Volano gli stracci in casa Tim tra i due principali azionisti. Dopo l’ennesimo tracollo in Borsa di Telecom Italia, che in quattro mesi ha perso il 35%, i francesi di Vivendi, che restano i primi azionisti singoli della compagnia telefonica, hanno sferrato un durissimo attacco al fondo Elliott che nell’ultima assemblea ha conquistato la maggioranza del board e che esprime il presidente Fulvio Conti.
Vivendi si dice “profondamente preoccupata per la gestione disastrosa di Telecom Italia da quando Elliott ha assunto il controllo del cda in seguito all’assemblea del 4 maggio” con performance di Borsa “drammatiche”. Oggi – continua Vivendi – il titolo Telecom è ai minimi di Borsa da cinque anni “mentre nel position paper del 9 aprile, Elliott prometteva un raddoppio del corso di Borsa in due anni”. “La nuova governance – attacca ancora Vivendi – è fallimentare e il propagarsi di voci (fra cui quella dell’uscita del ceo Amos Genish) provoca disfunzioni che nuocciono al buon procedere e ai risultati di Telecom” malgrado “l’importante potenziale” della compagnia.
Dura la replica del presidente di Tim, Fulvio Conti, che esprime “profondo rammarico per le accuse assurde e infondate, che rigetta, rilasciate da Vivendi sull’operato dell’azienda” e sostiene che “il Cda, fin dalla sua nomina e nella sua interezza, è stato ed è tuttora al lavoro per attuare il Piano strategico, elaborato dalla stessa Vivendi durante la sua gestione” precedente. Dopo aver ricordato che Tim è “in grado di fronteggiare l’evoluzione dei mercati e la concorrenza”, inasprita dall’arrivo in Italia di Iliad, Conti conclude che “paradossale per Vivendi è l’effetto di una concentrazione negativa di elementi, provenienti da oltralpe, che hanno riflessi sul corso di Borsa di Tim”.
Proprio per smentire le voci ricorrenti su una sua prossima uscita, il ceo Genish ha acquistato a titolo personale un milione di azioni Tim, ma per ora non è bastato a riportare il sereno nella principale compagnia telefonica italiana