Tre settimane fa la Commissione europea ha tirato fuori dal bilancio dell’Unione 1,1 miliardi di euro per la produzione di elettrolizzatori in Italia. Le imprese interessate ad avere finanziamenti fino a 150 milioni di euro possono fare domanda entro il 31 dicembre 2025. Più di 20 mesi di tempo per presentare i progetti, aspettare l’istruttoria e quindi l’approvazione. “Il regime italiano è necessario, adeguato e proporzionato al fine di accelerare la transizione verde e agevolare lo sviluppo di talune attività economiche che rivestono importanza per l’attuazione del piano industriale del Green Deal ”, recita soddisfatto il comunicato del governo. In realtà non tiene per nulla conto della necessità di accelerare i tempi.
Gli elettrolizzatori servono a varie cose e gli studi sul loro specifico utilizzo per lo sviluppo dell’idrogeno sono diffusi in tutto il mondo. Stime recenti dicono che lo stoccaggio di energia a idrogeno quest’anno sfiora i 16 miliardi di dollari di investimenti per superare i 20 miliardi entro il 2028. Per conservare l’idrogeno, però, bisogna produrlo e dappertutto la tecnologia migliore è ritenuta la scissione dall’acqua mediante elettrolizzatori.
Aziende leader fuori confine
Se a prendere certe decisioni negli apparati pubblici vi fossero manager accorti, lo scenario degli interventi con i soldi dei contribuenti sarebbe diverso e di gran lunga migliore. Una lezione in questo senso e nel caso specifico degli elettrolizzatori la dà una storica azienda italiana che mette soldi propri e idee in nuove fabbriche, ma all’estero. Magari del miliardo e passa autorizzato dall’Ue gliene importa poco.
L’azienda è la De Nora S.p.A. nata negli anni ’20 a Milano che ha inaugurato un nuovo stabilimento a Okayama in Giappone. Lì avvierà la produzione del macchinario attualmente più ambito per avere energia a zero emissioni. Certe storie vanno raccontate per capire le pigrizie e la vischiosità della politica. Quando diventeranno utili i soldi sbloccati dall’Ue ?
Il Giappone resta una delle patrie adottive del marchio milanese che nella transizione energetica gioca un ruolo centrale. Ha iniziato nel 1969 a produrre macchinari ad alta tecnologia elettrochimica. Già negli anni ’90 avevamo visto all’opera laboratori che testavano processi a basse emissioni. Con 2 stabilimenti e 2 centri di Ricerca e Sviluppo ben piazzati in Giappone, De Nora sta per assumere 50 giovani impiegando in totale oltre 360 persone.
Tecnologie e qualità esportate
Il mercato globale delle tecnologie green è vivace e la nuova area dedicata alla produzione di elettrolizzatori guarda proprio ai mercati di sbocco che oltre all’idrogeno riguardano il cloro soda o il trattamento delle acque. Industriali italiani a loro agio in Giappone non vuol dire che non considerino più le proprie origini. Siamo semplicemente davanti alla metamorfosi globale di imprese che studiano le migliori opportunità per creare valore. Osservano il mappamondo e decidono dove andare a mettere i soldi che in questo caso gli arrivano anche dall’Euronext Milan. Vanno fuori paese per l’insipienza burocratica e le cattive pratiche nazionali ?
Per fare affari con l’ambiente e il balsamo economico della transizione verde, bisogna essere preparati culturalmente. La trasformazione economica ha segato l’albero su cui erano sedute fantasiose teorie ambientaliste. Se come capitalista non sei in grado di “sentire l’aria” ti affidi a esperti e cerchi contesti che aiutino la tua intrapresa. Noi ad Okayama costruiremo celle ed elettrolizzatori usando gli elettrodi Dsa, realizzati nello stabilimento di Fujisawa, spiega l’azienda. Dietro, in tanti anni si è creata una buona expertise e fare di Okayama un centro di eccellenza tecnologica, è stata la considerazioni per espandersi ulteriormente in quest’area.
Non ci voleva molto a capire che, fandonie a parte, la globalizzazione si sarebbe scontrata con l’obbligo di riscrivere le regole della produzione e dei consumi. Il mondo industrializzato ha posto tutte le premesse per una rivoluzione sostenibile. Per vincere ci vogliono tecnologie.
Investimenti anche in India e Usa
Paolo Dellachà è l’AD di De Nora. Parte dall’espansione del sito di Suzhou in Cina e annuncia l’apertura di un nuovo workshop in India, della espansione in Germania e dell’ampliamento del sito in Ohio. “Siamo una multinazionale protagonista della transizione energetica che facilita il processo di decarbonizzazione attraverso le proprie soluzioni”.
Quando si parla di vision bisogna essere consapevoli dei mezzi a disposizione. Infatti Dellachà ha in mente gli investimenti nei nuovi siti. “Poter contare su nuovi siti produttivi e su un presidio territoriale diretto è fondamentale per garantire un’azione capillare sui territori e rafforzare la posizione di leader del settore a livello mondiale”. Quando andremo a comprare gli elettrolizzatori di De Nora dall’altra parte del globo dimentichiamo di parlare in italiano.
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L'idrogeno è speriamo la rivoluzione di cui abbiamo bisogno, speriamo di non lasciarla nel dimenticatoio