I mercati non si aspettano grandi novità dall’esito della riunione della Fed, ma proprio Janet Yellen potrebbe sorprendere i mercati annunciando la data d’avvio della manovra di riduzione del bilancio federale. Nell’attesa i mercati hanno rivisto al rialzo le stime sul costo del denaro: il rendimento del Bond governativo biennale degli Stati Uniti è salito di sette punti base, al 2,32%, mentre il rendimento del trentennale si è portato a 2,91%.
Riparte anche il dollaro, ma in questo caso la politica monetaria c’entra poco: Donald Trump ha evitato per il rotto della cuffia una nuova sonora sconfitta sulla riforma sanitaria. In serata si sono riaccese le speranze di un’approvazione della legge che cancella la riforma sanitaria introdotta da Barack Obama. Il Senato ha votato a favore dell’avvio di un dibattito: 50 senatori repubblicani hanno dato il loro assenso, tutti i 48 democratici hanno votato contro. Donald Trump ha più volte affermato che lo smantellamento dell’attuale sistema di copertura delle prestazioni sanitarie è il primo passo della sua agenda economica.
Ma vista dall’Europa, la vera novità è l’approvazione da parte del Congresso di nuove sanzioni nei confronti della Russia. Se il presidente firmerà la legge ci saranno non pochi problemi per le aziende impegnate in progetti con Mosca e con l’Iran. Sono a rischio importanti commesse per l’auto (Renault e Peugeot a Teheran) e nell’energia. È a rischio, in particolare, il gasdotto North Stream. L’Atlantico, insomma, è sempre più largo.
DOLLARO IN RIPRESA, DOPPIO RECORD PER WALL STREET
Ecco la mappa dei listini in attesa della Fed. La Borsa del Giappone si avvia a chiudere in rialzo dello 0,4%. Nell’area dell’Asia Pacifico si mette in luce il mercato azionario di Sidney (+1%). Contrastate le Borse della Cina: Hong Kong sale dello 0,1%, l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e di Shenzhen perde lo 0,8%.
Il cross euro dollaro, salito ieri sera sui massimi degli ultimi due anni, a 1,170, stamattina è a 1,164.
Doppio record per Wall Street: ieri sono arrivati i primati dell’S&P500 (+0,3%) e del Nasdaq (+0,1%). Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,5% ma senza arrivare su un nuovo massimo storico. A trinare il Dow sono state le performances trimestrali di alcuni campioni della old economy Mc Donald’s (+4,8%) e Caterpillar (+5,9%). Sul Nasdaq pesa il calo di Alphabet (-2,9%), zavorrata dagli effetti della multa Ue sui conti della capogruppo di Google.
IL PETROLIO TORNA SOPRA I 50 DOLLARI .SOFFRE SAIPEM
In forte accelerazione il petrolio, il Brent ha superato di slancio la soglia psicologica dei 50 dollari il barile, mettendo a segno una della variazioni positive giornaliere più ampie del 2017, stamattina il petrolio del Mare del Nord è scambiato a 50,5 dollari il barile, +0,5%, ieri ha guadagnato il 3,3%.
Secondo l’American Petroleum Institute, le scorte di petrolio degli Stati Uniti sono scese di 10 milioni di barili la settimana scorsa
A Piazza Affari Saipem -1,3% a 3,37 euro dopo la pubblicazione dei dati del primo semestre, chiuso con una perdita di 110 milioni di euro e ricavi a 4,59 miliardi di euro. Citigroup pensa che la visibilità sul 2018 sia bassa. Bene gli altri titoli petroliferi: Eni avanza dell’1,07%. Tenaris +1,47%.
SALE LA FIDUCIA TEDESCA. MILANO +0,6%
Borse europee positive in attesa dei risultati del vertice della Federal Reserve. A frenare il Toro, a differenza che nei giorni scorsi, non è bastata la spinta al rialzo dell’euro che nel primo pomeriggio di ieri ha toccato quota 1,1699, il livello più alto da agosto del 2015. Da inizio anno il cambio si è apprezzato di quasi l’11%. A Milano l’indice Ftse Mib ha registrato una crescita pari allo 0,6%, in linea con Parigi. Londra è salita dello 0,8%, Parigi dello 0,6%, Francoforte dello 0,4%.
L’indice tedesco della fiducia, l’Ifo, è salito inaspettatamente in luglio, attestandosi al nuovo livello record di 116,0 punti e fornendo un nuovo segnale di solidità della ripresa europea dopo l’arretramento segnato ieri dai Pmi, che aveva favorito una frenata del cambio. A maggio l’indice destagionalizzato degli ordini all’industria è salito del 4,3% rispetto al -0,5% (rivisto da -0,7%) di aprile. Su base annua, gli ordinativi sono cresciuti del 13,7% a fronte del -2,2% del mese precedente.
