Condividi

Telecom: Patuano esce con 6 milioni

Un comunicato di Telecom Italia chiarisce che la carica di Patuano decade a partire da oggi e le sue deleghe passano al presidente Giuseppe Recchi, in attesa di nominare un nuovo ad – Titolo giù in Borsa dopo il rimbalzo di ieri.

Telecom: Patuano esce con 6 milioni

E’ di 6 milioni la buonuscita per l’ormai ex amministratore delegato di Telecom Italia, Marco Patuano. “Il cda di Telecom – è scritto in una nota diramata dalla tlc – comunica che la società e Marco Patuano hanno raggiunto un accordo per la cessazione del rapporto di lavoro e di amministrazione con effetto dalla data odierna”. Il Cda ha “temporaneamente conferito le deleghe dell’Amministratore Delegato al Presidente Esecutivo Giuseppe Recchi, che con il supporto del management guiderà il Gruppo fino alla nomina del nuovo Amministratore Delegato” prosegue la nota del gruppo.

L’accordo, spiega ancora il comunicato, oltre all’erogazione di quanto maturato a titolo di retribuzione ed emolumenti, fissi e variabili, il riconoscimento di ulteriori importi per 1,235 milioni di euro a fronte della cessazione del rapporto di amministrazione e 4,765 milioni di euro lordi a fronte della cessazione del rapporto di lavoro per 6 milioni di euro lordi complessivi. Tale attribuzione è coerente con la politica di remunerazione e con gli accordi in essere con il manager, prima dell’approvazione da parte del cda l’operazione è stata esaminata dal comitato nomine e remunerazione esprimendo il proprio motivato parere favorevole alla conclusione dell’accordo.

“Il consiglio – è scritto nella nota – ringrazia Patuano per l’impegno, la dedizione e il contributo in termini di creazione di valore resi durante il suo mandato alla guida del gruppo e più in generale negli altri 25 anni di proficua attività o beneficio dello stesso”. In apertura di seduta il titolo Telecom Italia perde intorno all’1%, riavvicinando quota 1 euro per azione, ma facendo meglio del Ftse Mib che dopo la notizia degli attentati di Bruxelles perde oltre l’1,3%, con le banche in grande affanno.

Commenta