Sbanda Wall Street in attesa del dato sui nuovi occupati che sarà reso noto ale 14 e 30 (ora italiana). Ma la causa della peggior seduta dei listini Usa delle ultime due settimane non è il timore di un cambio della politica monetaria della Fed quanto una pioggia di cattive notizie in arrivo dalle trimestrali.
Alla fine della seduta il Nasdaq ha lascito sul terreno l’1,62%. Meno pesanti le perdite del Dow Jones -0,69% e dell’indice S&P 500 -0,78%.
Il ribasso ha contagiato Tokyo -0,3%: la Bank of Japan ha confermato il Qe, mentre l’inflazione frena allo 0,1%, ai minimi dal giugno 2013.
In forte calo Sidney -1,7%, sotto i peso dei bancari chiamati a robusti aumenti di capitale dalla banca centrale.
Meglio le Borse cinesi: Hong Kong +0,8%, Shanghai +1,9%, Shenzhen +2,1%. Per evitare il tracollo dei mercati la Cina ha investito negli ultimi due mesi 44 miliardi di dollari.
Giornata debole anche per le Borse europee, rese prudenti dalla discesa del prezzo del petrolio (il Wti è ai minimi da marzo) e dalla prospettiva che a settembre la Fed aumenti i tassi di interesse in America. A Milano l’indice Ftse Mib è sceso dello 0,4%, la Borsa di Parigi ha chiuso invariata, Francoforte -0,4%.
I Btp rendono l’1,86%, mentre lo spread è stabile in area 115 punti base.
Fa eccezione la Borsa di Atene +3,6% per la prima volta in terreno positivo dopo cinque settimane di chiusura e, partire da lunedì, tre sedute consecutive di ribasso in cui aveva perso circa il 19%. La capitalizzazione complessiva del mercato azionario di Atene è di soli 10,3 miliardi di euro.
TESLA, VIACOM E PURE IL CAFFE’: PILLOLE AMARE PER LE BORSE USA
Media, tecnologia e pure le macchine per il caffè. Sono stati tanti ieri i focolai di perdita dell’azionario Usa.
Il crollo più clamoroso riguarda ii tonfo dei titoli media, innescato dai dati deludenti di Walt Disney che in due giorni ha perduto il 10% circa. Ne risente 21st Century Fox -6,4%, ancor di più Viacom che ha lasciato sul terreno il 14,2% dopo il calo di abbonati ed introiti pubblicitari.
L’onda negativa ha colpito anche Mediaset che a Piazza Affari ha chiuso la seduta in ribasso del 4,2%.
Non meno pesante la caduta di Tesla -10%. La società che produce auto elettriche di lusso ha annunciato che non riuscirà a raggiungere gli obiettivi di vendita fissati per il 2015.
Il problema principale della società di Elon Musk è il ritardo nella commercializzazione della nuova Model X, un Suv che sarebbe dovuto andare sul mercato lo scorso dicembre, e che invece non sarà pronto prima di fine settembre. Il problema, ha spiegato lo stesso Musk, è che alcuni fornitori non riescono ad aumentare la produzione di componenti.
Dopo avere chiuso il trimestre in perdita, Tesla dovrà probabilmente ricorrere a un aumento di capitale per finanziare gli investimenti. Tesla ha chiuso il secondo trimestre 2015 con una perdita di 48 centesimi per azione, nettmente meglio della perdita di 60 centesimi prevista in media dagli analisti.
Una sorpresa negativa l’ha riservata anche Keurig Green Mountain Coffee Roaster, secondo produttore al mondo di caffè e delle macchine dispensatrici monodose . Il titolo è crollato del 30% dopo che la società ha rivisto drasticamente in ribasso le previsioni di fatturato e utile per azione e ha annunciato che licenzierà il 5% dei dipendenti.
