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Taxi in rivolta anti Uber, blocco a Roma e Milano

Presidio a Roma davanti al Senato di un migliaio di taxi contro l’approvazione del maxiemendamento al Milleproroghe accusato di consentire l’avvio di Uber – Traffico in tilt e stop del servizio anche a Fiumicino. Proteste a Torino e Milano

Taxi in rivolta anti Uber, blocco a Roma e Milano

Servizio taxi bloccato a Roma  mentre prosegue a Torino e a Milano la protesta dei tassisti contro quella che definiscono la “sanatoria pro Uber”. Il Senato ha approvato la fiducia posta dal Governo al Decreto Milleproroghe con 153 voti a favore e 99 voti contrari. Il testo passa ora all’esame della Camera.

L’agitazione nella Capitale si è estesa anche negli aeroporti di Fiumicino e Ciampino praticamente svuotati di auto bianche. Un migliaio di tassisti si è raccolto spontaneamente nei pressi di Palazzo Madama.

Anche stamane gli autisti torinesi saranno in presidio autorizzato davanti a palazzo civico, dalle 9 alle 13, in attesa del voto romano in Senato sul dl milleproroghe, contenente l’emendamento che spiana la strada a multinazionali come Uber. Sono annunciati presidi anche in altre piazze italiane.
   
“Il margine di ripensamento è risibile – afferma Federico Rolando, portavoce nazionale di Federtaxi – questo potrebbe aprire panorami prossimi di lotta, che verranno stabiliti durante l’assemblea di categoria prevista per il 22 a Roma, prima del passaggio definitivo in Parlamento. I tassisti aspettano da settembre 2015 il promesso tavolo sulla legge delega concordato con il governo”. 

Le organizzazioni sindacali dei tassisti milanesi hanno chiesto un incontro urgente con il prefetto, Luciana Lamorgese, dopo che la Prima Commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato un emendamento di modifica al Decreto Milleproroghe che, secondo i tassisti, “riporta di fatto indietro l’orologio di otto anni” e che, “se approvato, a loro avviso, “concede il via libera a tutte una serie di azioni abusive nel settore del trasporto persone”. In particolare, il nuovo assetto favorirebbe Uber.
   
Le Organizzazioni nazionali e locali del settore taxi hanno quindi dichiarato lo stato di agitazione e hanno chiesto un “incontro urgente” al prefetto “per rappresentare le ragioni e le motivazioni dell’azione sindacale”. In un comunicato alla categoria spiegano che si tratta di “un provvedimento che ci danneggia e prepara la strada alle azioni delle Multinazionali che da tempo operano sul territorio in spregio alle norme vigenti”. “Dopo le numerose rassicurazioni avute – denunciano i sindacati – i lavoratori regolari del settore si svegliano stamani con questa infame sorpresa pro multinazionali e abusivi!”.

Ma cosa prevede il testo incriminato? Nulla che giustifichi proteste verbali così fuori misura né tantomeno la decisione di interrompere il servizio pubblico senza alcun preavviso, non solo lasciando a terra la clientela ma provocando inevitabili contraccolpi sul traffico cittadino. Il test inserito nel decreto Milleproroghe (il provvedimento che ogni anno, a fine anno, proroga i termini in scadenza di moltissime leggi) introduce appunto una proroga, fino al 31 dicembre 2017, all’entrata in vigore delle misure che limitano i servizi di Noleggio Con Conducente (Ncc). La proposta di modifica, a prima firma della senatrice Linda Lanzillotta (Pd), si limita ed esplicitare quanto già previsto dal testo approvato dal governo che proroga al 31 dicembre di quest’anno il termine per l’emanazione del decreto del Ministero delle infrastrutture contro l’esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio di noleggio con conducente. Il decreto ministeriale dovrebbe, spiegano i tecnici del Senato nel dossier, definire anche “gli indirizzi generali per l’attività di programmazione e di pianificazione delle regioni, ai fini del rilascio, da parte dei Comuni, dei titoli autorizzativi”.

L’emendamento che tanto ha allarmato i taxisti, consente perciò ai titolari del servizio di noleggio con conducente di stazionare sul suolo pubblico fino all’emanazione del decreto ministeriale anziché sostare obbligatoriamente nelle rimesse, nei comuni dove è previsto il servizio taxi. Una regola che è già in vigore oggi.

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