Tornano in rosso le Borse europee zavorrate dal rallentamento della manifattura sia nel Vecchio Continente sia oltreoceano. Nell’Eurozona l’indice Pmi manifatturiero di settembre è sceso a 52 da 52,3 e negli Usa l’indice Ism del settore manifatturiero si è attestato a 50,2 punti dai 51,1 di agosto, sotto le stime degli analisti a quota 50,6 e sui minimi dal maggio 2013.
Così Wall Street viaggia in calo con il Dow Jones che cede l’1,21% e l’S&P500 lo 0,45%. Le vendite colpiscono anche il Nasdaq -0,7% appesantito dai titoli biotech.
I listini europei, dopo un avvio in rialzo sostenuto dal leggero miglioramento dei dati sul manifatturiero cinese, hanno così ceduto il passo alle vendite e chiuso in territorio negativo. Il Ftse Mib cede lo 0,71%, il Dax l’1,57%, Parigi -0,65% mentre Londra chiude in controtendenza a +0,18%. Lo spread Btp bund ha chiuso a 114 punti base.
Diversi i dati macroeconomici pubblicati nel pomeriggio negli Usa. Hanno deluso le attese le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione che nel corso dell’ultima settimana sono aumentate di diecimila unità a quota 277mila, peggio delle attese degli analisti ferme a 271mila. Ha fatto invece meglio delle stime l’indice Markit manifatturiero di settembre salito a 53,1 punti dai 53 di agosto. Leggermente superiore alle attese anche le spese per le costruzioni salite dello 0,7% contro stime per un incremento dello 0,6%.
Intanto gli Stati Uniti hanno evitato lo shutdown, la paralisi delle attività federali, che sarebbe scattata senza l’approvazione del budget grazie a un provvedimento ponte firmato approvato dal Congresso. Il testo rifinanzia il Governo fino all’11 dicembre, data entro cui bisognerà dare il via libera a un testo che valga fino al 2017.
Sul fronte corporate, acquisti su General Motors: il ceo Mary Barra, ha confermato i target 2016 e di lungo termine e ha annunciato che punta a risparmiare 5,5 miliardi di dollari nei prossimi tre anni grazie a un miglioramento delle efficienze. Il cambio euro dollaro scambia a 1,1202 (+0,22%), il petrolio Wti sale dello 0,53% a 45,33 dollari al barile.
A Piazza Affari le vendite colpiscono soprattutto Telecom Italia -4,36% in scia all’andamento del comparto in europa e in relazione anche alla smentita da parte di Orange su contatti con il gruppo italiano per un’operazione straodinaria. Da oggi inoltre e’ efficace la fusione per incorporazione di Telecom Italia Media (ritirata dal listino) in Telecom.
Giù anche Enel -2,19%, Tod’s -1,92%, Stm -1,89%. Fuori dal Ftse Minb crolla Rcs -6,04% in seguito allo stallo nella vendita della divisione libri a Mondadori.
Gli acquisti premiano Mediaset dopo le indicazioni positive sulla pubblicità arrivate dalla Rai. A2A +2,79%, Fca +2,24% grazie al forte interesse per l’Ipo di Ferrari e ai buoni dati sulle immatricolazioni, Unipol +1,99%, Mediolanum +1,72%.