Il Pil italiano tornerà ai livelli precedenti alla grande crisi non prima della metà del prossimo decennio. Lo evidenzia il Fondo Monetario Internazionale nel suo articolo IV sull’Eurozona, il rapporto annuale stilato a conclusione del monitoraggio nell’area della moneta unica. Commentando le proiezioni sulla crescita diffuse ieri con l’aggiornamento del World Economic Outlook – 1,9% per il 2017 e 1,7% per l’anno prossimo da rispettivi 1,7% e 1,6% delle stime di aprile – il Fondo scrive che locomotiva della zona euro rimarranno Germania e Spagna, mentre più contrastata sarà la dinamica di Italia e Francia. Il caso italiano è però ben più grave di quello francese in considerazione dell’elevato debito. Insieme a Portogallo e Spagna, l’Italia ha margini di manovra limitati in termini di politica fiscale.
SPREAD A 157. OGGI AL VIA LE ASTE DEL TESORO
Finale di seduta con il segno decisamente negativo per il secondario italiano, la cui correzione è andata avanti di pari passo rispetto a quella del mercato tedesco. Le vendite sono scattate dopo lettura migliore delle attese dell’indagine Ifo che ha in qualche modo risvegliato gli investitori dal torpore facendo scattare i realizzi dopo sette sedute consecutive positive.
Dopo un minimo a 152,4, record negativo da metà dicembre, il premio di rendimento Italia/Germania sul comparto decennale si è attestato in chiusura a 157 punti base, due centesimi oltre lunedì sera.
Al via oggi le aste di fine mese: il primo appuntamento è con Ctz e BtpEi fino a 3,25 miliardi di euro. Si prosegue giovedì con il Bot a sei mesi – 6,5 miliardi come l’ammontare in scadenza – per arrivare al collocamento a medio-lungo di venerdì: il ministero dell’Economia metterà a disposizione degli investitori un importo tra 6,25 miliardi e 7,75 miliardi di euro tra Btp e Cct. il collocamento segna il debutto del nuovo Btp a cinque anni, il titolo 1 agosto 2022 che corrisponde una cedola di 0,90% rispetto all’1,20% sul benchmark aprile 2022. A fine seduta su Mts il Ctz maggio 2019, in asta domani per 1,5/2 miliardi, viaggiava ad un rendimento di -0,083% da -0,167% di fine giugno.
MISSIONE COMPIUTA: LA GRECIA È TORNATA SUL MERCATO
La Grecia è tornata ad emettere sul mercato dei capitali per la prima volta dopo tre anni. Atene ha collocato tramite un sindacato di banche un bond 5 anni da 3 miliardi di euro, raccogliendo ordini per oltre 6,5 miliardi. Per il responsabile alle Finanze Euclid Tsakalotos l’operazione odierna è “soltanto l’inizio” e un primo segnale di come il Paese stia riconquistando la fiducia degli investitori. “Sappiamo che i cittadini greci hanno sofferto molto, più di quanto meritassero di soffrire”.
Il nuovo titolo a scadenza agosto 2022 offrirà un rendimento di 4,625%. Le prime indicazioni si attestavano in area 4,875%, mentre successivamente la guidance era stata fissata in area 4,75%. “È estremamente positivo che abbiano collocato il titolo sotto il 5%. La Grecia ora è in grado di finanziarsi da sola”, commenta Louis Gargour, chief investment officer del fondo speculativo Lng Capital, che si è detto interessato ad acquistare il nuovo titolo. Contestualmente all’emissione del nuovo bond, il Tesoro greco riacquisterà in cash il bond aprile 2019, cedola 4,75%, al prezzo di 102,6, in modo da ammorbidire la curva dei rimborsi dopo la fine del bailout.
Quando Atene era ricomparsa sul mercato dei capitali per la prima volta dopo la crisi, nel 2014, aveva raccolto oltre 20 miliardi di euro di ordini per un bond quinquennale. A quella seguì un’altra emissione un paio di mesi dopo. Poi, all’inizio del 2015, con la formazione di un governo di sinistra radicale che entrò in conflitto con i creditori internazionali, Atene perse nuovamente l’accesso al mercato e arrivò a un soffio dall’uscire dalla valuta unica.
TELECOM FESTEGGIA IL BRASILE: UTILI TRIPLICATI
Sempre più caldo il confronto tra Italia e Francia, inasprito dal dossier Libia. Buone notizie per Telecom Italia, ieri +1,7% sull’onda delle novità del dopo Cattaneo, a partire dalla creazione di una Joint Venture con Canal Plus. Oggi la spinta potrebbe venire dai conti della brasiliana TIM Participaçoes annunciati ieri sera. Il secondo operatore wireless del Paese carioca ha chiuso il secondo trimestre con utili triplicati rispetto allo stesso periodo di un anno fa a 219 milioni di reais (69 milioni di dollari) contro una previsione di 156 milioni di reais L’Ebitda, escludendo le voci straordinarie come la vendita delle torri, è in crescita del 16% a 1,391 miliardi di reais (438 milioni di dollari) . Gli ottimi risultati potrebbero favorire un’eventuale cession della partecipazione carioca. Amoc Genish, il direttore generale voluto da Vincent Bolloré, che vanta una grande esperienza in Brasile, è senz’atro l’uomo giusto per trattare la vendita.
