Almeno i conti procedono secondo le previsioni. Ma il blitz brasiliano di Telefonica ha lasciato il segno: dal board di Telecom Italia non è arrivata la risposta alla “mossa ostile” del socio spagnolo, così come l’ha definita il presidente di Cdp Franco Bassanini. L’ad Marco Patuano, di fonte agli analisti, ha risposto così alle richieste di commento: “Saremo razionali, ma tutte le opzioni restano aperte”. Soprattutto se l’esecutivo darà seguito con i fatti alle parole del sottosegretario Graziano Del Rio, che ha sottolineato l’interesse del governo per le tlc. Per ora, tuttavia, non resta che tirare dritto. “Non abbiamo dato il via ad alcuna fusione o acquisizione – ha aggiunto Patuano –. Lo ha fatto qualcun altro. Noi continuiamo con il nostro piano”.
In attesa di assorbire lo shock, il board di Telecom Italia (di cui non fanno parte i rappresentanti di Telefoica) ha preso atto dei conti del primo semestre da cui emerge, secondo gli analisti, un rassicurante miglioramento del mobile. Ma nulla più. Anche nei prossimi mesi Telecom Italia dovrà fare i conti con un mercato domestico in calo: l’effetto combinato della frenata dei servizi tradizionali e della crescita della banda larga “determinerà una ulteriore flessione del mercato domestico ma una crescita del mercato Brasile”.
In sintesi, nel secondo trimestre i ricavi sono stati pari a 5,36 miliardi (-11%), l’ebitda a 2,15 miliardi (-7%) e l’utile netto a 321 milioni. Il debito è poi risultato in leggero calo, a 27,4 miliardi di euro, in linea con le previsioni del consenso.
“I risultati semestrali del gruppo sono leggermente al di sotto delle nostre aspettative a livello di ricavi ed ebitda mentre l’utile netto e il debito sono migliori del previsto”, hanno commentato in una nota di gli analisti di Banca Akros (accumulate e target price a 1,05 euro). La stessa Akros ritiene improbabile una contromossa su Gvt: “Probabilmente è troppo tardi, visto che la gamma di opzioni strategiche si sta riducendo. Una potenziale guerra di offerte su Gvt sarebbe, a nostro avviso, molto negativa per il titolo in Borsa”.
Anche gli analisti di Banca Imi ritengono improbabile una controfferta, che richiederebbe “un premio ancora più alto (l’offerta di Telefonica su GVt implica un multiplo ev/ebitda di 9,5 volte contro una media 2014 di 5,2 volte, ndr) e che per finanziare l’operazione sarebbe necessario un aumento di capitale di Tim Brasil, che a nostro avviso dovrebbe essere accompagnato dall’annuncio di forti sinergie sfruttabili per essere accrescitivo in termini di valore, il che non è un compito facile”, hanno valutato a Banca Imi.
Più possibilisti gli analisti di Kepler Chevreux (buy e target price a 1 euro): il management di TI deve prendere in considerazione una controfferta su Gvt dal momento che Tim Brasil non può preservare il suo valore restando un player puro di telefonia mobile. Ma questo richiederebbe comunque un aumento di capitale oggi difficilmente proponibile.