“Sarà noioso come osservare la vernice che asciuga”. È la metafora usata da Janet Yellen per esorcizzare i timori dei mercati sulle modalità dei tagli al bilancio della Fed che inizieranno nei prossimi mesi. Tanta noia, poche emozioni e colpi di scena promette la presidente della Banca centrale più potente del pianeta, confermando nel frattempo la tabella di marcia dell’aumento dei tassi. Ma i mercati, che si aspettavano un atteggiamento più soft da parte dei banchieri Usa, prendono atto che qualcosa, complice una situazione politica sempre più tesa, è cambiato. La Fed ha deciso di alzare la guardia in vista di tempi difficili: è a rischio l’approvazione del budget federale, le riforme di Trump sono impantanate su vari fronti, mentre cresce la “guerriglia” dei democratici.
Non a caso anche a Londra, altro focolaio di crisi alla vigilia del negoziato sulla Brexit, salgono le quotazioni dei falchi: il governatore Mark Carney per ora l’ha spuntata di misura (5 a 3) evitando il rialzo dei tassi, ma gli umori dei mercati tendono al grigio, se non ancora al nero. Di qui la discesa dei settori che hanno corso di più, a partire dal tech. La nota positiva, quasi incredibile, arriva dall’Eurozona: quest’estate non ci sarà il tormentone del rischio default della Grecia. Speriamo che la settimana si chiuda con buone notizie sul fronte delle banche: sulle venete, novità positive potrebbero arrivare dal Consiglio dei ministri fissato per oggi alle 18.30
La Banca del Giappone, come previsto, ha confermato i tassi negativi e mantenuto in azione tutti gli stimoli monetari, compreso l’impegno a comprare ogni mese 720 milioni di dollari di bond. Confermati anche i target sui rendimenti delle obbligazioni di lungo e breve periodo. Dalla nota della Boj emerge però ottimismo per le prospettive di crescita dell’economia. L’indice Nikkei sale dello 0,7%, riducendo le perdite della settimana a -0,2%. Lo yen tratta a 111,14 in lieve ribasso (-0,2%) sul dollaro. Shanghai perde lo 0,2% ed Hong kong guadagna lo 0,4%. Tengono bene i fornitori asiatici di Apple: a Taiwan sale Hon Hai, casamadre di Foxconn, la fabbrica degli iPhone.
A WALL STREET SOFFRE ANCORA IL TECH, IN CALO NIKE
Contrastata la Borsa americana dopo il rialzo dei tassi. L’indice Dow Jones arretra dello 0,07%, S&P 500 -0,22%. Più marcata la discesa del Nasdaq (-0,47%). Il rischio di un’incriminazione per il presidente degli Stati Uniti ha fatto passare in secondo piano i buoni dati macro di ieri. L’indice manifatturiero di New York, anticipatore del mercato Usa, è in rialzo a giugno a 19,8 punti, decisamente sopra ai 5 stimati. Le richieste di nuovi sussidi per la disoccupazione sono scese a 237mila unità, sotto alle 241mila stimate.
Continua la discesa del settore tech (-0,5%) cominciata una settimana fa. Apple perde lo 0,6%, Alphabet -0,8% dopo la pubblicazione di nuovi report negativi. Le vendite si spiegano anche con il desiderio degli investitori di mettere da parte i guadagni accumulati, in un settore che quest’anno ha visto un rialzo del 16,7%.
Copione simile per i beni di consumo, l’altro motore del rialzo dei mesi scorsi (+8,6% l’aumento da gennaio): Amazon -1,3%. Scivola Nike (-3,2%) dopo l’annuncio di un taglio della forza lavoro (-2% a livello mondiale) e di un quarto delle linee di prodotto. Tonfo dei supermercati Kroger (-18,9%) dopo i risultati deludenti. Mattel -7,3% dopo che la casa produttrice di giocattoli ha ridotto il dividendo.
Sale invece Boeing (+1,6%). Il Qatar ha ieri annunciato la firma di un contratto per acquistare aerei da combattimento F-15 del valore di 12 miliardi di dollari. China Aircraft Leasing Group Holdings, inoltre, ha reso noto l’acquisto di 50 esemplari di 737 max per un prezzo globale da 5,8 miliardi di dollari. Debole anche il comparto finanziario (-0,4%). Ha fatto peggio il settore Energia (-0,7%).
PETROLIO DEBOLE, JP MORGAN RETROCEDE SAIPEM
Continua la debolezza dei prezzi del greggio che stazionano attorno ai minimi degli ultimi sei mesi. Il Brent tratta a 46,97 dollari, Wti a 44,48 dollari al barile. Secondo gli analisti di Jefferies, il calo dei prezzi dipende da vari fattori: l’aumento delle estrazioni dello shale oil Usa, la ripresa della produzione in Libia e Nigeria, la previsione di aumento dell’export della Russia nel terzo trimestre (61,2 milioni di barili contro 60,5 a fine giugno).