FINCANTIERI: NO DELL’ITALIA ALLA PROPOSTA “INDECENTE” DI MACRON
Sale intanto il livello dello scontro sui cantieri Stx di Saint Nazaire. Il governo italiano, principale azionista di Fincantieri (+1,55%) ha respinto la proposta di Parigi per un controllo paritetico tra Italia e Francia sui cantieri francesi di STX France. “La risposta del governo italiano al 50-50 è no”, ha detto una fonte del ministero dell’Economia, aggiungendo che “per l’Italia è irrinunciabile una maggioranza anche minima sopra il 50% e il controllo del consiglio di amministrazione”.
Ieri il ministro dell’Economia della Francia, Bruno Le Maire, aveva proposto di suddividere alla pari il capitale di Stx France tra azionisti francesi e Fincantieri, avanzando l’ipotesi di estendere l’accodo alla cantieristica militare. Ad aprile Fincantieri e il governo francese avevano raggiunto un accordo preliminare sull’azionariato definitivo di Stx France che assegnava a Fincantieri il 48% della società, a Fondazione CR Trieste circa il 7%, alla francese Dcns il 12% e allo stato francese il 33%. Il presidente francese Emmanuel Macron ha però spiegato di voler rivedere i termini dell’accordo.
SNAM FA SHOPPING DI ASSETS EDISON. VOLA LEONARDO
Grandi novità anche in casa Snam. Il gruppo ha sottoscritto con Edison, controllata dalla francese Edf, l’accordo definitivo per l’acquisizione del 100% del capitale sociale di Infrastrutture Trasporto Gas (Itg) e di una quota del 7,3% del capitale di Terminale Gln Adriatico (Adriatic LNG). Il controvalore complessivo dell’investimento e’ di 225 milioni di euro, soggetto ad aggiustamento prezzo alla chiusura dell’operazione.
Nell’industria brilla la performance di Leonardo (+3,4%): cresce l’attenzione in vista della pubblicazione dei risultati semestrali e della presentazione che l’ad Alessandro Profumo terrà a Londra proprio in occasione dei conti.
STM , I CONTI NON DELUDONO
Stm +0,6%. Nella notte sono stati approvati i conti del trimestre: Ricavi netti a 1,92 miliardi di dollari (+12,9%); utile netto nei tre mesi per 151 milioni (contro 23 milioni)0,17 dollari per azione. Stm si dice “ ben posizionata per raggiungere i target finanziari del secondo semestre”. Cnh Industrial +0,2%. Fiat Chrysler -0,1%.
In grande evidenza sul listino milanese Luxottica (+1,54%) ancora sostenuta dai conti del trimestre. Non ha avuto per ora effetto su Tod’s +0,6% l’offerta di Michael Koors per il controllo di Jimmy Choo: 896 milioni di sterline.
BRILLANO LE POSTE E AZIMUT
A sostenere il rally di Piazza Affari è stata l’ottima performance del settore finanziario. In grande evidenza la perfomance di Poste italiane +3,4%: Banca Akros ha alzato la raccomandazione a buy da neutral (target price a 7,1 euro) in attesa sia dei risultati del secondo trimestre 2017 previsti per il 2 agosto che per i prossimi sviluppi dell’asse con Cdp.
Altrettanto vivace Azimut (+1,1%). Il presidente Pietro Giuliani conferma che la società non è in vendita: la dirigenza ed i dipendenti controllano il 15%. Sale anche FinecoBank, +2,2%.
Tonico il comparto bancario, con l’indice di settore italiano che avanza dell’1,1% e quello europeo dell’1,7%. Particolarmente comprata Ubi che sale del 2,2%. Positive Unicredit (+1,7%), Intesa (+0,7%) e Mediobanca (+1,5%).
BERNARDESCHI SPINGE LA JUVENTUS
Ottima performance di Juventus (+6,5%) dopo l’acquisto di Federico Bernardeschi. Bene anche la Lazio (+5,9%).
Sale Cir (+3,04%). Tonfo di Sogefi (-2,64% a 4,284 euro) dopo la pubblicazione dei risultati del primo semestre 2017. La società ha chiuso i sei mesi con un utile netto di 20 milioni di euro, in crescita rispetto agli 8,3 milioni registrati nel primo semestre del 2016.