La Consob vuole vederci chiaro e scende in campo direttamente sul caso Telecom Italia-Vivendi con un gesto clamoroso. E’ in corso un’ispezione nella sede del gruppo nazionale di Tlc a Roma e Milano per verificare il livello di influenza del socio francese di riferimento, Vivendi appunto. L’operazione e’ materialmente effettuata dalla Guardia di Finanza, impegnata nell’acquisizione di documenti utili al lavoro della Commissione di Borsa.
Il gruppo media francese detiene il 23,9% di Tim e nell’ultima assemblea ha nominato due terzi del consiglio d’amministrazione. Ma quel che preme alla Consob è stabilire se con quella partecipazione Vivendi è in grado di determinare la gestione dell’azienda. La legge impone la soglia del 25% , per i grandi grupi in condizione di contendibilità, come sogli a oltre la quale è necessario lanciare un’Opa. Vivendi come si è detto è al di sotto della soglia ma evidentemente Consob vuole verificare se esista o meno un controllo di fatto. La Ue il 30 maggio ha dato via libera al controllo subordinato alla cessione di Persidera, società di broadcasting che detiene 5 multiplex digitali nazionali, controllata al 70% da Tim e al 30% dal gruppo editoriale GEDI.
La questione è delicata e non scontata l’interpretazione giuridica: finora le soglie di controllo hanno fatto testo. Tuttavia, con l’ispezione, la Consb esercita in ogni caso una pressione sul gruppo di Tlc e sull’azionista francese nel momento in cui è in gioco la permanenza o meno dell’Ad Flavio Cattaneo alla guida della corazzata italiana delle telecomunicazioni. Proprio domani è in programma il Cda che dovrà approvare la semestrale. Non è un mistero che Vivendi, dopo la “muscolare presa di posizione di Cattaneo nei confronti del governo sul piano nazionale per la banda ultralarga e sulle gare Infratel, vorrebbe chiudere l’esperienza con il manager e abbia già pronto il sostituto: Amos Genish (ex Ad di Gvt, la società ceduta da Vivendi a Telefonica) in un ruolo di direttore generale con poteri e deleghe da amministratore.