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Telecom Italia, l’assemblea boccia la conversione delle risparmio

L’assemblea di Telecom Italia ha bocciato, su iniziativa di Vivendi che ha raccolto il 36,1% delle astensionii, la proposta del cda di convertire le azioni di risparmio in azioni ordinarie – Ora i fondi meditano di vendicarsi con Vivendi bocciando la richiesta francese di ingresso nel cda – In Borsa il titolo delle ordinarie è salito al 4,5%.

Telecom Italia, l’assemblea boccia la conversione delle risparmio

Niente conversione delle azioni di risparmio in azioni ordinarie Telecom Italia. All’assemblea della società Vivendi ha mandato all’aria il progetto del board raccogliendo il 36,1% delle astensioni che hanno reso impossibile la formazione di una maggioranza dei 2/3 dei voti ed esercitando così fino in fondo i suoi poteri di minoranza di blocco.

Ora l’assemblea, in corso alle porte di Milano, deve pronunciarsi sulla richiesta dei francesi, che sono il primo socio con oltre il 20% del capitale, di allargare il cda per permettere l’ingresso di quattro rappresentanti di Vivendi. Intanto in Borsa le ordinarie Telecom sono salite del 4,5% mentre le risparmio stanno guadagnando, a meno di due ore dalla fine della seduta, il 2,1%.

“Servono più informazioni sulla proposta di conversione” ha detto in assemblea Arnaud de Puyfontaine, Ceo di Vivendi e primo azionista di Telecom Italia con il 20,53%, che si è astenuto dal voto. La decisione di astenersi dal voto è stata presa, ha aggiunto, “perché vorremmo più opportunità di discutere di questa operazione. Vorremmo avere informazioni e la possibilità di conoscere meglio la conversione”. “Quando sento argomenti importanti che l’ad Marco Patuano condivide con noi, quali il grande potenziale del piano industriale per l’Italia, la situazione su Metroweb, quella in Tim Brasil, che è un tema significativo, potete ben immaginare che nella nostra posizione essere parte della riflessione e del processo decisionale è qualcosa che è normale”, ha proseguito il manager francese nel motivare la richiesta del gruppo francese di entrare in cda con quattro rappresentanti. 

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