“L’idea della necessità di un’azionista industriale ha fatto il suo tempo: non serve un azionista industriale, ma un progetto industriale”: solo dopo, eventualmente, si potrà pensare a “un nuovo azionista”. Lo ha detto il presidente esecutivo di Telecom Italia, Franco Bernabè, a margine del Workshop Ambrosetti.
“Telecom non ha bisogno di qualcuno che insegni agli uomini e alle donne del gruppo cosa si deve fare – ha aggiunto –, perché è un’azienda all’avanguardia delle Tlc a livello internazionale”. A chi gli chiedeva di possibili nuovi soci solo finanziari, Bernabè si è limitato a rispondere: “Abbiamo già dato”.
In ogni caso, il Presidente ha sottolineato che Telecom “non è oggetto di scambio, vendita o acquisto” e in un’eventuale alleanza con nuovi soci dovrà avere “pari dignità”.
Bernabè spegne così le speculazioni sul possibile riassetto azionario del gruppo che nelle passate cinque sedute di Borsa hanno consentito al titolo Telecom di guadagnare il 25% (solo ieri +8,39%). All’inizio del pomeriggio le azioni della società, colpite dai realizzi, cedono circa il 3% a Piazza Affari.
Negli ultimi giorni si è parlato dell’interessamento di vari gruppi: dall’americana At&T alla America Movil di Carlos Slim, dalla spagnola Telefonica all’imprenditore egiziano Naguib Sawiris.
Telefonica, in realtà, è già nel capitale di Telecom, avendo in tasca il 46% di Telco, la holding che a sua volta controlla il 22,4% della società italiana. L’ipotesi in questo caso è che l’operatore spagnolo rilevi le quote dei soci italiani di Telco (Generali ha il 30,6%, Mediobanca e Intesa l’11,5% ciascuno).
Il prossimo Cda di Telecom si terrà il 19 settembre.