Sulla carta i fondi e i grandi investitori nazionali ed internazionali raccolti attorno al fondo americano Elliott sembrano in grado di scalzare Vivendi, che pure detiene una quota del 23,94% di Telecom Italia (oggi Tim), ma prima ancora che nell’assemblea del 24 aprile o del 4 maggio il duello al calor bianco sul futuro della maggior compagnia telefonica italiana si giocherà nelle aule del Tribunale civile di Milano.
Oggi si saprà se il ricorso d’urgenza, presentato sia da Vivendi (primo azionista di Tim) che dalla stessa Tim contro la richiesta di revoca di sei amministratori della compagnia chiesto da Elliot sarà accolto o meno.
Se il ricorso dovesse essere accolto la revoca dei sei consiglieri in quota Vivendi uscirebbe dai radar dell’assemblea del 24 aprile e alla conta si andrebbe direttamente all’assemblea del 4 maggio, dove si preannuncia un’affluenza record – superiore al 68% del capitale sociale – e dove si dovrà procedere al rinnovo integrale del cda con il voto di lista e con il duello tra la lista dei francesi e quella del fondo Elliott.
Se invece il Tribunale civile di Milano dovesse respingere il ricorso Vivendi-TIM, già nell’assemblea del 24 aprile si voterebbe per la revoca di 6 amministratori e per la nomina dei loro sostituti targati Elliott che in prima battuta ha candidato Fulvio Conti (ex ad di Enel),Massimo Ferrari, Paola Giannotti, Luigi Gubitosi (commissario Alitalia), Davide Roscini e Rocco Sabelli (già dg di Telecom Italia), mentre l’assemblea del 4 maggio diventerebbe superflua e sarebbe cancellata dalla nuova maggioranza.
Ma ovviamente Vivendi non si arrenderebbe e si andrebbe verosimilmente a una nuova assemblea a metà giugno con un contenzioso legale, che si preannuncia fin da ora “lungo – scrive Il Sole 24 Ore – come la coda di una stella cometa”.