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Tecnologia virtuale e business reale: Apple lancia Vision Pro e spinge Messi verso Miami soffiandolo a Bin Salman

C’è lo zampino di Apple dietro la scelta di Messi a Miami. Come Vision Pro spinge tecnologia e business verso nuove mete. Che passano anche dal calcio e dalla Apple Tv

Tecnologia virtuale e business reale: Apple lancia Vision Pro e spinge Messi verso Miami soffiandolo a Bin Salman

Ma che colpo basso per il principe Mohammad Bin Salman. L’uomo forte dell’Arabia Saudita era pronto ad annunciare l’arrivo di Lionel Messi, l’uomo simbolo per legittimare assieme ad altre star la richiesta dei Mondiali 2030, ultimo tassello, dopo la conquista a suon di petrodollari dei principali circuiti mondiali di golf, per fare di Vision 2030, l’immensa riviera creata sul mar Rosso, la Mecca del turismo. Però, quando tutto sembrava fatto, una Mela gli è andata per traverso. C’è lo zampino di Apple dietro la decisione del campione argentino di scegliere il richiamo dell’Inter Miami, il club gestito da David Beckham, piuttosto che i soldi sauditi.

Messi a Miami: c’è lo zampino di Apple dietro la scelta 

La Mela, infatti, è la vera proprietaria della MLS, la lega in cui milita, tra gli altri, l’ex napoletano Lorenzo Insigne (un ingaggio di 14 milioni a Toronto, lo stipendio finora più alto). Apple ha infatti versato 2,5 miliardi di dollari per assicurare ad Apple tv l’esclusiva mondiale del torneo di soccer ed avrà, assieme ad Adidas, un ruolo chiave nel contratto della “pulce” argentina. La cifra, per ora, è top secret ma si sa che Messi avrà una fee su tutti i nuovi contratti della pay tv oltre alla prospettiva di diventare uno dei grandi azionisti del circo.

Messi a Miami: Apple vuole sfondare nel calcio? Ecco le ragioni

Perché, però, Apple ha deciso di puntare un chip della sua gigantesca liquidità (oltre i 200 miliardi di dollari) per sfondare nel calcio? Una possibile spiegazione sta nell’intreccio sempre più stretto tra tecnologia e gaming, al confine sempre più sottile tra realtà virtuale e la nostra vita di tutti i giorni. Non è un caso che Microsoft, lanciata nell’Intelligenza Artificiale, insegua l’acquisto di Activision. O che Nvidia abbia sviluppato l’eccellenza dei suoi chips per il computer graphic esercitandosi nei videogiochi.  E forse non è una semplice coincidenza il varo del progetto più impegnativo della Mela, il nuovo visore Apple Vision Pro presentato a Cupertino da Tim Cook e l’impegno diretto nello sport, che potrebbe dare una spinta alla diffusione del prodotto che per ora spacca in due i fans della Mela.

Messi, il calcio e le prospettive di Apple Vision Pro

 Wall Street per ora è scettica sulle prospettive del prodotto. Il nuovo casco, si dice, sarà troppo caro (3.500 dollari, ovvero 4.200 euro tasse comprese), un giocattolo che farà la stessa fine degli sforzi di Mark Zuckerberg per farci migrare verso i mondi virtuali. E così, dopo aver superato brevemente i massimi, il titolo della Mela ha perso diverse posizioni, com’è comprensibile vista a cavalcata dei Big del tech da inizio anno. La storia della tecnologia è piena di prodotti che, dopo un iniziale entusiasmo, sono stati dimenticati. Il caso più celebre è quello dei Google Glass (non a caso un altro tipo di occhiali hi-tech) lanciati nel 2013 e lo scorso 15 marzo definitivamente abbandonati al loro destino di flop. 

Ma stavolta la storia potrebbe essere diverso, almeno secondo l’opinione degli esperti che l’hanno sperimentata nei giorni scorsi a Cupertino. Quasi tutti entusiasti dopo la prova. Perfino The Economist, in genere ipercritico, parla di una tappa storica, non meno importante della nascita del Macintosh o dell’iPhone. Il prezzo non è un problema. “Anche allora nel 2007 ci volle tempo perché la gente capisse che quell’oggetto non serviva per telefonare ma era un vero e proprio computer in tasca. E il prezzo, allora 499 dollari, non fu più un limite”.

Vision Pro è molto avanzato: realtà virtuale e business sempre più vicini

Semmai, superate le perplessità iniziali, sarà difficile sostenere la produzione di un prodotto così avanti. Sì, assicura chi l’ha provato, il visore  è molto, molto più avanti dei prodotti in circolazione. Scrive Matthew Panzarino di TechCrunch: “Ho usato tutti i principali occhiali per realtà virtuale e aumentata dal 2013. Ho provato tutte le esperienze e i tentativi di realizzare la realtà mista. Ci sono stati alcuni autentici successi sui social, narrativi o nei giochi. Ma nessuno ha i vantaggi che Apple offre con Vision Pro: 5.000 brevetti e un’enorme base di talenti e capitali con cui lavorare”. Il risultato? Le due telecamere puntate su ciascuno degli occhi, unite a un algoritmo che trasforma ogni minimo movimento in comando, permettono un controllo immediato di ogni elemento digitale che ci compare nelle lenti del Vision Pro. Lo sguardo non sbaglia mai, premiamo sempre esattamente ciò che abbiamo intenzione di premere. Ma per fare cosa? Apple ha individuato alcuni ambiti chiari di utilizzo del suo visore. Aumenta la produttività nel mondo del lavoro e favorisce la comunicazione personale. Ma il visore proietta davanti agli occhi uno schermo fino a cento pollici, una nuova modalità tridimensionale e «immersiva» per foto e video che gli occhiali possono scattare e poi far rivedere. Immaginate l’effetto di una partita in 3D al fianco di Messi, insomma. O chissà che altro. Realtà virtuale e business sono sempre più vicini. Quasi una cosa sola.

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