La debolezza del greggio pesa su Eni (-0,6%). Saipem perde il 3,6%. JP Morgan ha tagliato il target price di a 3,75 euro dai 4,3 euro precedenti. Il nuovo prezzo obiettivo è comunque superiore al prezzo di chiusura di ieri del 6%. In rialzo invece Tenaris (+0,4%). Borse europee in rosso all’indomani della decisione della Federal Reserve di alzare i tassi.
C’È L’ACCORDO SULLA GRECIA. LONDRA SI SPACCA SUI TASSI
A Milano l’indice Ftse Mib ha perso lo 0,54%, a quota 20,848. Londra ha perso lo 0,7% dopo che la Bank of England ha deciso di lasciare i tassi d’interesse invariati dopo un verdetto sofferto: 5 voti a favore della linea del governatore Mark Carney contro 3 falchi schierati per un aumento dei tassi a difesa della sterlina e contro la spirale dell’inflazione, salita oltre l’asticella del 2%. Parigi ha ceduto lo 0,5%, Francoforte è arretrata dello 0,9%. Madrid -0,71%.
Accordo raggiunto sulla Grecia all’Eurogruppo. Atene ha ottenuto subito il versamento di fondi per un ammontare di 8,5 miliardi, più consistente dei 7 miliardi di euro necessari per far fronte alla tranche di debito in scadenza a luglio. L’Fmi sbloccherà però i suoi versamenti solo quando saranno completate le condizioni richieste, in particolare le misure di alleggerimento sul debito richieste da Christine Lagarde.
L’Eurogruppo e l’Ecofin hanno anche raccomandato all’Italia di garantire un “sostanziale sforzo fiscale nel 2018” e di procedere “tempestivamente” con le privatizzazioni. L’Ecofin ricorda che, stando alle regole del Patto, Roma dovrebbe realizzare “un aggiustamento strutturale annuo di almeno lo 0,6% del Pil” contro la correzione limitata a 0,3 punti percentuali proposta dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
RENAULT-NISSAN BALZA IN TESTA PER LE VENDITE
Carlos Ghosn ha annunciato ieri all’assemblea di Renault (-0,63%) che la società, assieme all’alleata Nissan, conquisterà a fine giugno la leadership mondiale delle vendite davanti a Volkswagen, Toyota e Gm. La novità ha contribuito a far approvare dai soci lo stipendio astronomico del manager, nonostante il voto contrario dell’azionista pubblico.
IL BTP TORNA SOPRA IL 2%, SPREAD ANCORA SOTTO 170 PB
Forte rialzo dei tassi con il rendimento del decennale tedesco che sale a 0,30% dallo 0,23% di ieri. È la variazione di prezzo negativa più ampia dell’anno. In deciso aumento anche il rendimento dello Schatz a 2 anni a -0,64%: anche se negativo, si tratta del livello massimo da inizio anno. Stesso movimento per il decennale italiano con un rendimento che si porta al 2%, dall’1,93% di ieri. Il differenziale di rendimento fra i tassi dei decennali italiano e tedesco a fine seduta è tornato al di sotto dei 170 punti base: in giornata si era spinto fino a 176. Il rendimento del decennale italiano è tornato in area 2% da 1,92% della vigilia.
Lo spread fra il decennale e il due anni italiano ha chiuso la seduta a 211 punti base dai 208 della chiusura di ieri. In seduta, il decennale tedesco è arrivato a rendere lo 0,298% da una chiusura ieri a 0,229%. Sul fronte del primario si sono attivate ieri Francia e Spagna. Parigi ha collocato poco meno di 8 miliardi di euro in quattro titoli a medio-lungo, mentre Madrid ha assegnato 4,2 miliardi di euro di altri quattro titoli con tassi in calo.
ABERTIS, ATLANTIA NON ESCLUDE OPA TUTTA CASH
È entrata nel vivo l’offerta di Atlantia -1,5% sulla totalità delle azioni Abertis per una operazione amichevole che valorizza il gruppo spagnolo oltre 16,3 miliardi di euro, per creare il principale operatore di autostrade al mondo. Ieri la controllata di Edizione Holding ha depositato presso la Cnmv, la Consob spagnola, il documento in ci tra l’altro si impegna a mantenere quartier generale e ,centro operativo di Abertis e la sua quotazione in Borsa con un flottante di almeno 5%. Il gruppo italiano inoltre presenterà garanzie sull’operazione fino a 14,7 miliardi.
La novità è che non è escluso che, in un secondo tempo, il gruppo italiano possa decidere di ritirare l’offerta in azioni per procedere con un’offerta tutta cash. Abertis ha ribadito che non darà un’opinione sull’opa di Atlantia fino a quando questa non sarà approvata e in corso. Anche Criteria, primo azionista di Abertis con una quota di circa il 22%, ha confermato il suo “no comment” fino a quando non si pronuncerà Abertis.
