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Taxi, oggi incontro Governo-sindacati dopo gli scioperi selvaggi

FIRSTonline

“Dobbiamo metterci a sedere e fare una regolamentazione seria che, finalmente, tolga provvisorietà all’attuale situazione”. Con queste parole, il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio si prepara ad affrontare l’incontro con i sindacati di oggi, 21 febbraio, mentre in tutta Italia, da Roma a Milano, passando per Torino, Genova e Napoli, la protesta selvaggia dei tassisti (arrivata ormai al sesto giorno consecutivo) sta mettendo in ginocchio le città, causando anche la rivolta di numerose associazioni dei consumatori che denunciano l’interruzione di servizio pubblico, perpetrata senza alcun preavviso.

Delrio non si è nascosto, parlando di “una situazione da lungo tempo non regolamentata”. Ma trovare una soluzione non sarà semplice. “C’è bisogno di garantire da un lato i diritti dei cittadini  – ha aggiunto il ministro, attento a pesare le parole – e dall’altro anche i diritti su chi ha investito nella propria azienda che sono i tassisti”.

Nello stesso frangente, alla Camera approda oggi l’ormai celeberrimo Milleproroghe contenente proprio l’emendamento  prima firma della senatrice Linda Lanzillotta (Pd) che ha scatenato l’ira dei tassisti di tutta italia, perché a detta loro almeno, contribuirebbe a deregolamentare il settore. Per l’occasione, centinaia di addetti ai lavori arriveranno nella Capitale allo scopo di far sentire la loro voce. In realtà le cose non stanno così e l’emendamento non modifica affatto la situazione già esistente.

L’incontro con i rappresentanti dei tassisti arriva dopo giornate di fuoco. Sono ormai saliti a sei i giorni di protesta che hanno letteralmente paralizzato la mobilità nelle principali città del Belpaese. Non è la prima volta, d’altronde, che gli addetti ai lavori utilizzano il blocco della circolazione e il traffico selvaggio per far valere le loro ragioni. Era già successo in numerose altre occasioni, come quando si volle (e si riuscì) ad impedire l’emissione di nuove licenze.

Taxi: cosa prevede l’emendamento incriminato

Molti penseranno che proteste tanto forti siano state causate dall’entrata in vigore di nuove norme e nuove regole che penalizzano i 40mila tassisti dislocati da una parte all’altra dell’Italia. E invece no, la realtà racconta l’esatto opposto.

L’emendamento inserito nel decreto Milleproroghe stabilisce una proroga, fino al 31 dicembre 2017, all’entrata in vigore delle misure che limitano i servizi di Noleggio Con Conducente (Ncc). Nulla di nuovo sotto il sole, dato che il testo si limita a specificare quanto già previsto dal testo approvato dal Governo che introduce una proroga al 31 dicembre 2017 del termine per l’emanazione del decreto ministeriale contro l’esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio di noleggio con conducente.

Parlando in parole povere, grazie alla proroga, gli Ncc potranno sostare in posteggio di stazionamento su suolo pubblico fino all’emanazione del decreto ministeriale anziché sostare obbligatoriamente nelle rimesse, nei Comuni dove è previsto il servizio taxi. Una regola che è già in vigore oggi.

L’incontro Governo-sindacati

Nel corso dell’incontro di oggi, il ministro Delrio proverà dunque a districare i numerosi nodi da sciogliere, cercando di non acuire l’ira dei tassisti che, con le loro proteste, sembrano avere il coltello dalla parte del manico.

Ma è impossibile ignorare che, dato il contesto in cui si sta operando, è necessario procedere con i piedi di piombo. Si tratta di un mercato che vale (almeno) 2 miliardi di euro l’anno in cui i tassisti fino ad oggi l’hanno fatta da padrone. Ma guardando i numeri, appare chiaro quanto intervenire sia necessario: se da un lato ci sono 40mila tassisti, guidati da una lobby agguerritissima, capace di condizionare in maniera tangibile l’operato della politica, dall’altro esistono 80mila titolari di licenze Ncc le cui richieste non possono più rimanere inascoltate. La legge base risale al lontano 1992, quando Internet ancora non esisteva, mentre le modifiche sono state attuate nel 2008, quando invece le varie app per smartphone che consentono ai passeggeri di contattare direttamente gli autisti non si erano ancora diffuse.

Lo scontro, va avanti dunque avanti da anni, coinvolgendo non solo ministero, Parlamento e addetti ai lavori, ma anche i Tribunali. Celeberrima è la sentenza con la quale nel 2015, il Tribunale di Milano ha bloccato UberPop, l’app che consente a chiunque di offrire un passaggio a pagamento.

In questo contesto, a pagare le spese di quanto sta accadendo sono i cittadini, privati di un servizio pubblico e costretti a fare i conti con disagi enormi senza che la legge sia intervenuta né a regolamentare il settore, né ad impedire con delle norme ad hoc, attese da anni, che gli scioperi selvaggi come quelli attuati negli ultimi giorni continuino a verificarsi.

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