L’ingresso di Cassa depositi e prestiti nella società della rete che nascerà dallo scorporo dell’infrastruttura di Telecom Italia potrà avvenire “se vi saranno garanzie che la società non sarà gestita per spremere la massima redditività a breve dagli azionisti, ma per fare investimenti necessari” allo sviluppo della rete nonchè tali da garantire “un ritorno nel lungo periodo”. Queste le parole del presidente della Cdp, Franco Bassanini, che è intervenuto a un convegno di Business International.
“Questa logica – ha proseguito Bassanini – deve essere trasferita alla governance della nuova società, altrimenti ci troveremmo nella stessa difficoltà in cui oggi si trova l’incumbent che vorrebbe fare investimenti. Incumbent che, da un lato per il debito che ha sulle spalle, dall’altro lato per l’indisponibilità degli azionisti a realizzare un significativo aumento di capitale o almeno a non procedere alla distribuzione di dividendi, non ha le risorse necessarie per un piano di investimenti (almeno per quanto riguarda la telefonia fissa)”.
Bassanini Ha concluso dicendo che, dal momento che Cdp “utilizza il risparmio dei cittadini”, “non può dunque che fare investimenti che abbiano una redditività sicura nel tempo” e “d’altra parte avendo una mission pubblica puo’ intervenire se il suo apporto serve a potenziare gli investimenti, a fare investire di più”.