Tra gli industriali brilla Cnh Industrial (+3%): Equita Sim ha alzato il rating da hold a buy con il target price che è salito da 9 a 11,8 euro. Il titolo continua a ricevere giudizi positivi da parte degli analisti: Mercoledì Mediobanca Securities ha confermato la raccomandazione outperform, mentre martedì Goldman Sachs aveva ribadito il titolo nella propria Conviction List Buy. Fiat Chrysler ha ceduto l’1,3%. Il gruppo ha richiamato 300 mila minivan in Nord America, dopo aver scoperto un problema al circuito elettrico che potrebbe innescare inavvertitamente l’air bag del conducente.
Banche complessivamente negative, in attesa che si materializzi il salvataggio degli istituti veneti, grazie ad una newco a partecipazione privata: il paniere del settore è arretrato dello 0,52%. L’Ecofin introdurrà un regime più favorevole sulle rettifiche e regole comuni sulla classe di passività che le banche devono avere in bilancio per assorbire le perdite in caso di bail-in. La ha detto Mario Nava, direttore del financial system surveillance and crisis management della commissione europea.
Deboli i Big: Unicredit -0,6%, Intesa -0,5%, Banco Bpm -1%. Guizzo nel finale di Ubi che guadagna l’1,6%. In ribasso Generali (-0,7%) nonostante l’ottima pagella di Kepler Cheuvreux che ha alzato il target price a 17 euro da 16 euro, confermato il giudizio Buy. Per il broker il gruppo scambia con uno sconto del 50% rispetto ai concorrenti europei. Gli analisti ritengono che il Leone di Trieste sia stato eccessivamente penalizzato per via dell’esposizione ai titoli di Stato italiani. Pe contro, le Generali “hanno a loro favore una posizione di capitale forte e in miglioramento, un ruolo dominante in mercati di sicuro interesse, una distribuzione invidiabile e un’efficienza in via di miglioramento”.
Prevalgono le vendite sul gruppo Ugf appesantito dalle dichiarazioni dell’ad Carlo Cimbri sul ruolo nel salvataggio delle banche venete: Unipol -2,17% e Unipolsai -1,93%. Nuovo ribasso per il risparmio gestito: Banca Generali -3,13%, Finecobank -2,09%, Equita Sim ha ridotto di 50 punti base il peso del titolo nel proprio portafoglio principale. Gli esperti hanno limato il peso dell’azione dopo l’ottima performance messa a segno dal titolo. Azimut -0,62% e Banca Mediolanum -0,62%.
Sopra la parità invece Poste Italiane (+0,54%). Banca Imi aggiornato le sue stime abbassando il target price da 8,1 a 7,4 euro per tenere conto di una riduzione delle stime dell’utile per azione dell’11% nel 2018 e del 17% nel 2019, mentre per quest’anno il broker le ha riviste al rialzo del 7%.
Mediaset +0,9%. Il Biscione, battuto da Sky all’asta per i diritti tv della Champions League, ha annunciato che parteciperà alla gara per i campionati di serie A 2018-2021 rinviata al prossimo autunno.
Enel +0,2%: la consociata russa si è aggiudicata due progetti per la costruzione di impianti eolici per un investimento complessivo di 405 milioni di euro. Il gruppo potrebbe comprare il 17% di Eletropaulo, il primo distributore elettrico del Brasile. L’ipotesi è stata avanzata da Ubs, in un report dove si parla delle possibili prossime mosse della società guidata dal ceo Francesco Starace. La quota di Eletropaulo, messa in vendita da AES, dovrebbe valere circa mezzo miliardo di euro.
Ferragamo (+1,69%) ha ricevuto un upgrade a parte di Ubs (a neutral da sell, con prezzo obiettivo che sale da 18,9 a 24 euro). Dopo l forte ribasso dell’ultimo mese (-19% da maggio) il titolo è tornato interessante.
Astaldi (-1,5%) ha concluso il collocamento di obbligazioni equity linked a sette anni per l’importo nominale massimo previsto di 140 milioni e ha annunciato il riacquisto delle proprie obbligazioni in circolazione equity linked scadenza 2019 cedola 4,50% da 130 milioni. Masi Agricola è tra i titoli più vivaci di oggi con un progresso dell’1,5% a 4,42 euro. Secondo Equita, la società vitivinicola leader nella produzione dell’Amarone vale 4,70 euro. Il prezzo di oggi è 4,35 euro.
In un recente report, l’analista Stefano Lustig ha praticamente confermato il prezzo obiettivo, la revisione al ribasso rispetto al precedente è microscopica, -1%. A seguito della partenza debole del 2017, Equita ha leggermente rivisto al ribasso le stime di ricavi ed Ebitda dell’esercizio in corso e del prossimo. Nei primi tre mesi dell’anno i ricavi sono scesi del 9,4% su base organico, anche perché nei primi tre mesi del 2016 la crescita era stata fortissima. La società veronese ha segnalato nel comunicato che in maggio c’è stata una forte ripresa.