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Telecom Italia continua a correre: in 2 giorni guadagna il 5%. Che cosa la fa volare? Ecco tutte le ipotesi

Imagoeconomica

Ancora un rialzo oggi per Telecom Italia, oltretutto con fortissimi volumi. Ieri la società guidata da Pietro Labriola ha chiuso con un rialzo del 6,75% a 0,2404 euro, dopo aver visto nel corso della seduta impennate tali da costringere Borsa Italiana a interrompere le trattative per eccesso di rialzo. Stamane sale ancora con un +1,41% in tarda mattinata a 2,441 euro, mentre il Ftse Mib cresce di un timido +0,10%.

Diverse sono le ipotesi che gli investitori indicano alla base dell’ottima performance della società che quest’estate ha ceduto la rete al consorzio guidato dal fondo Usa Kkr, cui partecipano anche il Tesoro con una quota del 16% e F2i con l’11,2%, consentendole di ridurre l’indebitamento finanziario netto di circa 14 miliardi (14,2 miliardi lordi, 13,8 miliardi al netto di costi di separazione e aggiustamenti).

Certamente le ha fatto bene ieri l’endorsement di Bank of America, ha contribuito la notizia dell’espansione in India della sua controllata Sparkle, possono aver giovato anche i sostegni all’attività delle telecomunicazioni arrivati da Mario Draghi e dalla Commissione europea.

In bese all’analisi tecnica del del titolo eseguita su base settimanale si vede la trendline rialzista della compagnia telefonica più pronunciata rispetto all’andamento del Ftse Mib: nel breve periodo evidenzia un supporto verso area 0,2319 euro e poi a 0,2222, con prima area di resistenza vista a 0,2472.

L’endorsement di Bank of America

A fare da assist al titolo della compagnia telefonica certamente ha contribuito la promozione giunta da BofA. Gli esperti dell’ufficio studi hanno confermato la raccomandazione “buy” sul gruppo, che, dopo la cessione di Netco “si può concentrare sugli investimenti e sulla crescita”. Quanto al target price gli analisti indicano un prezzo obiettivo di 0,34 euro per le azioni ordinarie, dal precedente 0,26 euro, e 0,41 per le risparmio. Non solo. Il target price di 0,34 euronon tiene conto invece di due elementi molto positivi: l‘incasso supplementare (earn out) dalla vendita della rete e il maxi rimborso da miliardo di euro del canone concessorio del 1998.

Più nel dettaglio il report di Bofa Securities guidato da David Wright sottolinea “l’ampio cambiamento nella retorica della Commissione europea”, così come di “un ambiente più favorevole alle fusioni e acquisizioni nel settore delle telecomunicazioni”. Il team di analisti nota che in Italia il contesto di mercato sta migliorando. “Le dinamiche dei prezzi, storicamente deflazionistiche, sembrano essersi stabilizzate negli ultimi 12 mesi, nel 2025, esse potrebbero essere ulteriormente sostenute dalla fusione Fastweb/Vodafone“. L’area dei servizi al consumatore dovrebbe riuscire a tenere le posizioni nel 2024, o a migliorarle leggermente, anche grazie alla rinegoziazione del contratto con Dazn, “mentre il settore Enterprise sembra ben posizionato per sfruttare un mercato B2B in crescita e la digitalizzazione del settore pubblico”.

La nuova Tim senza la società della rete (NetCo) dovrebbe arrivare nel 2024 ad un Ebitda pro forma di 4,44 miliardi di euro, da 4,16 miliardi del 2023. Il margine lordo “dovrebbe beneficiare della continua razionalizzazione dei costi e di alcuni migliori risultati economici derivanti dalla proprietà dei data center alla base della crescita del settore Enterprise; il capex dovrebbe essere sostanzialmente stabile”. Per quanto riguarda l’indebitamento, tema che secondo Bofa è un problema superato, il debito dovrebbe peggiorare leggermente l’anno prossimo, da 7,5 miliardi di fine 2024, anche per effetto dei costi di pre pensionamento: nel 2026 il debito dovrebbe essere di poco più di sette miliardi, su un Ebitda di quasi cinque miliardi.

Il sostegno indiretto di Mario Draghi

Ma il titolo, sottolineano gli anlaisti di Websim, certamante sta avendo sostegno anche dalle sollecitazioni per l’avvio di una profonda riorganizzazione dell’industria della telefonia europea contenute nel rapporto “Il futuro della competitività in Europa” di Mario Draghi. “Il Whatever it takes di Draghi sulla telefonia europea è una richiesta di avvio del consolidamento, anche estero su estero, il prolungamento delle licenze, da barattare con l’estensione della copertura al 99% del territorio, lo spegnimento della rete in rame, il contributo delle major del tech ai costi di manutenzione” dice Websim che dettaglia uno scenario attuale del settore che indica come insostenibile.

Oggi, a servire i 450 milioni di cittadini europei, dice Websim, ci sono 35 società di rete, negli Stati Uniti, che ha 110 milioni di abitanti in meno, ce ne sono tre, in Cina sono quattro. Le condizioni di mercato sono meravigliose per i cittadini, che possono godere di prezzi bassi, difficilissime per le società: negli Stati Uniti, l’accesso a Internet ultraveloce costa non meno di cinquanta dollari al mese e può arrivare anche a sessanta. In Italia, guardando a quel che dice Facile.it, Beactive Fiberevolution offre Internet a 1000 Mb a 14,9 euro al mese. Vodafone fa pagare 21,9 euro il servizio a 2500 Mb e Fastweb è il top con 27,95 euro. Strozzati da una guerra dei prezzi senza pietà, il ritorno medio sul capitale (Roce) del settore non arriva al 6%, a fronte di un costo medio del capitale (Wacc) del 7,7%. “Ci vuol poco a capire che la situazione è insostenibile” conclude.

Le mosse di Tim: dai cavi sottomarini di Sparkle a Bt Italia

Intanto Tim muove qualche pedina. Ieri la sua controllata Sparkle, primo operatore di servizi internazionali in Italia e fra i primi nel mondo, ha firmato un accordo con Airtel Business, il ramo B2B di Bharti Airtel, uno dei principali fornitori di servizi di telecomunicazione dell’India, per fornire capacità aggiuntiva su una rotta diversificata a bassa latenza tra Asia ed Europa. Airtel Business è il principale fornitore indiano di servizi Ict con cavi sottomarini strategicamente posizionati, reti satellitari e reti globali che si estendono per 400.000 km in 50 Paesi e cinque continenti. In base all’accordo, Sparkle fornirà capacità sui sistemi di cavi sottomarini (Blue e Raman) che collegheranno l’India all’Italia.

Non solo. Oggi sempre la controllata Sparkle ha annunciato un nuovo accordo con Nexim Global, operatore di telecomunicazioni italo-americano, per la fornitura di IP Transit internazionale e altri servizi IP. L’accordo è stato firmato ad Amsterdam durante l’evento IBC2024 che riunisce l’industria globale dei media, dell’intrattenimento e della tecnologia. In base all’accordo, Sparkle fornirà transito IP presso il suo Point of Presence (PoP) a Milano, insieme a protezione DDoS e ad altri servizi IP ad Amsterdam e Francoforte.

In questi giorni Telecom Italia ha anche presentato un’offerta non vincolante per le attività residue di BT in Italia (l’ex British Telecom). Le attività italiane di BT comprendono quattro data center e una dorsale e per il gruppo significherebbe un rafforzamento di Tim Enterprise, che fornisce servizi di connettività, cloud e cybersecurity a grandi clienti aziendali e amministrazioni pubbliche.


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