.

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