Telecom ha chiuso i primi nove mesi dell’esercizio 2017 con un utile di 1,033 miliardi di euro, in netto calo rispetto agli 1,459 miliardi di un anno fa, che sconta in primis oneri non ricorrenti per 233 milioni di euro. Al netto delle partite non ricorrenti, ed escludendo anche l’impatto positivo della valutazione dell’opzione del prestito obbligazionario a conversione obbligatoria, l’utile attribuibile ai soci sarebbe superiore di quasi 100 milioni rispetto a un anno fa.
I ricavi dei nove mesi aumentano del 5,3% a 14,67 miliardi di euro e l’Ebitda dello stesso periodo sale del 5,7% a 6,21 miliardi.
I dati sono stati accolti con un vertiginoso giro di scambi (oltre 100 milioni), un tonfo del 7,9% con il titolo passato in asta di volatilità e un successivo recupero. Alle 10:58 le azioni vengono scambiate in rialzo del 2,07% a quota 0,7395. Pochi minuti dopo, nuova disce a +0,6%.
Guardando invece al solo terzo trimestre i ricavi si sono attestati a 4,9 miliardi, in aumento dell’1,3%, e l’Ebitda a 2,099 miliardi, in calo del 2,5%. Il consensus degli analisti pubblicato sul sito della società di telecomunicazioni stimava in 4,909 miliardi i ricavi di gruppo, con un 3,81 miliardi della business unit Domestic (che raggruppa innanzi tutto il fisso, mobile e wholesale Italia) e 1,1 miliardi del Brasile, e in 2,2 miliardi l’ebitda reported per un rapporto ebitda/ricavi del 44,9%. Tale rapporto si attesta al 42,8% dal 44,6% del terzo trimestre 2016.
Nel terzo trimestre, dopo la clamorosa uscita dell’Ad Flavio Cattaneo avvenuta a fine luglio, Telecom ha registrato un rallentamento del risultato netto ma è anche vero che il gruppo ha accelerato sugli investimenti: gli investimenti industriali dei primi nove mesi del 2017 sono pari a 3,881 miliardi, in crescita di 774 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2016. Il Capex investito in Italia risulta in crescita di 779 milioni rispetto ai primi nove mesi del 2016 ed è attribuibile – precisa ancora Telecom Italia – “agli investimenti innovativi di sviluppo infrastrutturale (+386 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2016) e riflette, in particolare, l’accelerazione negli investimenti dedicati allo sviluppo di reti e servizi di nuova generazione”. Nella cifra va tuttavia incluso anche il costo del rinnovo del diritto d’uso delle frequenze GSM (630 milioni di euro).
La crescita dei ricavi nel primi 9 mesi è attribuibile quasi interamente, spiega la nota diffusa dal gruppo, alle Business Unit Domestic (Italia) e Brasile. Nel terzo trimestre Telecom ha proseguito nel recupero della clientela in Italia anche se a un ritmo meno veloce dei precedenti trimestri. Nel fisso i ricavi risultano ancora in “leggera contrazione a 7,4 miliardi (- 0,6%)” ma cresce la connettività dati (+14,5%). Nel mobile, i sono pari a 3,4 miliardi con un incremento di 70 milioni rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente (+2,1%). Un andamento sostenuto, precisa la nota di Telecom Italia, “dalla buona performance competitiva, che ha comportato un recupero di market share e la crescita della customer base senza impatti sui livelli di ARPU. Anche nel terzo trimestre 2017, nonostante il citato impatto della nuova regolamentazione roaming in ambito EU, si conferma il trend di crescita con una serie storica di performance stabilmente positiva (+1,6% nel terzo trimestre, +2,5% nel secondo trimestre e +2,2% nel primo trimestre).
Su queste basi il management “conferma in termini organici le guidanci già prospettate per l’intero anno 2017 e per l’arco di Piano (crescita organica dell’EBITDA (low single digit) e generazione di cassa necessaria a ridurre il rapporto fra indebitamento finanziario netto rettificato ed Ebitda reported, che nel 2018 è atteso al di sotto di 2,7x)”.
“Vediamo Tim Brasil come un core asset e lo manterremo strategico anche nel futuro. Si potrebbe creare molto valore nei prossimi anni in Tim Brasil, Potremmo avere tre anni fantastici nell’economia brasiliana”. Lo ha sottolineato il Ceo di Telecom, Amos Genish, rispondendo a una domanda di un analista nel corso della presentazione della trimestrale. “Inwit non e’ cosi’ strategico come Tim Brasil – ha aggiunto in merito invece alla controllata delle torri di trasmissione del segnale telefonico -E’ importante e soddisfacente. Ma il business dell torri si sta evolvendo e stiamo aperti a qualsiasi opportunita’ sempre che si conservi la nostra influenza strategica anche in futuro”.