Le manovre attorno a Telecom Italia non scaldano le quotazioni dell’ex incumbent che viaggia in frazionale ribasso a -0,55%. Xavier Niel ha affermato che ha investito nella compagnia in modo indipendente, non ha accordi con altri soci o investitori. Nella nota emessa su richiesta della Consob l’imprenditore afferma infatti di “operare per proprio conto e di non agire in concerto con terzi”.
La posizione “non conferisce la disponibilità dei diritti di voto relativi alle azioni sottostanti, né la possibilità di influenzare l’esercizio di tali diritti di voto” fino a quando non verranno consegnate i titoli Telecom “in forza delle opzioni che prevedono il regolamento in azioni”.
La quota detenuta dall’imprenditore francese in Telecom è rappresentata interamente da opzioni di tipo europeo, che danno la possibilità di esercitarle solo alla data di scadenza del contratto. La prima opzione scadrà il 21 giugno 2016 e l’ultima il 21 settembre 2017.
Niel non avrà diritto di voto in Telecom “fino alla consegna delle azioni in forza delle opzioni che prevedono il regolamento in azioni”, opzioni che rappresentano il 10% circa della posizione lunga cui si aggiunge il 5% in equity swap.
Dopo la Consob, anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha chiesto a Niel dei chiarimenti sull’investimento, per sapere se ha costruito la sua posizione attraverso sistemi lesivi della concorrenza.
Bloomberg intanto riferisce che il miliardario russo Mikhail Fridman è disponibile ad essere socio di minoranza nel soggetto che nascerebbe dall’aggregazione tra Tim Brasil e OI. Fridman ha inviato una lettera ai soggetti interessati per segnalare la sua disponibilità ad investire 4 miliardi di dollari in questa operazione.
Telecom Italia, la controllante di Tim Brasile, è disponibile ad avviare un negoziato solo nel caso che non sia in discussione il suo controllo sulla società che nascerebbe dalla fusione. Inizialmente, Fridman puntava ad un’intesa con Telecom Italia al 35% dell’aggregato. OI e LetterOne, il veicolo dell’uomo d’affari russo, si sono dati sette mesi di tempo per un accordo.