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Telecom, lo spin off della rete sempre meno tabù

Ore eccitanti attendono le telecomunicazioni italiane. Domani, il premier Matteo Renzi ,che ha sempre fatto dello sviluppo della banda ultralarga un must del suo Governo, terrà una conferenza stampa a Palazzo Chigi per segnare la svolta che si prefigura nelle tlc con il piano di investimenti dell’Enel per la posa della fibra nella rete di nuova generazione in vista della digitalizzazione dei contatori elettrici. Ma non è l’unico appuntamento e l’unica novità che tiene il mercato con il fiato sospeso.

L’attesa è soprattutto rivolta agli sviluppi di Metroweb, la società milanese partecipata da F21 e Cdp, che ha intenzione di realizzare un piano di investimenti nella rete ultralarga nelle principali città e che è contesa da Telecom Italia (per la quale esistono tuttavia problemi di antitrust) e da Enel che nelle ultime ore sembra aver accelerato le trattative e potrebbe annunciare una partnership proprio con Metroweb per la nuova rete, aperta commercialmente alla collaborazione di Vodafone e Wind.

Ma guai a pensare che Telecom resti in panchina. L’arrivo di un manager dinamico come Flavio Cattaneo alla guida del maggior gruppo telefonico italiano lascia immaginare che a breve Telecom partirà alla controffensiva anche alla luce dei nuovi scenari che Vivendi, il suo principale azionista, sta cercando di costruire a livello europeo in direzione non del consolidamento nelle telecomunicazioni ma di un gruppo che sappia sfruttare le sinergie tra rete e contenuti, di cui l’imminente accordo con Mediaset è un passaggio importante.

Il Sole 24 Ore ha giustamente richiamato l’attenzione su un nuovo report di Mediobanca securities in cui, diversamente dal passato, si torna a ragionare sulla convenienza economica e industriale dello scorporo della rete fissa di Telecom, un’ipotesi già avanzata negli anni scorsi dall’allora presidente di Telecom Italia, Franco Bernabè, per ridurre i debiti del gruppo ma a cui erroneamente i soci non diedero corso. Il servizio studi di Mediobanca è ovviamente indipendente e non riflette necessariamente gli orientamenti della banca di Piazzetta Cuccia ma certamente non esce per caso e traccia scenari ragionevoli sia in considerazione del protagonismo di Enel e Metroweb, sia dell’invecchiamento e della progressiva perdita della vecchia rete in rame di Telecom sia del riposizionamento suggerito dall’astuto Bollorè che è anche azionista di Mediobanca e che vuole mantenere buoni rapporti con il Governo Renzi.

Ci vorrà tempo, ma lo scorporo delle rete fissa di Telecom è sempre meno tabù e l’idea di costituire una società della rete partecipata da Telecom, da Enel, da Cdp  e dagli altri operatori e dal mercato non è così lontana come lo era in passato. Oggi tutto si muove velocemente e  le tlc italiane potrebbero presto trovare un nuovo assetto meno incentrato sull’incumbent e più aperto al mercato, dopo aver messo in sicurezza la rete.

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