TELECOM AL TEST DELLA BANDA ULTRALARGA E DI WIND-3
Sotto i riflettori di Piazza Affari stamane Telecom Italia -1,8% che annuncerà i risultato trimestrali approvati ieri dal consiglio. Gli analisti concentreranno l’attenzione sull’andamento del business domestico, atteso in calo in termini di ricavi margini.
Ma a tener banco, oltre ai primi conti dopo l’ingresso nell’azionariato di Vivendi (ieri Vincent Bolloré è stato in visita da Matteo Renzi a palazzo Chigi, presente Andrea Guerra) saranno anche le novità sul fronte del mercato e del piano banda larga.
E’ finalmente maturata la fusione tra Wind e 3 Italia da cui nascerà, recita una nota, una società con oltre 31 milioni di clienti di telefonia mobile e 2,8 milioni di clienti di rete fissa (di cui 2,2 milioni a banda larga). “L’attività combinata – recita una nota – dovrebbe generare significativi benefici Capex e Opex con un valore attuale netto, al netto dei costi di integrazione, di oltre 5 miliardi di euro. Le entrate congiunte di entrambe le aziende nel 2014 erano di 6,4 miliardi”.
Intanto ieri il Cipe ha deliberato i primi 2,2 miliardi di stanziamento per il piano banda ultralarga che, parole del premier Renzi “vale 12 miliardi, di cui 5 privati e 7 pubblici. Di questi ultimi 4,9 vengono da iniziative del governo e 2,1 dai Fondi strutturali Regionali”.
MPS DI NUOVO IN UTILE. CHEVREUX BOCCIA MEDIOBANCA
Altro tema caldo, i conti di Monte Paschi +1% da cui ieri si è congedato Alessandro Profumo.
Anche il secondo trimestre 2015 si è chiuso con un segno positivo. Tra aprile e giugno la banca senese ha registrato un utile netto di 121 milioni, rispetto alla perdita di 178,9 milioni del corrispondente periodo 2014. A livello semestrale l’utile sale così a 193,6 milioni. l’amministratore delegato Fabrizio Viola ha parlato di “diverse notizie positive” nei numeri trimestrali, tra cui la dinamica dei nuovi crediti, che nel semestre hanno permesso al margine di interesse una crescita del 20,6% sull’anno prima. Il manager ha anche parlato di “segnali forti” sul patrimonio e la liquidità della banca.
Contrastati gli altri titoli del settore. Intesa è salita dello 0,6% e Unicredit +0,1%. Netto ribasso invece di Mediobanca -1,2%, penalizzata dal downgrade di Kepler Cheuvreux a Hold da Buy. Cali moderati per le banche popolari: Ubi -0,4%, Banco Popolare -0,7%.
Anche Bpm, ieri in leggero calo, ha comunicato i risultati del primo semestre 2015. L’utile netto di periodo, normalizzato, è stato di 164,7 milioni di euro con una crescita del 69% rispetto allo stesso periodo del 2014.
Banca Popolare dell’Emilia Romagna +0,6 ha archiviato il primo semestre dell’anno con un utile netto pari a 81 milioni, sostanzialmente raddoppiato rispetto al primo semestre 2014 (+90,4%) e nettamente superiore agli obiettivi reddituali previsti all’inizio dell’anno.
EBITDA DIMEZZATO PER TENARIS. TONFO DI INTERPUMP
In sensibile ribasso ieri i titoli petroliferi (-1,6% l’indice Stoxx). A Milano Eni ha limitato le perdite allo 0,8%. Tenaris, leader mondiale dei tubi per l’industria petrolifera, è scesa dell’1,5% dopo avere annunciato risultati del secondo trimestre caratterizzati da un calo del fatturato del 30% ed Ebitda dimezzato.
In calo Enel -0,5%. Deboli anche i titoli industriali: Finmeccanica -1%, Fca -0,7%, StM -2,1%. In calo anche Enel [ENEI.MI] -0,5%. Tra i titoli in evidenza Astaldi +2,2%, Banzai +2,3%. Forte calo di Interpump -6,4%.