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Telecom, in assise segnali di freddezza con Telco. Bernabé accoglie la richiesta sul cda di Fossati

Durante l’assemblea di Telecom Italia che si svolgendo a Rozzano il presidente esecutivo Franco Bernabé fa un passo nella direzione dell’azionista Marco Fossati (Findim) che vuole eliminare il premio di maggioranza nella nomina del consiglio di amministrazione. Un segnale di freddezza con l’azionista di maggioranza relativa Telco (controllata da Telefonica al 46,18%, Intesa Sanpaolo e Mediobanca, 11,62% ciascuna, e Generali (30,58%) che oggi ha la maggioranza dell’assemblea per pochi voti.

La richiesta di revisione della governance è così sul tavolo degli uffici di Telecom che dovranno valutare la modifica dello statuto. “È  un’esigenza avvertita tra gli azionisti e, da parte mia, è considerata meritevole di attenzione. Ho chiesto agli uffici uno studio di fattibilità di modifica statutaria, fermo restando il quadro normativo”, ha detto Bernabè in apertura dei lavori dell’assise.

L’assemblea per l’approvazione del bilancio, dividendo e piano azionario per i dipendenti si svolge nell’auditorium di Rozzano ed è presente il 44,4% del capitale ordinario. La Findim di Marco Fossati è al 4,9% del capitale circa.

L’assise arriva mentre Telecom si muove verso un punto di svolta per il proprio futuro: sul tavolo c’è la questione di separazione della Rete e una possibile integrazione con 3 Italia del gruppo Hutchison Whampoa, condizionata all’ascesa di quest’ultimo a primo azionista. Per valutare l’integrazione nei giorni scorsi, che avrebbe ripercussioni anche sul socio Telco,  il consiglio di Telecom aveva deciso di costituire un comitato composto da quattro consiglieri da affiancare al presidente esecutivo Bernabè. Il quale non ha dubbi: per superare la crisi del settore tlc e più in generale per uscire dal clima economico che non dà segno di migliorare servono azioni di discontinuità e le due operazioni straordinarie “rappresentano importanti opportunità che potrebbero migliorare le prospettive di entrambi i settori”.

SEPARAZIONE DELLA RETE E 3 ITALIA IMPORTANTI OPPORTUNITA’

Sul fronte del progetto di separazione della rete di Telecom, il possibile accordo con Cassa Depositi e Prestiti “comporterebbe il vantaggio di risorse apportate da Cdp che consentirebbero una significativa accelerazione dei piani di sviluppo delle reti di nuova generazione previsti nel piano industriale”, ha spiegato agli azionisti Bernabé. 

Mentre l’integrazione con 3 Italia comporterebbe sinergie industriali e riduzioni di costo in termini di strutture commerciali e di sviluppo della rete Lte: “Eventuali freni od ostacoli al naturale processo di consolidamento porterebbero a un ulteriore ritardo dello sviluppo delle reti Lte” ha detto Bernabè “su cui l’Europa registra già un forte ritardo rispetto agli Stati Uniti”.

“Ritengo che ci possano essere elementi positivi nel proseguire la discussione, spetterà al plenum consiliare decidere – ha detto Bernabè – Non sono state prese decisioni in merito, c’è un comitato che si farà carico di valutare se meriti proseguire la discussione”.

L’ASATI CHIEDE IL SISTEMA DUALE E LA PRESENZA DI UN RAPPRESENTANTE DELLE ASSOCIAZIONI
Se Fossati della Findim ha chiesto una rivisitazione della governance anche l’associazione dei piccoli azionisti, l’Asati, che raccoglie i piccoli azionisti, ha annunciato di voler proporre una mozione di modifica dello Statuto, nonostante il tema non sia stato inserito all’ordine del giorno. L’obiettivo è introdurre un sistema duale, giudicato più coerente “con un assetto azionario a larga diffusione”,in particolare un sistema che preveda un Consiglio di Gestione e un Consiglio di Sorveglianza, entrambi eletti con criterio proporzionale alle quote azionarie. Asati ha chiesto anche che sia “assicurata la presenza di un componente espresso dalle associazioni di azionisti, regolarmente accreditate presso la Consob, (con un minimo di 1.000 associati ) e anche la modifica dell’articolo 22 dello statuto che regola la golden share. Su questo punto Bernabè ha precisato che Telecom non può intervenire autonomamente modificando il suo statuto, dovrà necessariamente adeguarsi al decreto.

Rispondendo poi alle critiche di Fossati, Bernabé ricorda che nella sua gestione ha scelto ”di non usare scorciatoie finanziarie”, quelle scorciatoie (come l’acquisto delle minorities di Tim) cui si è fatto ricorso in passato e a cui è possibile attribuire alcuni problemi della società. Oltre ovviamente alla fusione Telecom-Olivetti che mise sulle spalle della società un debito di 36 miliardi a fronte di un fatturato di 29.

In Borsa Telecom sale dello 0,41% a 0,6155.  Bernabé  si è rivolto anche a chi sta subendo delle perdite e assicura che il management sta ponendo le basi per grandi soddisfazioni nel futuro: “Se avessimo voluto trovare consensi o successo a breve termine avremmo fatto altre scelte”.

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